Nel cuore di Pianura, alla periferia di Napoli, si è vissuta una notte di tensione legata a un nuovo episodio di violenza tra gruppi criminali locali. Un raid intimidatorio ha seguito una sparatoria in piena notte, mentre la polizia ha arrestato due presunti appartenenti al clan Santagata, una delle fazioni più attive nella zona. I fatti, accaduti nella prima metà del 2025, confermano le difficoltà nel contenere le lotte per il controllo del territorio, tra vecchi e nuovi blocchi di camorra emergenti.
Dettagli dell’intervento e arresto dei due giovani affiliati
Gli agenti della squadra mobile di Napoli sono intervenuti intorno alle 2 di notte in piazza San Giorgio a Pianura, dopo diverse segnalazioni di colpi d’arma da fuoco. Alla vista delle volanti, due uomini a bordo di uno scooter hanno tentato di fuggire zigzagando per quasi 500 metri sulle strade della zona. La fuga è però terminata con il loro fermo. I due arrestati, Salvatore Longobardo di 39 anni e Luca Musto di 24, erano armati e portavano ciascuno una pistola, circostanza che ha giustificato il fermo immediato per detenzione illegale di armi.
Nonostante siano ancora in fase di verifica i collegamenti con la stesa notturna, le forze dell’ordine ritengono che almeno uno dei due soggetti, Musto, abbia legami con il clan Santagata, considerato una realtà emergente nel territorio. È importante sottolineare che ad oggi i due non sono formalmente accusati di aver sparato durante quella notte, ma la vicinanza alle dinamiche della faida è al centro delle indagini in corso. Longobardo e Musto si trovano ora in carcere a Poggioreale, mentre la polizia continua a raccogliere elementi.
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Il quartiere teatro della faida
Il quartiere di Pianura è teatro da oltre trent’anni di scontri tra clan che, negli anni, hanno mutato nome e alleanze ma non la violenza propria della guerra tra bande. Oggi si contrappongono principalmente i Santagata, che hanno ereditato la leadership dai più antichi Calone-Esposito-Marsicano, e i Carillo-Perfetto, con la disputa che affonda le sue radici nell’antico scontro tra Lago e Marfella.
Gli arresti del mese precedente e il clima di tensione
Il mese precedente, contrasti simili hanno portato all’arresto di undici giovani affiliati ai due gruppi. Tra loro c’era anche Emanuele Bruno, ritenuto coinvolto in azioni di sangue. L’episodio della notte segna dunque una nuova pagina di una lunga guerra che implica intimidazioni e manifestazioni di forza, dalla “stesa”, ossia la sparatoria intimidatoria, alle azioni di controllo sui punti caldi del quartiere. La presenza di bossoli nei pressi della piazza ma senza danni a persone o cose indica un intento chiaro: affermare il predominio senza necessariamente provocare vittime dirette.
Interventi delle forze dell’ordine e sicurezza pubblica a napoli
A seguito degli ultimi eventi, il prefetto Michele Di Bari ha disposto un rafforzamento dei controlli nell’area per frenare la spirale di violenza. La polizia ha intensificato i servizi di pattugliamento e ha avviato una serie di accertamenti per ricostruire la dinamica precisa della “stesa” e verificare eventuali responsabili coinvolti.
Nel frattempo, la questione sarà affrontata nel prossimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le autorità puntano anche su immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza per raccogliere indizi importanti. Nonostante gli sforzi, a Pianura la criminalità organizzata resta una presenza difficile da scalfire, capace di influenzare la vita quotidiana e l’ambiente urbano. Gli arresti di Longobardo e Musto rappresentano un passo nella direzione di una maggiore legalità, ma confermano quanto il controllo della zona sia ancora conteso.