Premi di produttività: un aumento significativo dei contratti e dei beneficiari nel 2023

Il mercato del lavoro italiano mostra un incremento dei contratti attivi e dei premi di produttività, sostenuto da una tassazione favorevole, con il Nord Italia che guida la crescita.
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Premi di produttività: un aumento significativo dei contratti e dei beneficiari nel 2023 - Gaeta.it

Il mercato del lavoro italiano continua a mostrare segni positivi con un notevole aumento dei contratti attivi e dei premi di produttività. Secondo un report del ministero del Lavoro, i dati al 16 settembre 2023 evidenziano un incremento del numero di lavoratori coinvolti e dell’importo medio annuo erogato. Questi sviluppi sono incentivati dalla tassazione favorevole sui premi, che resta al 5% fino alla fine dell’anno.

Aumento dei contratti attivi e premi di produttività

Il report del ministero del Lavoro, guidato da Marina Calderone, rivela che il numero totale di contratti attivi ha raggiunto 17.114, segnando un aumento del 16,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando erano 14.667. Tra questi, 10.613 contratti sono stati depositati dall’inizio dell’anno fino alla metà di settembre, evidenziando un’attività contrattuale vivace. Da agosto fino alla metà di settembre, sono stati registrati 1.056 nuovi contratti. Tra le diverse tipologie di contratti, quelli aziendali rimangono i più numerosi, con un totale di 14.029.

In termini di obiettivi, le attività di contrattazione mirano a diversi aspetti: ci sono 13.723 contratti orientati alla produttività, 10.704 alla redditività e 8.443 alla qualità del lavoro. Inoltre, vi sono 1.574 contratti che contemplano piani di partecipazione e 10.218 misure di welfare aziendale. Questi dati evidenziano un impegno crescente da parte delle aziende a ottimizzare i risultati e migliorare le condizioni lavorative, attraverso misure che favoriscono il benessere dei dipendenti.

Distribuzione territoriale dei contratti di lavoro

Analizzando la distribuzione territoriale dei contratti attivi, il Nord Italia si conferma predominante, con il 74% dei patti sottoscritti. Questa area comprende la maggior parte delle iniziative di contrattazione per i premi di produttività, a dimostrazione della vitalità economica e dell’occupazione. Segue il Centro Italia, con il 16%, mentre il Sud rappresenta solo il 10% del totale. Questa disparità è significativa e suggerisce che vi siano opportunità da esplorare per migliorare la situazione economica nelle regioni meridionali.

Inoltre, esaminando la dimensione aziendale, emerge che il 47% delle aziende che hanno avviato contratti legati a premi e welfare ha meno di 50 dipendenti. Le aziende di medie dimensioni rappresentano il 15%, mentre le grandi aziende, con oltre 100 dipendenti, costituiscono il 38%. Questo scenario permette di comprendere come anche le realtà più piccole stiano cercando di migliorare le condizioni lavorative attraverso contratti innovativi.

Beneficiari e importi medi per lavoratore

Con quasi cinque milioni di lavoratori coinvolti, la ripartizione degli importi erogati nei vari contratti risulta significativa. Gli oltre 4.821.320 di lavoratori che beneficiano di tali contratti ricevono un importo medio annuo di 1.498,62 euro. Di questi, 3.430.822 lavoratori sono collegati a contratti aziendali, mentre 1.390.498 sono associati a contratti territoriali.

I dati sui premi di produttività mostrano un valore medio annuo di 1.713,66 euro per i contratti aziendali, rispetto ai 730,79 euro per quelli territoriali. Queste cifre indicano che le aziende stanno investendo maggiormente in contratti specifici che offrono premi più elevati rispetto a quelli di natura territoriale. Tale differenza mette in evidenza la variazione nei riconoscimenti economici che i lavoratori ricevono a seconda del contesto lavorativo e territoriale in cui operano.

Questi sviluppi nel mercato del lavoro non solo contribuiscono al miglioramento delle condizioni lavorative, ma rappresentano anche un’opportunità per le aziende di aumentare la propria competitività economica, creando un ambiente in cui i lavoratori possano prosperare.

Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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