Occupazione alle Gallerie d'Italia: Extinction Rebellion contro gli investimenti fossili di Intesa Sanpaolo

Occupazione alle Gallerie d’Italia: Extinction Rebellion contro gli investimenti fossili di Intesa Sanpaolo

Extinction Rebellion protesta alle Gallerie d’Italia di Torino contro gli investimenti di Intesa Sanpaolo nei combustibili fossili, evidenziando contraddizioni tra celebrazione della natura e pratiche bancarie inquinanti.
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Occupazione alle Gallerie d'Italia: Extinction Rebellion contro gli investimenti fossili di Intesa Sanpaolo - Gaeta.it

La recente azione di Extinction Rebellion, che ha avuto luogo in occasione della mostra American Nature alle Gallerie d’Italia di Torino, ha portato all’attenzione del pubblico il controverso ruolo di Intesa Sanpaolo negli investimenti nei combustibili fossili. Circa trenta attivisti hanno occupato simbolicamente uno degli spazi del museo, evidenziando la contraddizione di un’istituzione che celebra la natura mentre sostiene finanziariamente l’industria inquinante. Questo evento riflette un crescente malcontento verso le politiche ambientali e la responsabilità delle banche nei confronti della crisi climatica.

Una protesta pacifica con forte impatto visivo

L’azione degli attivisti è avvenuta in modo pacifico ma altamente visibile: dopo aver acquistato i biglietti per entrare nel museo, si sono sdraiati a terra nella sala dedicata ai danni causati dall’industria fossile. Questa rappresentazione artistica ha trasformato il luogo in un drammatico tableau vivant, mettendo in risalto la devastazione ambientale provocata dalla dipendenza dai combustibili fossili. Nel contempo, altri membri di Extinction Rebellion affiggevano manifesti sugli uffici legali della banca, rendendo il messaggio ancora più chiaro. Il contrasto tra la mostra che celebra la natura e le pratiche della banca ha scatenato una riflessione profonda sui conflitti di interesse che caratterizzano il settore finanziario.

Uno degli attivisti, Sofia, ha espresso la sua frustrazione sottolineando come Intesa Sanpaolo sia una delle principali istituzioni finanziarie italiane coinvolte nel finanziamento di combustibili fossili. Tra il 2016 e il 2023, la banca ha investito circa 1,3 miliardi di dollari in questo settore, ponendosi come leader in Italia in un ambito tanto critico per il futuro del pianeta. Il messaggio è chiaro: i fondi destinati a gas e petrolio sono una minaccia diretta per l’ambiente e per le comunità vulnerabili che ne subiscono le conseguenze.

Investimenti controversi e impatti globali

Le critiche verso Intesa Sanpaolo non si fermano al passato. I progetti futuri, in particolare il megaterminale per il gas naturale liquefatto in Texas e la piattaforma Coral North al largo del Mozambico, suscitano preoccupazioni significative. Nel caso del megaterminale, sono previsti investimenti di 1,08 miliardi di dollari. Queste iniziative, lungi dall’offrire benefici tangibili alle comunità locali, hanno alimentato il debito e le disuguaglianze in paesi già fragili, come dimostrato dalla situazione in Mozambico, dove un conflitto perdurante affligge la regione di Capo Delgado. La denuncia degli attivisti è chiara: tali investimenti non solo minacciano l’ambiente ma anche i diritti umani.

Inoltre, l’azione ha messo in evidenza l’ironia di come una banca, che sostiene progetti dannosi per l’ambiente, possa essere alla guida di iniziative che celebrano la bellezza naturale. La protesta ha rivelato una spaccatura tra le politiche dichiarate e le azioni concrete, alimentando un dibattito che continua a crescere tra attivisti, cittadini e istituzioni.

Le reazioni e la repressione delle proteste

Oltre ai problemi legati agli investimenti, gli attivisti hanno denunciato le misure legali intraprese da Intesa Sanpaolo contro coloro che si oppongono ai suoi progetti. Le azioni legali hanno incluso denunce per violazione di domicilio e imbrattamento, nel tentativo di reprimere le voci di dissenso. Tali accuse sono state archiviate, ma rimane evidente l’intento di ridurre al silenzio le proteste pacifiche. Gli attivisti sottolineano come questo comportamento non faccia altro che rinforzare il loro impegno nel difendere l’ambiente e la giustizia sociale.

Il lancio della campagna Primavera Rumorosa

L’azione alle Gallerie d’Italia segna solo l’inizio di una mobilitazione più ampia. Extinction Rebellion ha annunciato il lancio della campagna Primavera Rumorosa, che prevede una serie di proteste in tutta Italia, culminando in una settimana di manifestazioni a Roma dal 25 aprile al 1° maggio. L’obiettivo è attirare l’attenzione su tematiche climatiche e sulla complicità delle banche nell’industria fossile, mentre si cerca di ottenere giustizia ambientale e sociale.

La crescita delle mobilitazioni dal basso testimonia un cambiamento culturale e un’inquietudine crescente tra la popolazione riguardo alla crisi climatica. I cittadini stanno rispondendo a una realtà scomoda e, alla luce di questi recenti eventi a Torino, è evidente che le questioni legate all’ambiente continueranno a essere al centro dell’agenda pubblica.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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