Operazione twin brothers, 23 denunciati per false patenti e sostituzione di persona in Italia

Operazione twin brothers, 23 denunciati per false patenti e sostituzione di persona in Italia

Un’indagine della polizia stradale coordinata dalla Procura di Bolzano ha smascherato un sistema di falsificazione e sostituzione di persona per ottenere patenti false, coinvolgendo 23 stranieri residenti soprattutto nel Lazio.
Operazione Twin Brothers2C 23 D Operazione Twin Brothers2C 23 D
A giugno 2025 in Trentino Alto Adige e Belluno la polizia stradale ha denunciato 23 stranieri per falsificazione di patenti di guida, smascherando un sistema di sostituzione di persona e documenti falsi coordinato dalla Procura di Bolzano. - Gaeta.it

A fine giugno 2025 si è conclusa in Trentino Alto Adige e Belluno un’indagine della polizia stradale che ha portato alla denuncia di 23 stranieri per falsificazione di patenti di guida. L’operazione, denominata “twin brothers”, è stata coordinata dalla Procura di Bolzano e ha svelato un sistema di sostituzione di persona e uso di documenti falsificati per ottenere patenti in modo illecito. I dettagli delle indagini rivelano un meccanismo ben organizzato che coinvolge cittadini stranieri residenti soprattutto nel Lazio.

Come sono iniziate le indagini sulla richiesta di patenti

Tutto è partito a novembre 2024, dopo la segnalazione di uno smarrimento da parte di un richiedente della patente. La polizia stradale di Bolzano ha deciso di controllare la richiesta di duplicato di una patente rilasciata pochi mesi prima da un ufficio del Lazio a un cittadino del Mali residente in Alto Adige. Contrariamente ai normali controlli, è emersa una discrepanza nel volto ritratto nella foto della patente originale e quello della persona che chiedeva il duplicato.

L’analisi dettagliata è rivelata una somiglianza apparente ma al tempo stesso un’identità diversa tra il titolare del documento e chi lo stava richiedendo. Questo particolare ha suggerito che qualcuno stava usando immagini simili per trarre in inganno gli uffici preposti al rilascio. Da queste verifiche è nato il sospetto di una truffa legata all’ottenimento illecito delle patenti che ha portato gli agenti ad approfondire la situazione con ulteriori accertamenti.

Il meccanismo di sostituzione di persona e le modalità utilizzate

Le successive operazioni investigative hanno portato a scoprire il coinvolgimento di un cittadino maliano domiciliato a Viterbo. Questi, già noto per reati simili, si presentava agli uffici patenti in diverse regioni al posto dei veri candidati. Il ricorso a una notevole somiglianza fisica con le vittime permetteva di superare i controlli. A questo si aggiungevano dettagli come acconciature analoghe, abiti simili, e foto di bassa qualità che rendevano difficile rilevare la frode.

In pratica l’uomo sostituiva i candidati anche durante l’esame teorico, approfittando delle difficoltà nella verifica dell’identità per ottenere le patenti per altre persone. Da qui nasce il nome dell’operazione, che fa riferimento al doppio volto e alla confusione generata dalla presenza di due soggetti “twin” simili ma distinti. Il metodo ingannava gli addetti agli uffici patenti che si affidavano solo al confronto tra volto e documento.

Sviluppi dell’indagine e perquisizioni nelle abitazioni

A febbraio 2025 la Procura di Bolzano ha autorizzato due perquisizioni, una delle quali è stata eseguita nell’abitazione di Viterbo del cittadino maliano individuato come sostituto abituale. All’interno sono stati trovati e sequestrati numerosi documenti falsificati o relativi a patenti ottenute illegalmente. La raccolta di questa prova ha permesso di estendere le indagini a un gruppo più ampio di stranieri coinvolti nella stessa rete.

Gli approfondimenti hanno identificato altri 21 stranieri provenienti da Mali, Senegal e Costa d’Avorio. Molti di loro vivono nel Lazio e stavano per sostenere, oppure avevano già superato, gli esami tramite il supporto illecito del medesimo sostituto. La polizia ha immediatamente bloccato tutte le pratiche fraudolente ancora in corso per evitare ulteriori falsificazioni.

Azioni della polizia stradale e conseguenze legali

Successivamente, la polizia stradale di Bolzano ha collaborato con gli uffici di Roma e Viterbo per eseguire nuovi decreti di perquisizione nei confronti dei sospettati. Queste operazioni hanno portato al sequestro di materiale probatorio e alla revoca delle patenti ottenute con metodi fraudolenti. Gli indagati hanno ricevuto avvisi di garanzia, sottolineando la gravità delle accuse.

L’intervento si è concentrato su reati precisi come sostituzione di persona e falsificazione documentale, con conseguenze che impediscono agli indagati di usare i patentini strappati con inganno. Le forze dell’ordine seguono ancora eventuali sviluppi per individuare eventuali complici o ulteriori episodi simili sul territorio italiano.

La vicenda mette a fuoco un problema di sicurezza e affidabilità delle procedure amministrative legate al rilascio delle patenti, con importanti ripercussioni sulle condizioni di sicurezza stradale.

Change privacy settings
×