La recente riammissione in servizio di sei agenti della polizia penitenziaria, coinvolti nel controverso processo sui pestaggi al carcere di SANTA MARIA CAPUA VETERE, ha riacceso il dibattito sulle condizioni all’interno delle strutture penitenziarie italiane. La decisione è stata accolta con favore dal sindacato Uspp, che sottolinea l’inadeguatezza della sospensione in relazione alla durata dei procedimenti legali e ai disagi economici causati alle famiglie degli agenti coinvolti.
I dettagli della riammissione
I soggetti coinvolti nel processo
Tra gli agenti riammessi ci sono due dirigenti: Gaetano Manganelli e Anna Rita Costanzo, rispettivamente capo e vice della Polizia Penitenziaria dell’istituto penale. Inoltre, il provvedimento interessa anche due ispettori e due assistenti capo, tutti sospesi dal servizio dal giugno 2021 in seguito ai fatti avvenuti nel carcere nel 2020. Questa situazione ha generato un clima di incertezza e preoccupazione tra i familiari degli agenti, a causa della perdita di stipendio e delle difficoltà economiche.
Le richieste del sindacato Uspp
Il sindacato Uspp si è attivato costantemente per chiedere il reintegro degli agenti, ritenendo che la misura della sospensione fosse eccessivamente penalizzante e sproporzionata rispetto al tempo trascorso. Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente e segretario campano dell’Uspp, hanno evidenziato di aver contattato più volte il ministero e il Dap, sottolineando come le difficoltà economiche avessero pesato sulle famiglie degli agenti. I sindacalisti hanno recentemente messo in evidenza che, a fronte del mega processo in corso, gli esiti per la maggior parte degli agenti coinvolti potrebbero risultare meno gravi del previsto.
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Il contesto del sistema penitenziario
Le problematiche del carcere di Santa Maria Capua Vetere
Il carcere di SANTA MARIA CAPUA VETERE è stato recentemente al centro di controversie legate al sovraffollamento e alle condizioni di lavoro del personale. I sindacalisti hanno denunciato la mancanza di 70 agenti nella pianta organica, un deficit che contribuisce a creare un ambiente di lavoro insostenibile. Nonostante queste difficoltà , il personale di polizia penitenziaria sta tentando di mantenere ordine e sicurezza all’interno della struttura, nonostante gli sforzi siano spesso compromessi dalla mancanza di risorse.
La reazione dei sindacalisti
Dopo la riammissione degli agenti, i membri dell’Uspp hanno espresso la loro gratitudine verso il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, per aver ascoltato le loro richieste e per il dialogo costruttivo avviato. I sindacalisti si augurano che anche altri colleghi riammessi possano tornare a servire, contribuendo a ripristinare la dignità del lavoro della polizia penitenziaria e la credibilità del sistema penale.
La riammissione di questi agenti può essere vista come un passo importante verso il miglioramento della situazione all’interno delle carceri italiane, un contesto dove il rispetto dei diritti dei lavoratori deve essere garantito, ma dove le sfide rimangono elevate.