Protesta in aula alla camera per l’aria condizionata troppo fredda durante le votazioni sul dl infrastrutture

Protesta in aula alla camera per l’aria condizionata troppo fredda durante le votazioni sul dl infrastrutture

Durante la seduta del 15 marzo 2025 alla Camera dei deputati, la deputata Patrizia Marrocco protesta contro il freddo eccessivo causato dall’aria condizionata, con interventi di Francesco Borrelli e Sergio Costa.
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Il 15 marzo 2025, durante una votazione alla Camera, la deputata Patrizia Marrocco ha denunciato il freddo eccessivo causato dall’aria condizionata, sollevando un dibattito sulle condizioni di lavoro parlamentari, a cui il presidente Sergio Costa ha risposto moderando la climatizzazione. - Gaeta.it

Nella giornata del 15 marzo 2025, durante le votazioni sul decreto infrastrutture alla camera dei deputati, si è accesa una discussione inaspettata sull’aria condizionata nell’aula parlamentare. Un intervento di protesta ha portato sotto i riflettori un problema che riguarda le condizioni di lavoro degli onorevoli, scagliandosi contro il freddo eccessivo che rischia di compromettere la salute di chi lavora nel palazzo.

La protesta della deputata patrizia marrocco su condizioni climatiche in aula

Nel corso della seduta pomeridiana, la deputata di Forza Italia patrizia marrocco ha interrotto i lavori per segnalare un disagio legato all’aria condizionata in aula. Non rivolgendosi alla questione del decreto in votazione, ma all’ordine dei lavori, ha espresso il proprio disappunto di fronte a temperature troppo basse. Ha sottolineato il rischio per la salute dei deputati, spiegando che il freddo eccessivo potrebbe provocare infezioni tipo placche o addirittura broncopolmoniti. Marrocco ha chiesto che la temperatura venga portata a livelli ragionevoli, per tutelare chi deve lavorare in quell’ambiente. L’intervento è stato accolto da un breve applauso di alcuni colleghi che condividevano la sua posizione.

Ambiente di lavoro e benessere

Questo episodio evidenzia come nel clima di lavoro parlamentare spesso vengano trascurati aspetti pratici, come le condizioni ambientali, che però influenzano il benessere e la concentrazione dei deputati durante le lunghe giornate di dibattito. Marrocco ha quindi posto l’attenzione su un tema di ordine pratico, relativamente semplice da risolvere, ma importante per la salute pubblica dentro il parlamento.

La replica del deputato francesco borrelli e la visione sugli ambienti di lavoro difficili

Subito dopo la richiesta di marrocco, il deputato Francesco Borrelli del gruppo Avs ha risposto mettendo in prospettiva il problema. Ha ricordato che molti lavoratori in Italia affrontano condizioni ben peggiori, spesso senza alcun sistema di aria condizionata. Borrelli ha citato casi in cui chi lavora all’aperto, sotto temperature che raggiungono i 40 gradi, rischia la vita ogni giorno. Di fronte a questo scenario, ha sostenuto che la priorità dovrebbe andare a quei lavoratori che soffrono davvero per il caldo insopportabile, e non a chi lavora in una stanza climatizzata.

Dal parlamento alla realtà del lavoro

Il commento del deputato avs ha ampliato la discussione, portandola dall’aula parlamentare verso la realtà più ampia della sicurezza sul lavoro. Ha sottolineato la differenza tra disagio relativo e pericolo concreto, facendo riflettere su come l’aria condizionata eccessiva in un ambiente chiuso come la camera sia un problema di comfort, ma certamente meno drammatico rispetto alle condizioni cui sono esposti molti lavoratori italiani in situazioni difficili.

L’intervento del presidente sergio costa e le prime indicazioni sul regolamento dell’aria condizionata

A quel punto, il presidente di turno Sergio Costa ha preso in carico la situazione. Ha riconosciuto che quella era la prima segnalazione ufficiale su questo tema nell’aula e ha deciso di intervenire. Costa ha dato indicazioni immediate per moderare il livello dell’aria condizionata all’interno della camera dei deputati, in modo da ridurre il disagio sollevato da marrocco senza però cancellare completamente la climatizzazione necessaria per il funzionamento della sede parlamentare.

Volontà di risolvere il problema

L’intervento del presidente ha mostrato la volontà di risolvere rapidamente la situazione. Il fatto che mancassero finora segnalazioni ufficiali dimostra che spesso certi problemi, magari percepiti come minori, tendono a rimanere sotto silenzio nelle istituzioni. Con questa decisione, la camera ha intrapreso il primo passo verso un ambiente di lavoro più confortevole per gli onorevoli, soprattutto durante le prolungate sedute parlamentari.

Questa vicenda mette in evidenza che anche i dettagli più pratici possono generare tensioni e dibattiti in parlamento, andando oltre la politica ordinaria. L’aria condizionata si è trasformata in un motivo di confronto civile, capace di richiamare l’attenzione su condizioni di lavoro vissute quotidianamente da centinaia di persone.

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