La questione delle liste d’attesa in Lombardia resta al centro del dibattito pubblico, specialmente dopo la firma di un protocollo tra l’assessorato regionale al Welfare e i Nas dei Carabinieri. Vittorio Agnoletto, medico e rappresentante di Medicina Democratica, ha richiesto un dialogo diretto con i Nas per portare alla luce le ragioni profonde che stanno dietro questa problematica sanitaria. Le lunghe attese, denunciate da anni, continuano a compromettere l’accesso alle cure per molti cittadini. Agnoletto sostiene che dietro il fenomeno si nascondono elementi poco noti ma decisivi, capaci di spiegare l’attuale situazione.
Il protocollo fra regione lombardia e nas: intervento sulle liste d’attesa
Il protocollo sottoscritto tra Regione Lombardia, l’assessorato al Welfare e i Nas dell’Arma dei Carabinieri ha come fine principale il contenimento delle liste d’attesa sanitarie. I Nas, con la loro esperienza nei controlli e nella tutela della salute pubblica, dovranno monitorare le strutture per individuare criticità e inefficienze. Questa collaborazione nasconde l’intenzione di intervenire su un fenomeno che da anni pesa su pazienti e operatori. L’accordo punta a fornire una risposta concreta alle segnalazioni raccolte, sperando di accelerare i tempi di attesa.
Necessità di un confronto approfondito
Nonostante questa adesione istituzionale, Vittorio Agnoletto ha espresso la necessità di un confronto diretto con i Nas. Secondo lui, “non basta controllare superficialmente l’emergere dei casi, ma serve un’analisi dettagliata degli episodi più gravi e significativi, con riferimenti puntuali alle strutture coinvolte.” Solo così si può comprenderne la radice e orientare le azioni verso soluzioni realmente efficaci.
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Le cause nascoste dietro le lunghe liste d’attesa in lombardia
Agnoletto parla apertamente delle motivazioni ‘inconfessabili’ che sarebbero alla base delle liste d’attesa. Spesso si tende a ignorare o minimizzare le dinamiche gestionali o organizzative che influiscono sui ritardi nelle prestazioni sanitarie. Tra queste, possono esserci inefficienze strutturali, cattiva programmazione o risorse insufficienti. In certi casi, emerge un giro di interessi che rallenta l’erogazione di servizi, con l’effetto di aumentare i tempi d’attesa.
Medicina Democratica ha raccolto numerosi casi in cui i pazienti vengono spostati da una struttura all’altra senza risposte tempestive. Queste vicende, documentate e segnalate negli ultimi anni, rappresentano una ferita aperta per il diritto alla salute. Il mancato accesso alle cure in tempi ragionevoli incide sul decorso delle malattie e, in certi casi, complica perfino la possibilità di guarigione.
Impatto sulle condizioni dei pazienti
Il ritardo nell’erogazione delle prestazioni sanitarie provoca un peggioramento delle condizioni cliniche. “Il mancato accesso veloce alle cure mette a rischio la salute stessa dei cittadini,” sottolinea Agnoletto, mettendo in evidenza un problema sistemico da affrontare con urgenza.
La denuncia di medicina democratica e l’appello alla collaborazione
Da anni Medicina Democratica si batte contro questo stato di cose, sollecitando una presa di responsabilità da parte delle autorità sanitarie. Agnoletto ha invitato i Nas a considerare la loro associazione come un interlocutore capace di fornire elementi concreti per un’indagine approfondita. La loro esperienza e le segnalazioni raccolte permetterebbero di agire con precisione su punti critici, superando i tentativi di occultamento o ignoranza volontaria.
Trasmissione “37e2” su radio popolare
Nei programmi della trasmissione “37e2” su Radio Popolare, lo stesso Agnoletto ha ribadito il bisogno di attenzione verso i pazienti in lista d’attesa. Ha evidenziato come spesso vengano trascurati gli impatti reali sulla salute della popolazione e sulle condizioni di chi attende da troppo tempo. Per loro, “la lotta contro le lunghe attese non può limitarsi a burocrazie o protocolli formali: serve una revisione completa delle procedure che reggono il sistema sanitario locale.”
Con questa richiesta, Medicina Democratica mostra di voler attivare una collaborazione più diretta con le forze dell’ordine specializzate in sanità. Lo scontro tra istanze civili e istituzionali appare necessario per smascherare i nodi critici e proporre interventi che garantiscano tempi di attesa più brevi e trasparenti.