Preoccupazioni confermate sulla crisi finanziaria dell’ospedale san camillo e le proteste sindacali in vista dello sciopero

Preoccupazioni confermate sulla crisi finanziaria dell’ospedale san camillo e le proteste sindacali in vista dello sciopero

La crisi economica dell’ospedale San Camillo di Trento mette a rischio posti di lavoro e servizi; sindacati Cgil, Cisl e Uil Fpl confermano lo sciopero del 22 maggio per il rinnovo contrattuale.
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L’ospedale San Camillo di Trento affronta una grave crisi economica che mette a rischio il personale e i servizi, con i sindacati che annunciano uno sciopero il 22 maggio per chiedere il rinnovo del contratto e maggiori garanzie. - Gaeta.it

La situazione economica dell’ospedale san camillo a trento resta critica, con ripercussioni sul personale e sull’organizzazione del lavoro. I sindacati Cgil, Cisl e Uil Fpl hanno espresso forte preoccupazione dopo l’ultimo confronto con i vertici della struttura, sottolineando il rischio di tagli e la necessità di un intervento urgente per tutelare dipendenti e servizi. Nel frattempo è stato confermato lo sciopero del 22 maggio per chiedere il rinnovo del contratto collettivo fermo da anni.

Conferma delle tensioni economiche e scarsa trasparenza nella gestione

I rappresentanti sindacali Alberto Bellini , Giuseppe Pallanch e Giuseppe Varagone hanno diffuso un comunicato unitario dopo il recente incontro con la direzione dell’ospedale. Hanno ribadito che la crisi finanziaria è reale e grave, tanto da richiedere il coinvolgimento di esperti esterni e di un procuratore per tentare di raddrizzare il bilancio. Il piano di rientro presentato dai vertici si propone di fronteggiare il debito ma lascia molti dettagli irrisolti.

I sindacati lamentano la mancanza di risposte chiare. Alcune domande cruciali sul futuro delle risorse umane e sulla stabilità economica sono rimaste aperte. Secondo Bellini, Pallanch e Varagone, la gestione attuale ha aumentato i danni d’immagine: non solo per la crisi in sé, ma soprattutto per il mancato rinnovo dei contratti e le difficoltà nel pagamento degli stipendi. La loro valutazione punta il dito contro chi amministra la struttura senza fornire certezze ai lavoratori.

Polemiche sul coinvolgimento del dipendente intervenuto fuori protocollo

In merito al dibattito interno, il comunicato sindacale fa riferimento all’intervento di un dipendente, Marco Maines, durante la riunione. I sindacati sottolineano che Maines non aveva titolo per prendere la parola e non era presente nello stesso incontro delle rappresentanze ufficiali. Questa situazione ha aumentato le tensioni e confuso i ruoli.

Cgil, Cisl e Uil hanno inoltre ribadito la necessità di evitare strumentalizzazioni e di mantenere un confronto chiaro e istituzionale con la direzione aziendale. Il rilancio sull’importanza del presidio ospedaliero per la città si accompagna a un appello a rispettare il personale, evitando attacchi non autorizzati o dispersione di responsabilità.

Il rischio tagli al personale e la protesta sindacale in programma

Un punto cruciale rimane la possibile riduzione dei posti di lavoro. I sindacati definiscono inaccettabile l’ipotesi di adottare processi di razionalizzazione che comporterebbero licenziamenti o sospensioni. Il mantenimento del personale è centrale per garantire la continuità dei servizi offerti dalla struttura.

In questo contesto, è stato confermato lo sciopero indetto per il 22 maggio. La mobilitazione si svolgerà anche a trento, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulle condizioni lavorative e il contratto collettivo fermo da sei anni. I sindacati denunciano una situazione di stallo che penalizza i lavoratori e mette a rischio la qualità dell’assistenza sanitaria. La loro posizione è netta nel chiedere che l’ospedale riferisca alle istituzioni politiche e religiose coinvolte, assumendosi piena responsabilità sulla crisi economica e organizzativa.

Le tensioni rimangono elevate mentre cresce la pressione per trovare soluzioni concrete. I prossimi giorni saranno decisivi per capire l’evoluzione della vicenda.

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