Pranzo per 400 persone fragili al pontificio collegio irlandese di roma nel primo maggio 2025

Pranzo per 400 persone fragili al pontificio collegio irlandese di roma nel primo maggio 2025

La comunità di Sant’Egidio a Roma ha organizzato un pranzo per 400 persone in difficoltà al Pontificio Collegio Irlandese, coinvolgendo 200 volontari e ricordando papa Francesco nel giorno del primo maggio.
Pranzo Per 400 Persone Fragili Pranzo Per 400 Persone Fragili
Il 1° maggio a Roma, la comunità di Sant’Egidio ha organizzato un pranzo solidale per 400 persone in difficoltà, coinvolgendo 200 volontari e ricordando papa Francesco con un momento di convivialità e sostegno. - Gaeta.it

Nel giorno dedicato alla festa dei lavoratori, la comunità di Sant’Egidio ha organizzato un pranzo per circa 400 persone in difficoltà nel cortile e sotto i portici del Pontificio Collegio Irlandese a Roma. L’evento ha coinvolto 200 volontari che hanno curato cucina, servizio e logistica per sostenere chi vive senza fissa dimora o fatica a mantenersi con la pensione. La giornata non è stata solo una celebrazione del lavoro, ma anche un momento per ricordare papa Francesco, molto legato a molti degli ospiti presenti.

Il primo maggio nel cuore di roma tra convivialità e solidarietà

Il primo maggio è una data importante per molte famiglie italiane, tradizionalmente dedicata a incontri conviviali e momenti di condivisione. Quest’anno la comunità di Sant’Egidio ha scelto di spostare l’attenzione su chi affronta giornate difficili, organizzando un evento al Pontificio Collegio Irlandese in via dei Santi Quattro. Nel cortile interno, circa 400 persone tra senza fissa dimora e anziani con mezzi economici limitati, si sono riunite per pranzare insieme, scambiarsi parole e sorrisi. Chi frequenta abitualmente le mense della comunità ha trovato un’occasione speciale per sedersi a tavola in un ambiente accogliente e all’aperto.

Un’atmosfera familiare nel cortile del collegio

L’odore del cibo, le stoviglie disposte lungo i tavoli sotto il sole di maggio, hanno creato un’atmosfera che ha ricordato i pranzi in famiglia. Non era solo un pasto ma uno spazio dove ritrovarsi e uscire dall’isolamento. Per molte di queste persone, la pensione non basta a coprire le spese alimentari. Il pranzo ha rappresentato un sollievo concreto ma anche un gesto di attenzione umana, in un momento che è festa nazionale in tutta Italia.

Celebrare il lavoro e mantenere viva la memoria di papa francesco

Augusto d’Angelo, uno dei coordinatori della comunità per i servizi dedicati ai senza fissa dimora nella capitale, ha spiegato che l’iniziativa vuole unire due importanti valori. Si festeggia il primo maggio con la speranza che gli ospiti trovino presto un’occupazione che possa migliorare la loro situazione economica e sociale. In più, rende omaggio a papa Francesco, recentemente scomparso e ricordato con affetto da molti presenti.

Legami diretti con papa francesco

Molti infatti conoscevano personalmente il pontefice, con legami diretti attraverso iniziative come l’edificio di Palazzo Migliori, concesso in uso a 45 persone fragili grazie a un gesto di papa Francesco. Altri hanno partecipato ai pranzi organizzati nell’Aula Nervi, dove il papa accoglieva chi viveva ai margini della società. Il pranzo quindi diventa una festa collettiva che mette insieme il ricordo e l’azione concreta. Volontari e ospiti servono e aiutano a vicenda, consolidando il senso di comunità e sottolineando che questa giornata appartiene a tutti.

200 volontari al servizio della comunità tra giovani e studenti

Gabriele Palagiano, giovane studente di filosofia all’Università La Sapienza di Roma, è parte dei 200 volontari che hanno supportato l’evento. Ha raccontato il suo impegno come un modo per stare vicino a chi spesso è invisibile alla città. La sua esperienza in comunità è iniziata nell’ottobre 2024 ed è proseguita con varie attività come la distribuzione di pasti alla stazione Termini, l’ecolab settimanale e l’accoglienza umanitaria all’aeroporto di Fiumicino.

Il clima positivo del pranzo

Durante il pranzo ha evidenziato il clima positivo che si respirava, fatto di dialogo, allegria e condivisione. I tavoli sistemati sia all’aperto sia sotto il portico hanno favorito momenti di scambio e ascolto, con ospiti e volontari che hanno riso e raccontato le loro storie, liberandosi nel confronto. Lo stesso studente ha sottolineato che incontri come questo fanno sentire tutti “una grande famiglia”, dove non manca il sostegno e la compagnia. Il lavoro dei volontari si è concentrato su accoglienza, servizio dei pasti e organizzazione degli spazi, in modo che ogni ospite potesse sentirsi accolto e rispettato.

In un giorno di festa nazionale, gli angoli del Collegio Irlandese si sono trasformati così in un punto di incontro dove fragilità e solidarietà si sono intrecciate e dove la comunità ha dimostrato quanto conta costruire legami umani accanto a chi perde certezze quotidiane.

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