Il rapporto tra ricerca universitaria e settore privato nella gestione della qualità ambientale sta cambiando in Italia. Un esempio concreto arriva da Roma, dove è stato presentato Respiro, un dispositivo indossabile per il monitoraggio della qualità dell’aria. Questo strumento nasce dall’idea di coinvolgere direttamente cittadini e comunità urbane nella raccolta e nella lettura dei dati ambientali. La rettrice dell’università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, ha spiegato come questo cambiamento possa trasformare il modo in cui viviamo e percepiamo gli spazi delle città.
Il ruolo di respiro nel coinvolgimento diretto della cittadinanza
Respiro è un apparecchio portatile e a basso costo, pensato per essere usato nella vita quotidiana da chiunque. L’idea è semplice ma efficace: permettere a persone comuni di misurare in tempo reale la qualità dell’aria che respirano dentro e fuori casa. Questo approccio aumenta la consapevolezza locale, dato che spesso la percezione dell’inquinamento non corrisponde ai dati reali. I cittadini possono così scoprire informazioni precise sulle condizioni ambientali intorno a loro.
Una rete di monitoraggio partecipato
L’uso diffuso di questo dispositivo crea una rete di monitoraggio partecipato. Lo scopo non è solo raccogliere dati, ma spingere a cambiare le abitudini quotidiane. Per esempio, si può capire quando è meglio usare i mezzi pubblici anziché l’auto privata o l’importanza di arieggiare gli ambienti interni per migliorare la salubrità dell’aria. Si tratta quindi di un esempio di come la scienza diventa strumento diretto di miglioramento della qualità della vita.
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Il contributo dell’università di milano-bicocca e la visione di cambio paradigma
Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università di Milano-Bicocca, ha sottolineato che il progetto Respiro rappresenta una sfida culturale e scientifica per il nostro paese. Secondo lei, “è necessario superare il modello tradizionale di ricerca chiusa e separata dal mondo privato e dalla società.” Respiro dimostra che scienza e tecnologia possono diventare patrimonio collettivo, a partire dalle esigenze concrete delle persone nelle città.
Il progetto è anche un invito a rigenerare gli spazi urbani partendo dalla partecipazione diretta dei cittadini alla ricerca. Questo tipo di iniziative cerca di invertire la tendenza a percepire le università e i centri di studio come distanti dalla vita quotidiana. Il coinvolgimento attivo è un modo per costruire comunità più consapevoli e ambienti urbani più sani, in un’ottica di prevenzione e tutela a lungo termine.
La campagna di sensibilizzazione prevista per l’autunno a roma e milano
Il lancio di Respiro non si limita alla presentazione del dispositivo. Per l’autunno è stata annunciata una campagna di comunicazione estesa, che interesserà le città di Roma e Milano. Questo progetto punta a sensibilizzare un pubblico più ampio sulla qualità dell’aria e sui comportamenti utili a migliorare l’ambiente. L’iniziativa prevede eventi, incontri e attività di divulgazione scientifica destinate a scuole, cittadini e istituzioni.
Obiettivi della campagna
L’obiettivo è far crescere nei cittadini una maggiore familiarità con metodologie scientifiche applicate all’ambiente di tutti i giorni. La campagna mira a promuovere un uso consapevole degli spazi urbani e a favorire pratiche come l’uso dei mezzi pubblici o il ricambio d’aria negli ambienti chiusi. Questo tipo di azioni sono fondamentali per ridurre il rischio sanitario legato all’inquinamento e migliorare concretamente la vita nelle città italiane.
L’importanza di un approccio condiviso tra università, privati e cittadini
Respiro segna un cambiamento nella collaborazione fra università, settore privato e cittadini, offrendo un modello replicabile per altre città. Questo approccio collettivo valorizza il monitoraggio partecipato, che si traduce in un sistema dinamico di informazione e consapevolezza ambientale. Le università giocano un ruolo chiave non solo come centri di studio, ma come attori che promuovono la trasformazione sociale attraverso strumenti concreti.
Il coinvolgimento diretto delle comunità urbane nel rilevamento ambientale abbassa la distanza tra ricerca scientifica e vita quotidiana. Così si superano vecchi schemi che vedevano l’ambiente come un tema di nicchia, dedicato solo agli esperti. Il dispositivo Respiro diventa strumento e simbolo di un cambiamento necessario per gestire le sfide ambientali delle città nel prossimo futuro.