Nuovo esame dna per l’inchiesta poggi, primi risultati indicano profili parzialmente compatibili con assistente autopsia

Nuovo esame dna per l’inchiesta poggi, primi risultati indicano profili parzialmente compatibili con assistente autopsia

I primi risultati delle analisi del dna sulla garza dell’autopsia di Poggi mostrano un profilo compatibile con l’assistente in sala autoptica e un dna maschile non identificato, indagini ancora in corso.
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Le prime analisi del DNA dalla garza usata nell'autopsia di Poggi hanno evidenziato profili genetici parziali, inclusi uno compatibile con l’assistente in sala e un DNA maschile non identificato, con ulteriori test in corso per chiarire i risultati. - Gaeta.it

Le autorità hanno trasmesso venerdì mattina i primi dati relativi all’analisi del dna raccolto dalla garza impiegata in sede di autopsia sul corpo di Poggi. Questi risultati arrivano mentre proseguono le indagini e si attende una replica più approfondita degli esami per chiarire dettagli importanti nel procedimento. La complessità delle analisi rende cruciale valutare con attenzione ogni dato che emerge, in particolare quelli relativi ai profili genetici, per capire come si dovrà proseguire nelle investigazioni.

Dettagli sulle analisi del dna estratto dalla garza in autopsia

Nella tarda mattinata di venerdì, ai tecnici di accusa, difesa e parti civili sono stati consegnati i risultati preliminari delle cinque campionature prelevate dalla garza usata durante l’autopsia. Questo materiale è stato sottoposto a un’analisi genetica per tentare di ricostruire le origini del dna presente sulla garza. Dei cinque campioni, tre non hanno fornito dati utili per la corretta indentificazione del dna. Questi casi, piuttosto frequenti nelle analisi molto sensibili, possono dipendere da quantità troppo basse di materiale genetico o dalla degradazione del campione.

Le altre due campionature hanno invece mostrato risultati più rilevanti. In particolare, è stato ottenuto un profilo genetico che si avvicina, con una probabilità stimata tra il 70 e l’80 per cento di compatibilità, a quello dell’assistente presente in sala autoptica. Quest’ultimo aveva il compito di preparare il corpo di Poggi prima dell’autopsia. Si tratta di un dato che non esclude altre possibilità ma che va comunque valutato con attenzione per il suo peso nell’inchiesta.

L’identificazione del dna maschile e la zona di origine: un mistero ancora aperto

Un secondo profilo genetico, individuato sulle zone del palato e della lingua di Poggi, ha attirato particolare attenzione. Qui è stato rilevato un dna maschile, definito dai periti come presente in quantità maggiore rispetto agli altri campioni. Tuttavia, si tratta di quantità estremamente ridotte, appena qualche picogrammo, che rendono ardua ogni analisi definitiva.

Nonostante i rilievi fatti, infatti, al momento non è stato possibile attribuire con certezza questo secondo dna a una persona specifica. Le analisi non hanno portato a un riscontro diretto né tra i soggetti già identificati, né a un profilo di riferimento chiaro, mantenendo quindi aperto il quesito sulle origini di questo materiale genetico maschile trovato nei tessuti orali. Questo elemento rappresenta un nodo importante per lo sviluppo dell’inchiesta.

Prospettive per le prossime indagini e ruolo delle repliche dei test

Questi primi esiti rappresentano solo una fase iniziale del processo di ricostruzione scientifica legato alla vicenda di Poggi. Esperti e investigatori concordano che sarà necessario attendere la replica degli accertamenti, probabilmente svolta con metodologie ulteriormente approfondite e con campionamenti più ampi. Solo con questi dati potrà emergere una visione più chiara e si potrà capire quale direzione prendere nelle fasi successive.

Le componenti coinvolte nel procedimento — magistrati, periti, difensori e parti civili — restano concentrate sull’aspetto tecnico di questi esami. Non si esclude un’eventuale richiesta di ulteriori test, altri tipi di analisi del dna o verifiche incrociate per confermare o escludere i profili già emersi. Si prevede, quindi, un lavoro di sintesi e approfondimento che dovrà chiarire soprattutto il significato dei profili genetici trovati, e il loro collegamento con le persone coinvolte nelle procedure autoptiche.

La delicatezza di questo passaggio è rilevante, perché può influire direttamente sulla ricostruzione dei fatti e sulle responsabilità eventualmente accertabili. Sul piano tecnico gli esperti dovranno garantire la massima precisione e cautela per dare risposte attendibili e certificate. Di sicuro, i prossimi aggiornamenti sugli esami del dna saranno seguiti con attenzione da chi segue il caso e da chi opera dentro l’inchiesta.

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