Oltre 700 armi ritirate e rottamate dalla polizia di stato nelle province di ancona e padova

Oltre 700 armi ritirate e rottamate dalla polizia di stato nelle province di ancona e padova

La polizia di stato, con la questura di Ancona e il Cerimant dell’Esercito di Padova, ha ritirato e rottamato oltre 700 armi comuni da sparo e armi bianche per garantire sicurezza e rispetto delle norme.
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La Polizia di Stato ha avviato un'operazione di ritiro e rottamazione di oltre 700 armi tra Ancona e Padova per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme sulla detenzione legale. - Gaeta.it

La polizia di stato ha avviato una vasta operazione di ritiro e rottamazione di armi comuni da sparo e armi bianche nelle province di Ancona e Padova. L’obiettivo è garantire il rispetto delle norme sulla detenzione legale e la custodia sicura delle armi, oltre a prevenire possibili rischi derivanti da detenzioni improprie. Le attività coinvolgono la Questura di Ancona, i quattro commissariati provinciali e il Cerimant dell’Esercito di Padova.

Numeri dell’operazione di rottamazione armi a ancona e padova

In questi mesi oltre 700 armi sono state raccolte per la rottamazione tra pistole, fucili e armi bianche. Dalla Questura di Ancona sono partite verso Padova 77 pistole, 108 fucili e 18 armi bianche tra machete, sciabole e coltelli. Questi armi erano state ritirate o consegnate spontaneamente alla polizia, che le ha indirizzate al Cerimant, il centro specializzato dell’Esercito per la distruzione.

Interventi dei commissariati provinciali

Parallelamente, anche i quattro commissariati della provincia di Ancona hanno proceduto con il ritiro e l’eliminazione delle armi, su indicazione del questore Cesare Capocasa. A Jesi sono state rottamate 102 armi, a Senigallia 225, a Osimo 123 e a Fabriano 120. Questo intervento coordinato mira a ridurre significativamente il numero di armi detenute illegalmente o in modo non conforme alle regole vigenti nella zona.

Importanza dei controlli sulla detenzione legale

La Questura di Ancona sottolinea l’importanza dei controlli sui detentori di armi comuni da sparo, sia in città che nella provincia. La legge prevede l’obbligo di fornire ogni cinque anni un certificato medico d’idoneità psicofisica per proseguire nella legittima detenzione. Tale certificato deve attestare l’assenza di malattie mentali o condizioni che compromettano la capacità di intendere e volere, e verificare che il soggetto non faccia uso di sostanze stupefacenti o abuso di alcol.

La normativa di riferimento

Questa norma si riferisce all’articolo 35 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza e serve a garantire che soltanto persone idonee possano detenere armi. La polizia insiste sulla necessità di aggiornare sempre questo certificato per evitare sanzioni o il ritiro delle autorizzazioni.

Casi di violazioni riscontrate nel territorio di ancona

Recentemente, la Questura ha denunciato una donna di 37 anni residente ad Ancona per omessa custodia di arma. Durante un controllo domiciliare, i poliziotti hanno trovato un’arma nascosta in un beauty case, insieme ai trucchi, anziché conservata in un armadietto blindato o in una cassaforte. La prassi prevede obblighi severi su come devono essere custodite le armi per prevenire rischi di incidenti o furti. L’arma e le munizioni sono state sequestrate e a suo carico è scattata una denuncia per violazione della legge.

La polizia ha inoltre sospeso le autorizzazioni a due guardie particolari giurate, un uomo e una donna, impiegati in istituti di vigilanza di Ancona e provincia. Entrambi erano stati segnalati alla Prefettura per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti, in due diverse occasioni nei mesi scorsi. Si tratta di hashish e marijuana, sostanze incompatibili con i ruoli di responsabilità e sicurezza che ricoprivano. La sospensione delle armi è quindi una conseguenza diretta della normativa che vieta l’uso anche occasionale di stupefacenti a chi ha l’obbligo di vigilare sulla sicurezza pubblica.

Modalità di ritiro e rottamazione per chi cede le armi

L’ufficio armi ed esplosivi della Questura ricorda a chi detiene armi comuni da sparo che se non intende più conservarle o non trova un soggetto con i requisiti legali cui cederle, può rivolgersi agli uffici di polizia per la consegna. Il ritiro avviene direttamente in questura o dai carabinieri locali, che si occupano del trasferimento agli impianti di rottamazione.

Questa procedura è gratuita e serve a evitare accumuli di armi inutilizzate o mantenute in modo non sicuro. Anche la polizia invita i cittadini a comunicare eventuali cessazioni o cessioni per assicurare il controllo sulle armi presenti nel territorio, tutelando così sicurezza pubblica e privata.

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