La possibile chiusura o accorpamento dell’ufficio doganale di Viterbo con quello di Civitavecchia ha scatenato reazioni immediate. Le autorità locali e i sindacati sono contrari a un cambiamento che, a loro giudizio, rischia di complicare i servizi per imprese e cittadini. Si discute di un piano dell’agenzia delle dogane che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali, ma questa ipotesi incontra un netto rifiuto soprattutto per le ricadute pratiche nel territorio Laziale.
Il contesto della riorganizzazione degli uffici doganali nel lazio
L’agenzia delle dogane ha messo in campo una ristrutturazione che prevede l’unificazione di alcune sedi, tra cui l’ufficio di Viterbo e quello di Civitavecchia. La ragione ufficiale sarebbe quella di ottimizzare le risorse e razionalizzare l’organizzazione del lavoro. Al momento, però, la proposta incontra resistenze forti da parte di chi insiste sul mantenimento dell’ufficio di Viterbo, aperto nel 2021, e sul ruolo che ha assunto nel territorio.
L’ufficio dogane di Viterbo funziona all’interno di uno stesso stabile dove si trovano anche gli uffici dei monopoli di stato per la provincia. Questo significa che il lavoro amministrativo e operativo è collegato e integrato, elemento che per molti rappresenta un punto di forza da non trascurare. Il timore è che la chiusura o il declassamento di Viterbo, a vantaggio di un ufficio unico a Civitavecchia, possa creare disagio e rallentamenti nei servizi. L’area si allargherebbe infatti includendo tre province: Rieti, Viterbo e Roma, con un territorio molto vasto e complesso da gestire.
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Le preoccupazioni sulle conseguenze operative per le imprese e il territorio
Chi si oppone all’accorpamento sottolinea come la creazione di un unico ufficio a Civitavecchia rischierebbe di aumentare le distanze tra utenti e uffici. Le imprese di Viterbo e provincia perderebbero la possibilità di ricevere assistenza diretta e immediata, un aspetto determinante soprattutto per chi opera nel commercio internazionale. Il porto di Civitavecchia, per il Lazio, è nodale per le attività portuali e logistico-commerciali, ma la gestione di un territorio così ampio potrebbe complicare invece la rapidità delle risposte.
Inoltre, l’arrivo di nuove sfide a livello commerciale, come le tensioni legate alle guerre commerciali, richiederebbe un supporto diretto e capillare, che in un ufficio distante da Viterbo potrebbe non essere garantito. Il rischio è che la qualità dei servizi si riduca e le imprese si trovino a dover fare i conti con pratiche più lente o più complesse da gestire. La distanza tra Viterbo e Civitavecchia non è solo geografica, ma ha un peso concreto nella gestione quotidiana delle pratiche doganali.
L’interporto di orte e il ruolo strategico della dogana nella logistica regionale
Un altro elemento che ha alimentato la discussione riguarda l’imminente apertura dell’interporto di Orte. Questa nuova infrastruttura, concepita per ospitare un ufficio doganale di quasi 200 metri quadrati, potrebbe diventare un punto di riferimento importante per la logistica e il trasporto nel centro Italia. La presenza di un ufficio doganale moderno all’interno dell’interporto favorirebbe lo snellimento delle procedure e la crescita delle attività commerciali.
Chi oppone resistenza alla chiusura di Viterbo segnala che il piano attuale non considera a fondo questa realtà. L’interporto di Orte nasce proprio per migliorare la gestione dei flussi di merci, facendo da hub innovativo, e richiederebbe che un ufficio doganale autonomo sul territorio rimanga attivo. Nei fatti, la concentrazione del servizio a Civitavecchia potrebbe disperdere attenzioni e risorse, andando a penalizzare strutture emergenti che dovrebbero invece ricevere supporto.
Il valore dell’ufficio doganale di viterbo per il tessuto economico locale
L’ufficio doganale di Viterbo rappresenta un punto di riferimento per le attività economiche della provincia. La gestione diretta ha garantito negli ultimi anni una maggiore vicinanza sia alle imprese, sia agli operatori commerciali che si trovano a dover affrontare procedure complesse nel commercio internazionale. La perdita di questo presidio rischierebbe di amplificare le difficoltà degli utenti, costretti a rivolgersi a sedi più distanti e meno agevoli da raggiungere.
Il segretario regionale dogane e monopoli della UILPA Lazio ha richiamato l’attenzione sul valore territoriale di tenere aperto questo ufficio. La sua chiusura rischierebbe di creare disservizi e di ridurre l’efficacia dei servizi offerti. La dimensione vasta dell’ufficio unico a Civitavecchia amplifica questi timori, mettendo in difficoltà un ampio bacino di utenti.
Per le imprese, un ufficio doganale nel capoluogo di provincia significa poter contare su un punto di contatto per risolvere rapidamente i problemi. È una questione non solo organizzativa ma anche strategica per il supporto alle attività commerciali che puntano a crescere o comunque a mantenere la propria competitività sul mercato. Lo spostamento del servizio potrebbe invece soffocare questo rapporto diretto, con effetti negativi sulla produttività e i tempi di risposta.