Polemiche su Report: l’audio dell’ex ministro Sangiuliano fa discutere Rai e politica

Polemiche su Report: l’audio dell’ex ministro Sangiuliano fa discutere Rai e politica

Il servizio di Report su una telefonata tra l’ex ministro Sangiuliano e sua moglie solleva polemiche legali e politiche, mettendo in discussione la privacy e l’etica del giornalismo d’inchiesta.
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Polemiche su Report: l’audio dell’ex ministro Sangiuliano fa discutere Rai e politica - Gaeta.it

Il recente servizio di Report su Rai 3, che ha ripreso una telefonata tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e sua moglie Federica Corsini, ha scatenato un intenso dibattito. Al centro della questione, la registrazione clandestina della conversazione, ora avvolta da controversie legali e critiche politiche. L’incidente solleva interrogativi non solo sulla modalità di indagine della trasmissione, ma anche sul rispetto delle normative vigenti riguardanti la privacy.

La registrazione della telefonata

La telefonata, riportata nel servizio di Report, evidenziava un’ammissione di infedeltà da parte dell’ex ministro, avvenuta in un contesto di confidenza tra sposi. La registrazione, effettuata senza il consenso di Sangiuliano e Corsini, è stata inizialmente pubblicata sul sito di Report e anticipata da Dagospia, ma è stata rimossa poco dopo. Questa decisione è stata interpretata come un’autodifesa dell’emittente, soprattutto a seguito di intimidazioni legali relative alla diffusione dell’audio. Si segnala inoltre che i carabinieri avrebbero acquisito la registrazione e che Luca Bertazzoni, autore del servizio, è stato ascoltato in un colloquio informale.

Le polemiche non si sono fatte attendere. In molti si sono chiesti se tali pratiche siano ammissibili nel contesto del servizio pubblico, che dovrebbe rispettare criteri di responsabilità e protezione della privacy. L’ideatore della trasmissione ha giustificato la scelta di trasmettere l’audio per motivi informativi, ma rimane il dubbio su quali siano i limiti che non devono essere superati nel giornalismo di inchiesta.

Le reazioni politiche

La risposta dell’opposizione, in particolare dei membri di Fratelli d’Italia, non si è fatta attendere. Un’interrogazione è stata presentata alla commissione di Vigilanza Rai, in cui i rappresentanti hanno chiesto chiarimenti all’amministratore delegato Giampaolo Rossi e al presidente facente funzioni Antonio Marano. Tra le questioni sollevate, si evidenzia se il servizio di Report sia conforme alle disposizioni normative e contrattuali del servizio pubblico. È stato messo in dubbio l’impatto di inchieste condotte in questo modo sulla reputazione di un programma storico come Report, considerato un punto di riferimento per l’informazione in Italia.

I firmatari dell’interrogazione hanno fatto riferimento a una nota del Garante per la privacy, pubblicata a settembre, che richiamava i media a una scrupolosa osservanza della normativa sulla protezione dei dati personali, includendo il principio dell’essenzialità dell’informazione. Le richieste di chiarimenti sono accompagnate dalla richiesta di azioni punitive nei confronti di reportage condotti in maniera considerata non etica.

La situazione della commissione di Vigilanza Rai

Un aspetto che merita attenzione è la complessa situazione della commissione di Vigilanza Rai, che da settimane non riesce a raggiungere il numero legale per le riunioni, a causa di una crisi interna che attanaglia l’organismo. La maggioranza ha scelto di disertare le sedute in attesa dell’approvazione della nomina di Simona Agnes come presidente della Rai, il che ha reso complicate le procedure di audizione. La convocazione della commissione, prevista per la mattina, si è trasformata nell’ennesimo tentativo frustrato di discutere le questioni spinose riguardanti la trasmissione.

Anche il senatore Maurizio Gasparri ha voluto dare il suo contributo all’interno di questo acceso dibattito. Citando un articolo di Aldo Grasso sul Corriere della Sera, ha criticato aspramente Report, accusando il programma di avere demolito l’immagine della Rai con contenuti inadeguati. Gasparri ha quindi presentato un’ulteriore denuncia nei confronti della Rai e di chi ha prodotto la trasmissione, esprimendo altresì solidarietà a Federica Corsini, la quale ha subito un attacco mediatico a suo avviso ingiustificato.

La questione si fa sempre più accesa, con sviluppi che potrebbero rivelarsi significativi sia per la Rai sia per la reputazione dei programmi di inchiesta in Italia.

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