Un episodio di violenza giovanile esplode in un contesto di svago e divertimento, culminando in un tragico evento che ha scosso la comunità di Balestrate, piccolo comune della provincia di Palermo. Andrea Cangemi, ventiduenne, è stato condannato a 14 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale e rissa aggravata. La sentenza è giunta al termine di un procedimento abbreviato che ha visto al centro i fatti occorsi il 24 gennaio 2024 all’interno di una discoteca. L’instabilità emotiva e il clima di tensione hanno portato a una colluttazione fatale tra Cangemi e il suo coetaneo Francesco Bacchi.
Il tragico evento: la lite e l’omicidio
La serata di divertimento si è trasformata in un dramma quando, all’interno del locale, Cangemi e Bacchi hanno iniziato a discutere. Le motivazioni esatte che hanno scatenato la lite non sono chiare, ma la situazione è rapidamente degenerata. Dalle parole si è passati ai fatti e, secondo quanto ricostruito, i due giovani sono venuti alle mani. Durante la colluttazione, Bacchi è caduto a terra, una caduta che si è rivelata fatale. Cangemi, perdendo il controllo, lo ha colpito ripetutamente con calci, provocando danni devastanti.
La dinamica dell’omicidio risulta agghiacciante; le fonti inquirenti parlano di un colpo particolare che ha portato alla frattura dell’osso del collo della vittima. L’atto violento non è stato solo una manifestazione di rabbia, ma un gesto che ha determinato l’esito fatale di una serata che avrebbe dovuto essere di festa e socializzazione.
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Le testimonianze e le prove video
La condanna di Andrea Cangemi è stata supportata da una serie di prove rilevanti per il caso. Le videocamere di sorveglianza posizionate all’esterno della discoteca hanno fornito immagini che hanno chiarito la sequenza degli eventi. Questi dispositivi hanno infatti immortalato la lite, permettendo agli investigatori di ricostruire con precisione quella serata tragica.
Il coordinamento delle indagini, sotto la guida del procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, ha svolto un ruolo cruciale nel raccogliere testimonianze e prove per sostenere l’accusa. Le dichiarazioni dei presenti, unite alle riprese video, hanno contribuito a fornire un quadro chiaro dell’accaduto, elemento essenziale per il processo.
In questo contesto, si assiste a una riflessione generale sulla sicurezza nei luoghi di aggregazione giovanile. La presenza di sistemi di sorveglianza si rivela un elemento fondamentale per garantire la sicurezza e la giustizia in situazioni simili.
Una sentenza che pone interrogativi
La condanna di Cangemi, sebbene arrivi come una giusta punizione per un reato gravissimo, apre a interrogativi più ampi sulla violenza giovanile e sulle dinamiche sociali che possono portare a eventi così drammatici. Peculiarità come l’uso di alcol e sostanze, la pressione dei contesti sociali e la necessità di affermazione tra pari possono influenzare notevolmente la condotta dei giovani.
La sentenza, ora definitiva, agli occhi della comunità di Balestrate, rappresenta non solo un atto di giustizia per Francesco Bacchi, ma anche un monito su quanto possa essere fragile il confine tra il divertimento e la tragedia. La società si trova di fronte all’urgenza di affrontare le cause di queste violenze per prevenire futuri episodi simili e proteggere le nuove generazioni.