Pellegrinaggio da palermo a roma per l’anno santo: ricordo di don pino puglisi e paolo borsellino

Pellegrinaggio da palermo a roma per l’anno santo: ricordo di don pino puglisi e paolo borsellino

La comunità cristiana di Palermo si è unita a Roma per l’anno santo, celebrando don Pino Puglisi e Paolo Borsellino, rinnovando la fede e l’impegno civile tra pellegrinaggi, riflessioni sociali e tradizioni.
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La comunità cristiana di Palermo ha partecipato a un pellegrinaggio giubilare a Roma guidato dall’arcivescovo Corrado Lorefice, unendo fede, memoria di don Pino Puglisi e Paolo Borsellino, e impegno sociale per una speranza concreta nella città. - Gaeta.it

La comunità cristiana di Palermo ha raggiunto Roma per celebrare l’anno santo, raccogliendosi attorno alla tomba dell’apostolo Pietro e richiamando figure simbolo della città siciliana. L’arcidiocesi ha vissuto momenti intensi guidati dall’arcivescovo Corrado Lorefice, che ha voluto sottolineare l’importanza di una chiesa che si fa pellegrina di speranza e che porta con sé il ricordo di chi ha donato la propria vita per la giustizia e la fede. Nel quadro dei riti giubilari, sono emersi i nomi di don Pino Puglisi e del magistrato Paolo Borsellino, le cui storie si intrecciano con la realtà di Palermo.

La chiesa di palermo e la vocazione a essere pellegrina di speranza

Sabato 19 luglio, nell’altare della cattedra della basilica vaticana, mons. Corrado Lorefice ha celebrato la messa alla presenza di fedeli palermitani giunti a Roma con un pellegrinaggio giubilare. L’arcivescovo, accompagnato da dieci sacerdoti della sua diocesi, tra cui il vicario generale Giuseppe Olivieri e il vicario episcopale don Giuseppe Vagnarelli, ha ricordato le parole di don Pino Puglisi: “Dio ama sempre tramite qualcuno”. Questo concetto ha fatto da filo rosso al suo discorso, nel quale ha ribadito che una chiesa consapevole dell’amore divino diventa capace di trasmettere segni concreti di speranza.

Comunità in cammino

Lorefice ha insistito sul valore di una comunità in cammino, impegnata a testimoniare una fede viva e operativa. La chiesa, secondo il presule, deve farsi punto di riferimento per chi cerca risposte nel difficile contesto contemporaneo, senza fermarsi alle sole parole ma mostrando i frutti dell’amore di Dio nelle azioni quotidiane. In questo spirito, il pellegrinaggio diventa simbolo di conversione e rinnovamento spirituale.

La partecipazione di così tanti fedeli dalla diocesi di Palermo ha rafforzato il significato di questo momento. Il rito non è stato solo un evento liturgico, ma un richiamo a essere comunità attiva e solidale, capace di affrontare le sfide della società siciliana mantenendo saldo il legame con il messaggio cristiano. Il ruolo di padre Pino Puglisi, beato martire e voce critica contro la mafia, è stato evocato proprio per sottolineare la forza della testimonianza diretta.

Il ricordo di paolo borsellino nella giornata del 33° anniversario della strage di via d’amelio

Durante l’omelia, l’arcivescovo ha voluto soffermarsi sul ricordo di Paolo Borsellino, magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Il ventennale della sua morte ha offerto una forte occasione di memoria collettiva. Lorefice ha richiamato la figura di Borsellino come uomo di fede e figlio della chiesa palermitana, rimarcando la sua determinazione cristiana che ha animato il suo lavoro di magistrato fino al sacrificio della vita.

Ai cinque agenti della scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – è stato dedicato un pensiero particolare, ricordando il prezzo umano di un impegno che ha messo al centro la lotta contro la criminalità organizzata. La coscienza cristiana di Borsellino si è manifestata nella libera scelta di mettere a rischio la propria vita con l’obiettivo di difendere la giustizia e la legalità.

Impegno civile e testimonianza

L’omelia ha ribadito la necessità di mantenere viva questa testimonianza, affinché la società e la chiesa possano continuare a promuovere valori di carità e speranza. Il Giubileo si è configurato così come momento in cui recuperare quella fede animata dall’impegno civile, capace di sostenere la trasformazione sociale attraverso il bene comune.

