Il 3 novembre 2024 ha avuto luogo presso l’Imago Museum di Pescara la terza edizione dell’evento “Radici Vestine – Innesti di Cultura e Territori”. Organizzato dall’associazione Terre dei Vestini e presieduto da Enrico Marramiero, il convegno ha l’intento di promuovere la denominazione vinicola Terre dei Vestini, in lizza per il riconoscimento DOCG, e valorizzare un’area ricca di tradizioni vinicole compresa tra la costa adriatica e le colline interne della provincia di Pescara. Questo evento è risultato rilevante nel contesto della crescita culturale e turistica della regione, perseguendo l’obiettivo di attirare l’attenzione su un territorio dalle radici storiche legate alla viticoltura.
Un legame secolare tra vino e territorio
L’archeologo Andrea Rosario Staffa ha fornito un’importante chiave di lettura sul rapporto storico tra le popolazioni vestine e il vino. Durante il suo intervento, ha suggerito di realizzare un museo itinerante nelle cantine della zona, per avvicinare i visitatori alle origini di questa tradizione millenaria. Lo scopo è di far comprendere come la cultura vinicola sia interconnessa con la storia e l’identità delle comunità locali. Staffa ha invitato tutti gli attori coinvolti nel settore a riflettere su come il patrimonio culturale, assieme al vino, possa creare opportunità di sviluppo per le economie locali.
La partecipazione di sindaci e rappresentanti di diverse denominazioni vinicole italiane ha arricchito il dibattito, evidenziando l’importanza della collaborazione tra diversi territori. L’attenzione si è concentrata soprattutto sul dialogo tra le tradizioni storiche e le pratiche innovative nel settore vitivinicolo, essenziali per il rilancio delle produzioni locali.
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Interactione con pratiche di successo
Il presentatore del Consorzio Etna DOC, Maurizio Lunetta, ha condiviso la propria esperienza nel contesto della denominazione vinicola siciliana, sottolineando gli effetti positivi che il vulcano ha avuto sulla produzione di vini di alta qualità. Ha messo in evidenza come un approccio che combina tradizione e innovazione, supportato dall’interesse delle nuove generazioni, permetta di promuovere in modo efficace il territorio e le sue produzioni. Lunetta ha sottolineato che “la comunicazione deve essere chiara ed accessibile, accompagnata da un costante impegno per la qualità e una maggiore conoscenza del territorio e dei vitigni.”
La lezione più importante dal modello EtnaDOC è che, nonostante le differenze geografiche e culturali, ci sono strategie e metodologie che possono essere adottate anche per il vino dell’Abruzzo. Questo messaggio ha trovato eco nei vari interventi dei relatori presenti, che hanno discusso su come le esperienze di successo possano servire da spunto per il futuro delle Terre dei Vestini.
Le sfide del settore vinicolo abruzzese
Nella continuazione del dibattito, i contributi di Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo, e Concezio Marulli, presidente dell’associazione Casauria DOCG, hanno offerto spunti di riflessione sul potenziale di crescita delle Terre dei Vestini. Tra i temi emersi, è stata sottolineata la necessità di un cambiamento nella mentalità dei produttori locali, evidenziando come una maggiore coesione verso obiettivi comuni rappresenti una chiave per il miglioramento complessivo del settore.
Lo stesso Enrico Marramiero ha posto interrogativi provocatori, chiedendo chiarimenti e spunti pratici su come incentivare questa trasformazione. Un coinvolgimento attivo e un cambio di approccio potrebbero portare a un significativo incremento della riconoscibilità dei vini abruzzesi nel panorama nazionale.
Degustazioni e scambi culturali
Il pomeriggio è stato animato da oltre 30 cantine vestine e siciliane che hanno offerto degustazioni durante i banchi d’assaggio. Questo momento ha permesso ai partecipanti di testare la varietà e la qualità delle produzioni vinicole provenienti da queste aree. Le degustazioni si sono rivelate un’importante opportunità di confronto e scambio tra i produttori e gli appassionati, contribuendo a rafforzare i legami tra i territori accomunati dalla passione per il vino.
“Radici Vestine” ha rappresentato non solo un evento dedicato ai vini, ma anche un importante punto di incontro per promuovere l’eccellenza del patrimonio enogastronomico locale, manifestando un rinnovato ottimismo sul futuro delle Terre dei Vestini nel panorama vinicolo italiano.