Processo in appello per Giampaolo Amato a Bologna per l’omicidio della moglie e della suocera

Processo in appello per Giampaolo Amato a Bologna per l’omicidio della moglie e della suocera

Il processo di secondo grado a Bologna per Giampaolo Amato, ex medico della Virtus pallacanestro, riprende il 29 settembre 2025 con nuove perizie richieste dai difensori per rivedere la condanna all’ergastolo.
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Il processo d'appello per Giampaolo Amato, ex medico condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie e della suocera, inizierà il 29 settembre 2025 a Bologna, con la difesa che chiede nuove perizie tossicologiche per rivedere le prove. - Gaeta.it

Il processo di secondo grado per Giampaolo Amato, ex medico della Virtus pallacanestro e oculista, prenderà avvio il 29 settembre 2025 davanti alla corte di assise d’appello di Bologna. Amato era stato condannato all’ergastolo il 16 ottobre 2024 per l’omicidio della moglie Isabella Linsalata e della suocera Giulia Tateo. Il procedimento d’appello è stato avviato dopo il deposito dei nuovi atti difensivi incaricati dal legale dell’imputato.

Gli atti di appello e le richieste dei difensori di giampaolo amato

Il procedimento di secondo grado nasce dall’appello presentato dai difensori di Giampaolo Amato, il professor Franco Coppi e l’avvocato Valerio Spigarelli. I legali hanno chiesto un rinnovo dell’istruttoria per poter accertare ulteriormente i fatti contestati. Particolare rilievo assume la richiesta di disporre una nuova perizia tossicologica sui campioni analizzati in primo grado. Il tentativo, infatti, è di verificare con maggiore dettaglio le sostanze coinvolte nei decessi delle due donne.

Questo approccio mira a mettere in discussione la ricostruzione dell’accusa, che si basa sulla presenza di sevoflurano, un anestetico, e midazolam, una benzodiazepina. I difensori puntano a fornire nuovi elementi che possano modificare la valutazione delle prove. Il processo di primo grado si era concluso con la condanna all’ergastolo per Amato, ma il suo team legale insiste sulla necessità di riesaminare le evidenze medico-legali.

L’accusa e la risposta di giampaolo amato

L’accusa ha sostenuto che Giampaolo Amato avrebbe assassinato la moglie Isabella Linsalata e la suocera Giulia Tateo usando un mix di sevoflurano e midazolam. Secondo la ricostruzione fornita durante il processo a Bologna, queste sostanze avrebbero causato i decessi in maniera intenzionale. I giudici di primo grado hanno ritenuto credibile la tesi dell’uso di farmaci anestetici per procurare la morte.

Amato, ristretto in carcere dall’8 aprile 2023, ha sempre negato ogni coinvolgimento nei delitti. Ha respinto le accuse dichiarandosi non colpevole durante tutto l’iter giudiziario. La sua posizione difensiva ha sottolineato l’assenza di prove certe, puntando sulla necessità di ulteriori verifiche scientifiche. L’ex medico, inoltre, era stato assolto nel processo precedente per l’accusa di peculato legata al possesso dei farmaci impiegati.

Le parti civili e il contesto familiare della vicenda

Nel processo compaiono come parti civili la sorella di Isabella Linsalata e il fratello di Giulia Tateo. Sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Maurizio Merlini e Francesca Stortoni. Queste figure rappresentano gli interessi della famiglia delle vittime e hanno richiesto un risarcimento danni e giustizia per i loro cari.

La vicenda si svolge nel contesto di rapporti familiari complessi, in cui si inseriscono le accuse di omicidio mosse contro Amato. La rilevanza delle parti civili sottolinea il peso emotivo e personale che il caso comporta per i parenti stretti delle vittime. Inoltre, la loro presenza in aula contribuisce a mantenere alta l’attenzione sul processo in fase di appello, che sarà fondamentale per chiarire definitivamente le responsabilità.

Sviluppi del procedimento e attese per il verdetto

Gli sviluppi del procedimento saranno seguiti con attenzione, vista la gravità delle accuse e le richieste dei nuovi difensori di approfondire le indagini tramite perizie specialistiche. Il verdetto della corte d’assise d’appello di Bologna potrà confermare o ribaltare la condanna inflitta in primo grado, aprendo nuovi scenari per il caso Giampaolo Amato.

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