Il Palazzo Reale di Napoli continua a rivelare i suoi segreti storici, grazie all’apertura di nuovi spazi dedicati ai visitatori e alla presentazione della mostra permanente “Le ceramiche dei Viceré“. Questa iniziativa non solo mette in luce i reperti straordinari provenienti dai fondali storici del Palazzo, ma permette anche di rivivere la Napoli del ‘400 e del ‘500, epoche di grandi cambiamenti e di intensi scontri tra le famiglie nobiliari. Di seguito, esploreremo in dettaglio le novità e i reperti trovati, nonché il significato culturale di questo progetto.
Scavi archeologici e recupero della storia
Recenti scavi condotti presso il Palazzo Reale hanno portato alla luce preziosi elementi architettonici e culturali. I lavori di ristrutturazione avviati nel 1999 hanno rivelato parti di murature legate a un antico parco soprastante il Maschio Angioino, le cui strutture furono danneggiate dai conflitti tra Angioini e Aragonesi. Fu Don Pedro da Toledo, viceré spagnolo nel XVI secolo, a orchestrare un ampio progetto di riorganizzazione dei luoghi, incluso l’implementazione di una pavimentazione a spina di pesce, oggi visibile per la gioia dei visitatori.
In concomitanza con la costruzione del Palazzo Vicereale, venne realizzata una cisterna profonda circa 19 metri, che, successivamente blindata nel Seicento, divenne un’improvvisata discarica. Durante gli scavi, sono stati trovati cinquemila frammenti di oggetti, tra cui una fontana, vetri e vestigia in materiali vari come cuoio, legno e osso, importanti per ricostruire un quadro della vita quotidiana e delle abitudini alimentari in epoca vicereale. Sono stati coinvolti specialisti dei laboratori di Pompei, con l’obiettivo di analizzare e interpretare questi reperti sotto un nuovo punto di vista.
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Una mostra per raccontare la vita dei viceré
Il percorso espositivo “Le ceramiche dei Viceré” offre uno spaccato della vita quotidiana nell’antica Napoli. Oggetti come ciotole, piatti e mattonelle, frutto di scavi meticolosi, sono esposti in un ambiente ottocentesco che un tempo fungeva da accesso ai locali della Tesoreria della Real Casa. Questa scelta curatoriale non è casuale: intende portare i visitatori in un viaggio nel tempo, riportandoli indietro nei secoli, prima che il Palazzo fosse costruito. L’architetto Stefano Gei, responsabile dell’allestimento, ha sottolineato l’importanza di “una narrazione che collega le vicende storiche e architettoniche del Palazzo”.
L’allestimento non si limita ai reperti ma si propone di immergere il pubblico in un’atmosfera evocativa, arricchita da storie di un passato ricco di avvenimenti. Collezionare questi oggetti significa raccogliere una parte fondamentale della cultura napoletana, etichettata con attenzione per la sua rilevanza storica e sociale.
I nuovi spazi e l’ampliamento dei servizi
L’ampliamento dei servizi al Palazzo Reale è un passo significativo verso una fruizione culturale più ampia. Paola Ricciardi, dirigente delegata dal direttore generale dei Musei Massimo Osanna, ha evidenziato che i nuovi spazi saranno accessibili dalla primavera, in attesa della scelta di un concessionario tramite bando pubblico. Gli investimenti di circa 800 mila euro sono parte del Piano Strategico “Grande Progetto Beni Culturali“, che ha dedicato 23 milioni di euro al Palazzo Reale.
Le modifiche recenti comprendono la realizzazione di passerelle in acciaio e vetro, progettate per offrire una visuale privilegiata sulle aree archeologiche, creando esperienze immerse in un viaggio nel tempo e nello spazio. Almerinda Padricelli, responsabile del progetto, sottolinea come queste innovazioni non solo facilitino la visualizzazione dei reperti, ma contribuiscano a un’esperienza immersiva che colleghi il pubblico alle origini storiche del Palazzo.
Il Palazzo Reale di Napoli, così rinnovato, non è solo un luogo di esposizione, ma diventa un palcoscenico che racconta storie passate, rendendo omaggio al ricco patrimonio culturale della città e aprendo un dialogo tra visitatori e storia.