La guerra a Gaza continua a mietere vittime e scatenare reazioni cariche di dolore e rabbia. Tra le voci di chi chiede un’immediata cessazione delle ostilità c’è padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. In un’intervista concessa al Corriere.it esprime con chiarezza il suo punto di vista, invitando a fermare la violenza e a superare l’odio che alimenta questo conflitto senza sosta.
Padre faltas contro l’offensiva israeliana: una guerra che alza il prezzo delle vittime civili
Padre Ibrahim Faltas definisce un “errore” la condotta dell’IDF, le forze di Difesa Israeliane, mentre cresce il bilancio di morti a Gaza. Il sacerdote, che conosce bene la realtà del territorio, rimarca come l’alternativa migliore sarebbe lo stop immediato agli scontri e la ricerca di un dialogo. Per lui la guerra non porta altro che lutti, sofferenze e distruzione. Ricorda che ogni vittima è sangue versato inutilmente.
Mettere fine alle ostilità significa anche fermare l’ondata di vendetta che acuisce le tensioni tra le parti. Padre Faltas sottolinea che non ci si può limitare a un racconto parziale, ma occorre guardare alla dimensione umana di chi subisce gli effetti della guerra, spesso senza colpa. L’odio, secondo lui, non fa altro che alimentare il ciclo di violenze.
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In queste ore drammatiche padre Faltas resta in contatto diretto con padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza. Il sacerdote italiano è coinvolto in prima linea nella gestione della crisi: ferito ma ancora attivo, sta assistendo chi ha bisogno nonostante le condizioni difficili e pericolose in cui si trova.
Padre Romanelli rappresenta la presenza religiosa che non si limita a parole ma si spende per la cura di chi soffre. La sua testimonianza diretta racconta di un territorio devastato da un conflitto che non risparmia neanche chi porta la pace. Questo supporto concreto sulla scena, sottolinea padre Faltas, è essenziale per non perdere la speranza in un momento segnato dal dolore.
L’appello alla pace di chi vive il conflitto sulla propria pelle
Il messaggio di padre Ibrahim Faltas è chiaro e rivolto a tutti: servono parole e gesti che cancellino l’odio. Nelle sue parole si sente la drammaticità di chi vive in una terra in cui la guerra è una ferita aperta, reale e quotidiana. La richiesta è di smettere con la “vendetta” e con la morte, ricercando un cammino diverso, che metta al centro la dignità umana.
Questa voce arriva da qualcuno che conosce da vicino i drammi del conflitto e che vede ogni giorno come il numero delle vittime cresce senza che si intuisca una strada verso la riconciliazione. Padre Faltas fa appello al senso di umanità per invertire una rotta che ha già causato troppa sofferenza in Medio Oriente.