Partir un jour, il film d'apertura di Cannes 2025: una commedia drammatica con sprazzi musical e nostalgia

Partir un jour, il film d’apertura di Cannes 2025: una commedia drammatica con sprazzi musical e nostalgia

Il film “Partir un jour” di Amélie Bonnin apre Cannes 2025 con una commedia musicale che esplora nostalgia, scelte di vita e il confronto tra Parigi e il borgo natale attraverso la storia di Cécile.
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Il festival di Cannes 2025 apre con “Partir un jour” di Amélie Bonnin, una commedia drammatica musicale che esplora nostalgia, scelte di vita e il confronto tra passato e presente, ambientata tra la provincia francese e Parigi. - Gaeta.it

Il festival di Cannes 2025 ha scelto di aprire con un’opera prima, “Partir un jour” di Amélie Bonnin, film che unisce una commedia drammatica a tocchi di musical. Questo titolo rompe la tradizione del festival proponendo un racconto che gira intorno alla nostalgia, le scelte di vita e il confronto tra passato e presente, il tutto ambientato tra la provincia francese e Parigi. Un debutto annunciato con curiosità, visto che sono state pochissime le registe ad inaugurare Cannes nella sua storia.

L’importanza della scelta di amélie bonnin come regista debutto al festival

Thierry Frémaux, delegato generale del festival di Cannes, ha sottolineato come sia stato un passo significativo aprire la rassegna con una regista esordiente. Amélie Bonnin è la terza donna a ottenere questo onore dopo Diane Kurys e Maïwenn. “Partir un jour è considerato da Frémaux un film che potrà conquistare un’ampia platea.” L’opera si presenta come una commedia musicale, ma il suo ritmo non è frenetico e agli elementi del musical affianca momenti di riflessione e sentimenti complicati, cosa che la rende diversa dai classici prodotti di questo tipo.

Il film deriva dall’omonimo cortometraggio pluripremiato del regista, che ha avuto modo di approfondire e allungare una storia dai toni intensi ma leggeri insieme. Dietro alla macchina da presa c’è un interesse a esplorare un mondo fatto di ricordi, scelte difficili e riconciliazione con sé stessi.

Trama di “partir un jour”: la storia di cécile tra passato e futuro

La protagonista principale del film è Cécile, interpretata da Juliette Armanet, cantautrice e attrice francese al suo primo ruolo importante. Cécile è una chef di talento, prossima a realizzare il suo sogno: aprire un ristorante a Parigi con il compagno Gérard, interpretato da François Rollin. Questa apertura segna un momento cruciale della sua carriera e della sua vita in generale.

Improvvisamente, riceve la notizia che suo padre ha avuto un infarto. Costretta a tornare nel paese natale, Cécile si ritrova in un ambiente più lento e familiare, fatto di luoghi e persone che aveva lasciato alle spalle da tempo. Tra ricordi e sentimenti che riaffiorano, aiuta i suoi genitori a mandare avanti il ristorante di famiglia. Durante questo periodo entra in contatto con vecchie conoscenze, amori e decisioni rimaste sospese.

Julien, il suo amore d’infanzia e interpretato da Bastien Bouillon, premio César come migliore promessa maschile, si fa di nuovo presente nella sua vita. L’incontro con lui apre nuovi interrogativi su cosa significhi davvero crescere e quale strada seguire tra un futuro incerto e un passato che sembra chiamare a sé.

Elementi musicali nel film e un tocco di leggerezza

“Partir un jour” inserisce momenti di musical in tempi calibrati e mai troppo invadenti per la storia. La colonna sonora e le interpreti musicali, in particolare Juliette Armanet che è anche cantautrice, danno una tonalità soffusa ma efficace al racconto.

Uno degli episodi più divertenti e inaspettati è la riproposizione di “Parole, parole”, il celebre brano di Mina, cantato con ironia dalla madre di Cécile, Martine, interpretata da Lorella Cravotta, durante un giro in camper. Questa scena porta un tocco di leggerezza in un film che parla di temi profondi come il ritorno al passato, i conflitti interiori e le scelte di vita.

La gestione di questi momenti musicali riflette la volontà di creare un’atmosfera sospesa tra emozioni e ricordi, senza forzare il ritmo con sequenze spettacolari. Il musical fa da sfondo, accompagnando la narrazione senza mai dominarla.

Cast e il valore delle interpretazioni

Il film si avvale di un cast scelto con cura. Juliette Armanet, protagonista, è al suo debutto importante come attrice dopo essere nota nel mondo della musica. Il suo volto e la sua voce danno un’impronta personale a Cécile, tra forza e fragilità.

Bastien Bouillon, che interpreta Julien, ha già alle spalle un premio César come promessa maschile. La sua presenza conferisce spessore al ruolo di un personaggio che rappresenta il legame vero con il passato e al tempo stesso una possibilità per un futuro diverso da quello che Cécile ha immaginato.

François Rollin realizza un ritratto credibile e sobrio di Gérard, l’uomo accanto a Cécile, che incarna il progetto e la stabilità che lei vuole raggiungere. Lorella Cravotta, madre di Cécile nel film, aggiunge una nota di realismo e ironia con il suo personaggio.

La combinazione degli attori funziona per dare realismo e coinvolgimento, mantenendo l’intensità delle emozioni e rinforzando la narrazione in ogni passaggio.

Il ruolo dell’ambientazione tra parigi e il borgo natale

Il confronto tra Parigi e il paese natale di Cécile rappresenta un elemento chiave del film. La città, simbolo di sogni e ambizioni professionali, appare in contrasto con la lentezza e la familiarità del borgo d’origine dove si sviluppano ricordi e relazioni personali.

Questa differenza si riflette non solo negli ambienti ma anche nel ritmo della vita dei personaggi. Nel paese, il tempo sembra scorrere più lentamente, le giornate sono scandite da abitudini antiche e rapporti consolidati, mentre nella capitale si respira tensione e fretta dettate dalla carriera e dalle aspettative.

La scelta di mostrare entrambi i luoghi coinvolge lo spettatore in una riflessione sulle priorità e sulle possibilità di spostarsi tra luoghi diversi per trovare un nuovo equilibrio. Il ritorno al paese natale non è un semplice ritorno ma l’inizio di un processo che obbliga Cécile a ripensare alla sua identità e ai legami del passato.

La cucina e il mondo gastronomico sono un filo conduttore che lega queste ambientazioni e racconta la passione della protagonista per il suo lavoro, presente in ogni scena e momento della storia.

Il film “Partir un jour” di Amélie Bonnin apre così la 78ª edizione di Cannes con una storia che combina le sfumature di un ritorno alle radici, la ricerca personale e l’immagine di una Francia tra tradizioni e sogni contemporanei.

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