Un’operazione dei carabinieri del comando provinciale di pescara ha portato a nove misure cautelari, eseguite all’alba di oggi 6 febbraio 2025, contro presunti responsabili di traffico di droga in città. Il provvedimento, disposto dal gip francesco marino su richiesta del pm giuliana rana, ha colpito le cosiddette “tre piazze” di spaccio che operavano tra via gallero, via lago di capestrano e via caduti per il servizio, località situata nel quartiere fontanelle. Le indagini, condotte dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di pescara, si sono sviluppate tra dicembre 2023 e l’estate 2024, e hanno documentato come questi luoghi rappresentassero un serio problema per la vita dei residenti.
Dettagli dell’operazione e i soggetti coinvolti
Le misure cautelari hanno riguardato nove individui: cinque agli arresti domiciliari, tre con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e uno con divieto di dimora nel comune di pescara. Tutti sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli indagati sono già noti alle forze dell’ordine e provengono in prevalenza dal quartiere rancitelli. Tra loro, spicca la posizione di un uomo sottoposto a misura alternativa che, approfittando di permessi per visite mediche e assistenza familiare, si spostava in città per incontri con altri pregiudicati.
L’uso del terreno nel comune di spoltore
L’indagato utilizzava un terreno nel comune di spoltore, dove si trovava un casolare con stalla e rimessa agricola collegati a lui, lontano dal percorso previsto dalle misure cautelari. In quel luogo occultava lo stupefacente destinato alla vendita. Nel marzo 2024, durante un servizio di osservazione, i carabinieri lo hanno visto nascondere una busta di plastica su quel terreno. Successivamente, con l’aiuto di unità cinofile, hanno recuperato hashish nascosto in un vaso di terracotta. L’uomo è stato poi arrestato con oltre 250 grammi di hashish e associato alla casa circondariale di pescara.
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Il ruolo della donna del quartiere rancitelli e la rete di spaccio
Tra gli indagati si distingue anche una donna residente nel quartiere rancitelli, gravata da precedenti penali, che avrebbe fatto dello spaccio la sua principale fonte di reddito. Disoccupata e senza redditi registrati, ella si serviva di una rete composta da altre persone con ruoli precisi, coordinate nel processo di vendita. Gli investigatori hanno ricostruito le modalità dello spaccio attraverso osservazioni, intercettazioni e il coinvolgimento di alcuni assuntori, scoprendo ruoli ben definiti: da vedette a chi materialmente cedeva la droga.
Modalità operative della rete di spaccio
L’attività illegale si svolgeva in casa, in un appartamento al piano terra con accesso dal cortile. I clienti abituali, spesso quindicenni e più, dopo contatti telefonici per verificare la presenza dei coniugi, entravano nell’appartamento, indicavano il tipo e la quantità di droga desiderata, consegnavano il denaro e uscivano rapidamente per evitare sospetti. Durante le indagini si sono documentate oltre cinquanta cessioni quotidiane o quasi, confermando la continuità e la pericolosità di questo circuito.
Linguaggi in codice e modalità di spaccio nella rete criminale
Gli indagati usavano linguaggi in codice per scambiarsi informazioni sulle sostanze disponibili o per comunicare l’eventuale mancanza di droga. Questa strategia evitava di dare troppe informazioni a persone estranee e tutelava l’attività criminale. Le parole criptiche venivano comprese solo dagli addetti al traffico e dai clienti abituali, confermando una struttura organizzata e radicata.
Prove raccolte e decisioni dell’autorità giudiziaria
Le indagini hanno raccolto prove che evidenziano un comportamento stabile e assiduo degli imputati nel traffico illecito. L’autorità giudiziaria ha deciso di adottare misure restrittive adeguate, per evitare la reiterazione dei fatti e proteggere la vivibilità delle zone colpite. Le piazze individuate costituivano fonte di degrado sociale e disagio per chi abita nei quartieri di pescara indicati.
Lo sviluppo di quest’indagine racconta un episodio significativo di lotta alle droghe nelle città italiane, confermando la presenza di network organizzati anche in quartieri periferici, e sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel controllare territori difficili e restituire sicurezza ai cittadini.