Processo perfido a trento: in aula 15 imputati per mafia, voto di scambio e altri reati

Processo perfido a trento: in aula 15 imputati per mafia, voto di scambio e altri reati

Il tribunale di Trento riprende il processo perfido contro 15 imputati tra politici e professionisti per infiltrazioni della ’ndrangheta nel settore del porfido, voto di scambio, armi illegali e abusi delle forze dell’ordine.
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Il tribunale di Trento ha ripreso il processo "Perfido" contro 15 persone, tra politici e professionisti, accusate di infiltrazioni mafiose nel settore del porfido, voto di scambio, detenzione illegale di armi e omissioni da parte di forze dell’ordine. - Gaeta.it

Il tribunale di Trento ha ripreso il processo perfido con la seconda udienza del secondo troncone, che mette sotto accusa 15 persone tra professionisti e politici per reati legati a infiltrazioni mafiose nel settore del porfido. Questa fase prosegue l’indagine che ha già confermato la presenza della ’ndrangheta nel tessuto economico locale. I capi d’imputazione includono associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, detenzione illegale di armi e circolazione di banconote false. Tra gli imputati spiccano ex sindaci e un ex parlamentare, mentre si affrontano anche accuse di omissione di soccorso e rivelazione di atti d’ufficio.

La prosecuzione del processo e i principali imputati

Il secondo troncone del processo perfido si è svolto nell’aula della corte d’assise di Trento, davanti alla giudice Elsa Vesco. Sono finiti sotto processo 15 “colletti bianchi” accusati su vari fronti criminali. Tra gli imputati per associazione mafiosa si trovano Alessia Nalin, Filippo Gioia e Vittorio Giordano. La loro posizione è centrale nel tentativo di accertare eventuali legami con la ’ndrangheta nella gestione degli affari legali e finanziari legati al porfido.

Voto elettorale politico-mafioso e altri reati

Nella stessa udienza sono stati chiamati a rispondere per il reato di voto elettorale politico-mafioso Domenico Morello, già condannato in secondo grado a dieci anni, insieme a ex amministratori locali come Bruno Groff, ex sindaco di Frassilongo, Mauro Ottobre, ex parlamentare presente in aula e difeso dall’avvocato Massimo Corsini, e Roberto Dalmonego, ex sindaco di Lona Lases. Questi capi di imputazione riguardano presunte influenze criminali sugli esiti elettorali attraverso metodi illegali e intimidatori.

L’attenzione del tribunale si è inoltre rivolta al possesso di armi: Pietro Denise e Saverio Arfuso, entrambi già condannati, sono imputati per detenzione di armi e munizioni. Altre accuse che emergono riguardano la circolazione di banconote false; a questo proposito finiscono sotto processo Mustafa Arafat e Francesco Favara.

Accuse coinvolgenti i carabinieri e il caso dell’operaio cinese pestato

La seconda udienza si è concentrata anche su accuse che coinvolgono membri delle forze dell’ordine della zona di Albiano. Sono imputati per omissione di soccorso, omessa denuncia e favoreggiamento tre carabinieri, Roberto d’Andrea, Nunzio Cipolla e Alfonso Fabrizio Amato, collegati a un episodio di violenza contro l’operaio cinese Hu Xupai. Questo caso aveva suscitato attenzione per le modalità con cui le forze dell’ordine avrebbero gestito la vicenda.

Un altro carabiniere, Luigi Sperini, è accusato di rivelazione di atti d’ufficio, una violazione che riguarda l’eventuale comunicazione illegale di informazioni riservate. Queste imputazioni puntano a chiarire possibili complicità o coperture interne.

Richieste di costituzione di parte civile e attori coinvolti

Nel corso dell’udienza sono state discusse nove richieste di costituzione come parte civile, segnalate da organizzazioni e enti istituzionali. La Cgil si è presentata con l’avvocato Giovanni Guarini, affiancata da Cisl e dalla cooperativa AltroTrentino. Questi soggetti rappresentano lavoratori e realtà sociali colpite dagli illeciti contestati.

Tra i richiedenti figura anche Hu Xupai, la vittima del pestaggio. Allo stesso tempo, Provincia di Trento e Comune di Lona Lases hanno chiesto di partecipare per tutelare interessi pubblici locali. Il presidenza del consiglio dei ministri con i ministeri della difesa e dell’interno ha avanzato analoga domanda, in veste di rappresentanza governativa e custode della legalità.

Impatto e valutazioni del giudice

Le richieste puntano a far emergere l’impatto concreto delle attività criminali e dei reati contestati sulla comunità e le istituzioni. Sarà compito del giudice valutare l’ammissione di ciascuna costituzione a parte civile per l’ulteriore sviluppo del procedimento.

Il secondo troncone del processo perfido prosegue quindi con un quadro complesso di imputazioni legate a infiltrazioni criminali, comportamenti illeciti di politici e amministratori, nonché presunti abusi di potere da parte di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza pubblica nella provincia di Trento.

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