Otto crateri giganteschi nel permafrost siberiano: cosa sappiamo sulle loro origini e i rischi per il clima

Otto crateri giganteschi nel permafrost siberiano: cosa sappiamo sulle loro origini e i rischi per il clima

Nelle penisole di Yamal e Gydan in Siberia, otto grandi crateri nel permafrost si sono formati a causa di esplosioni dovute al rilascio di gas metano, fenomeno aggravato dal riscaldamento globale.
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Nelle penisole siberiane di Yamal e Gydan, enormi crateri si formano nel permafrost a causa dello scioglimento e delle esplosioni di gas metano intrappolato, fenomeno legato al riscaldamento globale. - Gaeta.it

Nelle gelide penisole di Yamal e Gydan, in Siberia, si trovano otto enormi crateri che si sono formati nel terreno perennemente ghiacciato chiamato permafrost. La loro presenza ha catturato l’attenzione degli scienziati per oltre un decennio e solo di recente sono emerse spiegazioni più precise sulle cause di queste grandi cavità. Questi crateri, profondi fino a 50 metri, rappresentano un fenomeno unico nell’Artico e potrebbero indicare processi naturali legati allo scioglimento del permafrost e al rilascio di gas intrappolati nel terreno.

La formazione dei crateri nei siti di yamal e gydan

Le penisole di Yamal e Gydan ospitano questi crateri singolari che non hanno equivalenti in altre regioni artiche. Secondo una teoria recente, i crateri si sono formati in luoghi dove un tempo erano presenti laghi pieni di gas naturale. Con il tempo, quei laghi si sono prosciugati, lasciando esposto il terreno ghiacciato a temperature rigide che hanno bloccato la fuga dei gas. Il metano e altri gas intrappolati sotto il permafrost avrebbero quindi accumulato pressione fino a provocare violente esplosioni, dando origine alle cavità visibili oggi.

Le indagini sul permafrost e il gas intrappolato

Il permafrost in queste zone varia da pochi metri fino a quasi 500 metri di spessore. Si ritiene che questo terreno ghiacciato si sia formato più di 40mila anni fa, inglobando sedimenti marini ricchi di metano. Nel corso dei millenni, gran parte di questo metano è rimasto bloccato, ma alcune zone sottostanti producono calore sufficiente a sciogliere il ghiaccio, creando sacche di gas intrappolato. Lo scioglimento dal basso genera instabilità che può sfociare in improvvise esplosioni, capaci di spostare blocchi di ghiaccio e terra.

Il ruolo del riscaldamento globale e i pericoli legati alle esplosioni

Il cambiamento climatico sta indebolendo sempre di più il permafrost siberiano. Nelle aree in cui è già sottile, il graduale scioglimento, unito alla pressione dei gas, rischia di far collassare lo strato gelato rimasto. È così che si potrebbero generare nuove esplosioni simili ai crateri appena scoperti. Questo fenomeno, definito dai ricercatori “effetto champagne”, si accompagna alla presenza di crateri più piccoli e danni al terreno causati dai blocchi di ghiaccio scagliati dalle esplosioni. Questi eventi liberano gas metano nell’atmosfera, aggravando l’aumento delle temperature globali e innescando un ciclo difficile da controllare se lo scioglimento del permafrost continua a ritmo sostenuto.

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