Il cammino dei fedeli palermitani da piazza pia alla porta santa e l’appello alla speranza

La processione di fedeli che da piazza pia si è diretta verso la porta santa in San Pietro ha rappresentato un momento carico di emozioni. Monsignor Lorefice ha guidato la comunità su un percorso simbolico che ha evocato la forza del dono di sé e la richiesta di una speranza capace di estendersi a tutta Palermo. Ha invitato la comunità a essere responsabile, chiamata a un cammino condiviso di redenzione e conversione.

Le decine di fedeli presenti hanno ricevuto questo invito come spinta per sostenersi nella vita quotidiana, coltivando quella speranza che non delude e che si fonda sull’amore di Dio. Il pellegrinaggio ha offerto così un’occasione di raccoglimento, ma anche di riflessione sul bisogno di cambiamento dentro e fuori la chiesa.

Visite alle basiliche

Domenica 20 luglio, altri gruppi di pellegrini si sono mossi in diverse direttrici, alcuni verso Castel Gandolfo per ricevere il saluto del papa Leone XIV durante l’Angelus, altri verso la basilica di Santa Maria Maggiore, dove si trova la tomba di papa Francesco. Questo giro di visite ha arricchito la dimensione spirituale del viaggio, confermando il senso di unità tra le diverse comunità siciliane.

Le difficoltà sociali di palermo e le richieste di aiuto durante i festeggiamenti di santa rosalìa

In mezzo alla festa, alcuni fedeli e religiosi hanno espresso le preoccupazioni legate alla difficile situazione sociale che attraversa Palermo. Suor Letizia, delle sorelle francescane del vangelo, ha sottolineato l’allarme per la diffusione delle nuove droghe, in particolare il crack, che colpisce soprattutto i giovani. Ha descritto una città segnata da un senso di rassegnazione e dipendenza, dove il bisogno di speranza si fa urgente.

Il riferimento a Santa Rosalìa, patrona della città, è stato un richiamo a invocare protezione e guarigione per i mali che affliggono la comunità. Il 15 luglio, giorno tradizionale delle celebrazioni, ha rappresentato un momento simbolico per riflettere su queste difficoltà. La festa si è così intrecciata con una domanda profonda di cambiamento che passa dal campo spirituale a quello sociale.

Speranza profetica e azioni concrete

Il percorso giubilare ha fatto emergere questo legame tra fede e realtà quotidiana, chiedendo non solo preghiera ma anche azioni concrete per sostenere chi vive in situazioni di disagio. La parola d’ordine è diventata speranza profetica, capace di incidere sul presente senza rinunciare a un futuro migliore.

La partecipazione di gruppi parrocchiali, scout e il pellegrinaggio marittimo giubilarca

Tra i pellegrini arrivati a Roma, un gruppo particolare si è distinto per la sua storia. I canottieri del circolo velico Sferracavallo hanno ripetuto un pellegrinaggio iniziato 25 anni fa, partendo dal 7 giugno per risalire il mar Tirreno fino alle coste del Lazio. La canoa in vetroresina, progettata dal professor Ludovico Tulumello per il grande giubileo del 2000, ha rappresentato un elemento simbolico forte.

La statua dei santi Cosma e Damiano, posta sulla prua dell’imbarcazione, ha accompagnato il viaggio e la memoria delle radici parrocchiali della borgata marinara. Don Francesco Di Pasquale, parroco e referente ecclesiastico, ha seguito il gruppo, sottolineando il senso di questa esperienza che ha richiesto impegno fisico ma anche fede e speranza.

I giovani scout e la continuità della tradizione

Parallelamente, un sessantina di scout palermitani ha partecipato al pellegrinaggio durante un campo estivo a Bassano Romano. La loro presenza ha aggiunto un tono di freschezza e continuità alla tradizione giubilare, mostrando come le nuove generazioni rispondano a questi appuntamenti con entusiasmo e sincerità.

Tanti gruppi parrocchiali si sono mossi seguendo itinerari diversi, alcuni anche autonomamente, per aderire all’iniziativa nei giorni precedenti l’apertura della porta santa. Questo movimento collettivo ha dato forma a una comunità vibrante, pronta a testimoniare la propria fede attraverso la fatica del cammino e la partecipazione alle celebrazioni nella capitale.

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