La città di Trieste ospita una mostra multimediale che unisce arte visiva e musica per raccontare, attraverso il lavoro di sette artisti del Nord Est, un messaggio di pace e condivisione. L’iniziativa rientra nel programma Go! 2025 & Friends, legato a Go! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura, e si svolge al Magazzino 26 del Porto Vecchio. Le opere proposte spaziano dalla pittura alla scultura, passando per varie tecniche artistiche.
Parole chiave e il contesto della mostra open. confini di luce
La mostra open. confini di luce per un mondo di pace si inserisce nel contesto del programma culturale Go! 2025 & Friends, con l’obiettivo di promuovere valori di pace e condivisione attraverso un linguaggio artistico contemporaneo. Il progetto coinvolge sette artisti provenienti dal Nord Est italiano, molti dei quali legati alla comunità slovena di Trieste, portando in scena un dialogo culturale che attraversa confini geografici e storici.
L’allestimento della rassegna è stato coordinato da Marianna Accerboni, sotto la direzione del Comune di Trieste, in particolare dall’assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo. Le opere scelte lavorano su diversi linguaggi visivi, dai dipinti alle installazioni, rappresentando stili che vanno dal concettuale all’espressionista.
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Il messaggio principale
Il messaggio centrale comunicatorio dalla mostra si basa sulla ricerca di una convivenza pacifica e sull’importanza dello scambio culturale, un tema di attualità nel panorama europeo. L’esposizione si propone di trascendere i confini fisici e sociali, offrendo attraverso la creatività un invito all’incontro e alla riflessione condivisa.
Gli artisti protagonisti e la varietà delle opere esposte
Sono sette gli artisti selezionati per questa esposizione, con oltre cento opere, molte delle quali presentate per la prima volta al pubblico. Tra questi spiccano Paolo Cervi Kervischer, Jasna Merkù, Zoran Music e Toni Zanussi, figure dell’arte contemporanea attive in particolare nell’area di Trieste e del Friuli Venezia Giulia.
Zoran Music occupa un posto di rilievo nel percorso espositivo. Nato a Bukovica/Boccavizza, in quella che oggi è la Slovenia, nel 1909 quando la città faceva parte dell’Impero austro-ungarico, Music ha sviluppato un percorso artistico internazionale, operando tra Venezia e Parigi fino alla sua scomparsa nel 2025. Le sue opere raccontano con intensità visiva le trasformazioni del Novecento, attraversando stili e tecniche differenti.
Accanto a Music, la mostra dedica uno spazio importante anche a Luigi Spacal, triestino nato nel 1907 e scomparso nel 2000, noto per la sua maestria nelle incisioni. Le sue opere aggiungono una lettura storica e tecnica alla rassegna, espressione di un’arte raffinata e legata alle radici locali.
Le opere presentate comprendono pitture ad olio, acrilico, tempera, acquerello e tecniche miste, con l’aggiunta di collage, incisioni, sculture e installazioni. I temi e gli stili rappresentano un ventaglio che spazia dal minimalismo al neoromanticismo, all’espressionismo e concettualismo, riflettendo la pluralità di approcci presenti nel panorama artistico contemporaneo.
Iniziative collaterali collegate alla mostra
La mostra “open. confini di luce” si arricchisce di una serie di eventi collaterali che ne amplificano il valore culturale. Tra le attività previste, spiccano appuntamenti musicali e recitazioni ispirate a Rainer M. Rilke, in particolare alle sue Elegie duinesi. Queste performance mettono in dialogo poesia e arte visiva, creando momenti di intensa partecipazione emotiva.
Sono inoltre calendarizzati incontri con alcuni scrittori, tra cui Diego Marani e Pietro Spirito, che porteranno il loro contributo attraverso riflessioni e confronti legati ai temi della pace e della condivisione. Questi appuntamenti rafforzano il carattere interdisciplinare del progetto e offrono un’occasione di approfondimento ai visitatori.
Gli eventi puntano a coinvolgere un pubblico variegato e ad avvicinare comunità diverse attorno all’esperienza culturale. La scelta di inserire appuntamenti con linguaggi differenti contribuisce a dare alla mostra una dimensione più ampia e partecipata.
Questa iniziativa si presta così a diventare un luogo di incontro tra visioni artistiche e pubblici diversi, in un’ottica di scambio culturale attuale e significativa per il territorio.