Una coppia di anziani di Belforte del Chienti, in provincia di Macerata, ha riavuto i gioielli e i preziosi sottratti con una truffa avvenuta lo scorso 18 marzo. I carabinieri, intervenuti rapidamente, sono riusciti a individuare e arrestare i responsabili. Dietro il raggiro c’era un falso maresciallo che aveva spaventato la coppia raccontando un grave incidente del figlio. L’episodio ha evidenziato come certi inganni restino purtroppo frequenti ai danni delle persone anziane.
Il meccanismo della truffa con il falso maresciallo
La mattina del 18 marzo due anziani coniugi di Belforte del Chienti, rispettivamente di 89 e 84 anni, sono stati contattati telefonicamente da un soggetto che si è spacciato per maresciallo dei carabinieri. L’uomo ha riferito la presunta responsabilità del figlio della coppia in un incidente stradale, in cui una bambina sarebbe rimasta ferita gravemente. Ha quindi richiesto denaro urgente per coprire le spese mediche, sollecitando un pagamento immediato. Spaventati, i due coniugi hanno consegnato soldi e preziosi a un complice che si è presentato a casa.
La fiducia e la paura alla base del raggiro
Questo tipo di raggiro gioca sulla paura e sulla fiducia verso le forze dell’ordine, e sul desiderio di aiutare un figlio in difficoltà senza verificare la veridicità . Non a caso, i truffatori evitano contatti telefonici diretti con presunti parenti e chiedono pagamenti in contanti o oggetti di valore, difficili da tracciare. La coppia ha agito in buona fede, ignara che fosse una trappola, contribuendo alla riuscita temporanea della frode.
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Indagini immediate e raccolta delle prove da parte dei carabinieri
Appena ricevuta la denuncia, i carabinieri della stazione di Belforte del Chienti hanno attivato una serie di accertamenti coordinandosi con i colleghi di Caldarola. I militari hanno ascoltato testimoni che avevano visto l’auto dei truffatori e hanno raccolto le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. Gli elementi raccolti hanno permesso di identificare una Nissan Juke utilizzata per la truffa.
Il veicolo era registrato a una società di autonoleggio di Roma. Questo dettaglio ha indirizzato gli investigatori verso un’indagine più ampia, includendo verifiche sulle locazioni del mezzo e sugli spostamenti effettuati da quella targa. L’approccio rapido e il coordinamento tra diverse stazioni hanno ridotto i tempi di ricerca, evitando la dispersione degli indizi utili.
Raccolta prove e collaborazione interprovinciale
Le immagini e le testimonianze hanno costituito la base per il proseguimento delle indagini, confermando come la collaborazione tra Belforte del Chienti e il territorio circostante sia stata decisiva per il successo dell’operazione.
Il fermo e l’arresto dei responsabili vicino a narni
Le ricerche della Nissan Juke si sono estese anche oltre la regione Marche. Gli uomini del comando carabinieri hanno diffuso la segnalazione in tutta Italia, coordinandosi con le forze dell’ordine delle province limitrofe e lungo possibili vie di fuga. La collaborazione ha portato all’individuazione del veicolo sulla strada statale E45, vicino all’uscita di Narni, in provincia di Terni.
I carabinieri di Todi hanno fermato la macchina e controllato i due occupanti: un uomo di 34 anni e una donna di 33, entrambi residenti a Napoli. Durante la perquisizione sono stati trovati i gioielli e il denaro sottratti alla coppia marchigiana. I due sono stati arrestati per estorsione aggravata in concorso e portati in carcere. Questo episodio dimostra come spostarsi su più territori non garantisca impunità a chi commette truffe, grazie alla rete di collaborazione delle forze dell’ordine.
La restituzione dei preziosi e l’appello alla prudenza
L’8 maggio, presso la caserma di Belforte del Chienti, i carabinieri hanno consegnato i beni agli anziani coniugi. Il momento ha suscitato emozione tra chi era presente, confermando l’esito positivo di un’indagine condotta con attenzione. I due, sposati da 62 anni, hanno riavuto ciò che era stato sottratto grazie alla prontezza dei militari.
I carabinieri hanno ribadito che nessun ufficiale delle forze dell’ordine, né impiegati, avvocati o bancari, possono chiedere soldi o entrare nelle abitazioni senza un motivo legittimo. Si invita a segnalare qualsiasi richiesta sospetta ai numeri ufficiali e a diffidare da chi usa minacce o urgenze non comprovate per ottenere denaro o oggetti di valore. La protezione contro le truffe parte anche dalla consapevolezza dei più vulnerabili.