Omicidio di Luca Mameli: chiesta condanna a 21 anni per il presunto colpevole Alessio Desogus

Omicidio di Luca Mameli: chiesta condanna a 21 anni per il presunto colpevole Alessio Desogus

Il pubblico ministero chiede 21 anni di reclusione per Alessio Desogus, accusato dell’omicidio di Luca Mameli, avvenuto il 9 agosto 2023 a Quartu. La famiglia cerca giustizia.
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Omicidio di Luca Mameli: chiesta condanna a 21 anni per il presunto colpevole Alessio Desogus - Gaeta.it

Il caso dell’omicidio di Luca Mameli, tragicamente avvenuto il 9 agosto 2023, continua a tenere alta l’attenzione pubblica e mediatica. Oggi, in una seduta della Corte d’Assise di Cagliari, il pubblico ministero Nicola Giua Marassi ha richiesto una condanna a 21 anni di reclusione per il presunto aggressore, Alessio Desogus, di 23 anni. La vicenda si è svolta sul lungomare del Poetto di Quartu e ha scosso profondamente la comunità locale.

La dinamica dell’incidente

La mattina del 9 agosto, due gruppi di giovani, reduci da una serata in discoteca, avevano iniziato una competizione a chi riusciva a bere di più. Una situazione così apparentemente leggera ha preso una piega drammatica quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Alessio Desogus ha estratto un coltello e colpito Luca Mameli al torace. La vittima, 35 anni, originaria di Capoterra, è stata trasportata d’urgenza all’ospedale, ma le sue condizioni sono apparse subito gravi e, pochi istanti dopo, è deceduto.

Il processo avanza rapidamente, con la conclusione prevista per il 27 gennaio 2024. Desogus, presente in aula, ha ricevuto un caloroso abbraccio dalla madre, gesto che ha suscitato indignazione tra i familiari di Mameli. La sorella della vittima, Sara, ha espresso il suo dolore e la sua indignazione attraverso i social, evidenziando il contrasto tra il dolore della loro famiglia e la tranquillità apparente del presunto omicida.

Il dolore della famiglia Mameli

La sorella di Luca, Sara, ha utilizzato Facebook per sfogare la sua frustrazione e il suo dolore. In un lungo post, ha parlato di un “stato di schifo addosso”, descrivendo il momento della tragica perdita del fratello. Ha denunciato la strategia della difesa di Desogus, che sembra voler minimizzare la gravità dell’accaduto, sostenendo che è avvenuto in un momento di confusione. Sara ha chiarito che l’aggressore “ha ucciso mio fratello”, evidenziando che il coltello era ben visibile in mano a Desogus.

Questo fattore alimenta la convinzione della famiglia Mameli che l’aggressione sia stata intenzionale e ingiustificata. Sara ha dettagliato il dolore provato dal fratello durante i suoi ultimi momenti di vita, sottolineando che Luca era cosciente e consapevole di cosa stava succedendo. È una testimonianza di grande impatto, che mette a fuoco non solo la brutalità dell’omicidio, ma anche l’umanità della vittima.

Riflessioni sul rispetto e la giustizia

Sara Mameli ha anche detto la sua riguardo all’abbraccio tra Desogus e sua madre, sentendo che rappresentava una mancanza di rispetto nei confronti della loro sofferenza. Ha affermato che tale gesto avrebbe potuto essere evitato, evidenziando l’ingiustizia della situazione in cui si trova la sua famiglia. La madre di Luca, ora costretta a piangere la perdita del proprio figlio, non ha il “privilegio di poter abbracciare” Luca, sottolinea Sara, mentre Desogus sembra continuare la sua vita senza le stesse conseguenze.

Nel momento in cui il processo si avvicina alla sentenza, la famiglia Mameli mantiene la speranza di ottenere giustizia. Sara ha espresso la fiducia nelle istituzioni giudiziarie, un pensiero che risuona come una richiesta non solo di risarcimento, ma di rispetto e riconoscimento del dolore che stanno affrontando. Con il processo alle battute finali, la comunità attende ora che la giustizia faccia il suo corso.

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