Il Tar della Campania ha concesso un ulteriore rinvio al procedimento di confisca del grand hotel la sonrisa, situato a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli. La decisione permette alla struttura di proseguire la propria attività fino al 29 gennaio 2026. La famiglia Polese ha presentato ricorso al tribunale amministrativo, cercando di bloccare il passaggio dell’area all’amministrazione comunale a seguito delle accuse di lottizzazione abusiva che hanno portato al provvedimento.
Il contesto giudiziario e motivazioni della confisca
La confisca dell’immobile è stata stabilita in via definitiva a causa di presunte irregolarità urbanistiche, nello specifico una lottizzazione abusiva. Tuttavia, i legali della famiglia Polese hanno depositato due consulenze tecnico-scientifiche, una in ambito urbanistico e l’altra in geologia, per contestare le accuse. Secondo gli esperti, gli interventi edilizi realizzati non avrebbero comportato alterazioni significative al territorio circostante né pregiudizi ambientali o paesaggistici. Hanno presentato anche riprese video come prova a sostegno della loro posizione. Il tentativo è quindi di convincere l’autorità giudiziaria a rivedere la misura che consegnerebbe l’area al comune.
I procedimenti penali collegati
Parallelamente, sono attivi due procedimenti penali collegati che riguardano un presunto incidente nell’esecuzione della confisca e una richiesta di revisione del processo originario. Questi sviluppi incidono sul quadro complessivo, rallentando la piena applicazione del sequestro.
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Le reazioni delle istituzioni locali e le prospettive future
La sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha commentato il rinvio definendolo “un provvedimento da rispettare” senza aggiungere commenti. Ha sottolineato come le autorità giudiziarie avranno ulteriore tempo per esaminare l’intero procedimento amministrativo portato avanti dagli uffici comunali, garantendo trasparenza e condivisione tra le istituzioni. Questo lascia intendere che il comune intende difendere la propria posizione e aspettare una decisione definitiva.
I passaggi futuri del contenzioso
Nel corso del 2025, la questione rimane aperta e sotto monitoraggio. La famiglia Polese ha presentato a Roma, davanti alla Corte di Appello, una richiesta di annullamento della confisca nella primavera dello stesso anno. Il procedimento di revisione si aggiunge al contenzioso amministrativo in corso presso il Tar, facendo presagire ancora tempi lunghi prima di una risoluzione definitiva.
La possibilità di continuare le attività fino a gennaio 2026 garantisce la prosecuzione delle operazioni dell’hotel che resta sotto gestione diretta dei proprietari, riducendo l’impatto economico e sociale sul territorio locale. Qualsiasi sviluppo sarà seguito da vicino dalle autorità e dagli osservatori locali, tanto per la rilevanza storica del complesso quanto per le implicazioni legali ancora aperte.