Il 25 giugno parte il processo d’appello contro alessandro impagnatiello, condannato per aver ucciso la fidanzata incinta lo scorso anno. L’omicidio ha sconvolto la comunità di senago, nel milanese. Impagnatiello ha ricevuto l’ergastolo oltre a misure aggiuntive per il delitto commesso il 27 maggio 2023 ai danni di giulia tramontano, di 29 anni e al settimo mese di gravidanza. Le accuse nei suoi confronti comprendono anche la premeditazione e atti di crudeltà. L’iter giudiziario in corso deve fare chiarezza sugli eventi di quella tragica giornata.
Dettagli dell’omicidio e contesto della vicenda
Il 27 maggio 2023 alessandro impagnatiello ha tolto la vita a giulia tramontano nella loro casa a senago, comune dell’hinterland milanese. La vittima era incinta di sette mesi e attendeva un bambino dall’uomo che aveva come fidanzato. Quel giorno si consumò un dramma che attirò l’attenzione dei media e della cittadinanza. Giulia, 29 anni, era stata protagonista di un confronto acceso con un’altra donna legata a impagnatiello da una relazione parallela. Le due avevano discusso di bugie e tradimenti, un clima teso e carico di sospetti.
Le conseguenze di quell’incontro furono fatali. Impagnatiello inflisse alla giovane 37 coltellate, concentrate soprattutto al collo e al torace, causando la morte immediata. Dopo l’atto, provò a cancellare ogni traccia, tentando di bruciare il corpo e poi nascondendolo all’interno di una intercapedine non distante dall’abitazione. L’episodio ha avuto un forte impatto sulla comunità, segnando questa vicenda come una delle più gravi nel milanese recente.
Leggi anche:
Processo e sentenza di primo grado: condanna e aggravanti
Il processo di primo grado si è concluso lo scorso novembre con la condanna a ergastolo per alessandro impagnatiello. La corte d’assise, chiamata a giudicare il caso, ha riconosciuto anche le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Queste aggravanti hanno pesato sulla sentenza finale, oltre al riconoscimento di responsabilità diretta per la morte di giulia tramontano e l’assassinio del bambino che portava in grembo.
Oltre all’ergastolo, sono state disposte misure specifiche: un periodo di isolamento diurno di tre mesi e un risarcimento provvisionale di 700 mila euro da versare alla famiglia della vittima. La decisione ha tenuto conto della gravità del delitto e del dolore causato ai familiari di giulia. La Procura aveva lavorato a fondo per raccogliere prove e testimonianze che confermassero l’intenzione dell’imputato di uccidere e la particolare crudeltà dell’atto.
confessione e indagini: il ruolo di pm alessia menegazzo
La svolta nelle indagini arrivò quando alessandro impagnatiello, messo sotto pressione dagli inquirenti, confessò l’omicidio. La pm alessia menegazzo, che seguì il caso, spiegò come l’imputato, stretto dalla rete investigativa, abbia ammesso di aver commesso il delitto dopo il confronto con la donna con cui era coinvolto in un’altra relazione. “Le dichiarazioni raccolte confermarono non solo la dinamica dell’omicidio ma anche la volontà consapevole di compiere l’azione.”
Le ricerche svolte subito dopo la scomparsa di giulia portarono alla scoperta del corpo occultato. Quel ritrovamento chiuse un lungo ciclo di indagini che ricostruirono le ultime ore di vita della vittima. Lo scenario emerso parla di un omicidio pianificato nonostante i sentimenti complicati e la gravidanza in corso. La dichiarazione di impagnatiello ha garantito agli investigatori un quadro più nitido sull’efferatezza del fatto.
impatto del caso su senago e la cronaca locale
L’omicidio di giulia tramontano e la denuncia pubblica di questa storia hanno lasciato un segno profondo a senago. La cittadina del milanese ha seguito con attenzione il procedimento e le notizie correlate. Questa vicenda ha acceso un dibattito sulle dinamiche di violenza nelle relazioni affettive e sui rischi che possono coinvolgere persone in situazioni delicate come una gravidanza. Le comunità vicine hanno espresso solidarietà alla famiglia della vittima.
Il caso ha ricevuto ampio risalto anche durante la sentenza e l’avvio del processo d’appello, previsto per la fine di giugno 2025. Il pubblico e gli organi d’informazione attendono i nuovi sviluppi per chiarire eventuali dubbi e verificare ogni aspetto del procedimento. Non è mancato un monitoraggio costante, soprattutto in vista della possibilità di nuove memorie difensive o testimonianze. Tutto ciò ha rafforzato la consapevolezza su tematiche legate a violenza domestica e giustizia penale.