Nuovi allestimenti e restauri per i capolavori della pinacoteca nazionale di bologna dal manierismo ai carracci

Nuovi allestimenti e restauri per i capolavori della pinacoteca nazionale di bologna dal manierismo ai carracci

la pinacoteca nazionale di Bologna riapre sale restaurate con nuove tecnologie e soluzioni sostenibili, valorizzando opere di Guido Reni, i Carracci e altri maestri del manierismo grazie a finanziamenti Pnrr
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La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha riaperto alcune sale dopo un restauro che ha valorizzato opere di Reni, Carracci e altri maestri, migliorando accessibilità, illuminazione e sostenibilità grazie ai fondi PNRR. - Gaeta.it

La pinacoteca nazionale di Bologna ha riaperto alcune sale centrali dopo un intervento che ha coinvolto restauro, tecnologia e sostenibilità. Opere di artisti come Guido Reni, Ludovico Carracci e altri maestri del manierismo tornano in mostra, valorizzate da un allestimento modificato e da soluzioni espositive nuove. L’intervento, parte dei finanziamenti del Pnrr, ha aggiornato l’accessibilità e l’illuminazione, portando alla luce dipinti poco visibili in passato e offrendo un’esperienza più completa ai visitatori.

Interventi di restauro e moderne soluzioni espositive

I lavori sono partiti all’inizio del 2025, con la chiusura temporanea delle sale per cominciare una serie di interventi importanti. Una cifra vicina ai 980mila euro ha sostenuto l’operazione, che ha coperto restauri mirati alle opere stesse e alle loro cornici originali. L’attenzione si è concentrata non solo sugli aspetti conservativi, ma anche su quelli funzionali: la scelta di nuove cromie per le pareti, insieme a un’illuminazione più avanzata e calibrata, ha reso possibile portare alla vista una gamma più ampia di dipinti.

I supporti espositivi sono stati ripensati con l’obiettivo di offrire una migliore leggibilità alle opere di piccolo e medio formato. Alcuni lavori di Bartolomeo Cesi, Orazio Samacchini e Lorenzo Sabatini ora sono visibili in modo più evidente. L’opera Annunciazione di Samacchini, per esempio, è stata esposta per la prima volta nella sua cornice originale datata al XVI secolo, aggiungendo valore storico e artistico alla presentazione.

Aggiornamenti strutturali nelle sale storiche della pinacoteca

Non sono state trascurate le strutture che ospitano i capolavori. La verniciatura delle pareti è stata rifatta per rispettare l’originale impatto visivo immaginato dall’architetto Pancaldi. Sono stati sostituiti tutti i lucernai del soffitto, operazione necessaria sia per motivi di sicurezza antincendio, sia per ottimizzare la diffusione della luce naturale proveniente dal sottotetto.

Questi interventi hanno migliorato l’efficienza energetica della pinacoteca, aspetto previsto dal Pnrr, e riscrivono la fruizione degli ambienti. È stato rinnovato l’impianto di illuminazione con soluzioni più leggere e adattabili alla diversa natura delle opere, facendo emergere dettagli altrimenti poco apprezzabili.

Conservazione e valorizzazione delle opere della scuola dei carracci

Il progetto ha dato particolare attenzione ai capolavori della scuola dei Carracci. Sono stati effettuati interventi conservativi su pezzi chiave come la Madonna di San Ludovico di Annibale Carracci, la Trasfigurazione di Gesù Cristo e la Pala Bargellini di Ludovico Carracci, oltre all’Assunzione della Vergine di Agostino Carracci. Questi dipinti, tra i più rappresentativi del barocco bolognese, hanno richiesto trattamenti specifici per garantire stabilità cromatica e strutturale.

Il restauro ha permesso di recuperare le superfici pittoriche e di rendere più nitidi i dettagli iconografici, offrendo un’esperienza visiva più intensa. Grazie a queste cure, il pubblico può osservare da vicino lavori che rischiavano di perdere brillantezza o di deteriorarsi negli anni.

Ampliamento della mostra con opere di artisti bolognesi meno note

Nel nuovo allestimento sono esposte anche opere di dimensioni più contenute che fino a poco tempo fa erano conservate nei depositi. Così sono tornati sotto ai riflettori dipinti come i santi Pietro e Paolo di Bartolomeo Cesi, Gesù Cristo morto sorretto da due angeli di Orazio Samacchini e la Cena in Emmaus di Lorenzo Sabatini.

Quest’ampliamento valorizza l’intera scuola pittorica bolognese del Cinquecento e Seicento, dando spazio a testimonianze spesso poco conosciute ma di pregio storico e artistico. L’attenzione al dettaglio e l’uso di nuove tecniche di tutela aiutano a mantenere viva una tradizione artistica ricca di sfaccettature, e presentano ai visitatori un quadro più completo.

Le nuove sale ricostruiscono un racconto visivo affascinante, dove conosciamo non solo i grandi nomi come Reni e i Carracci, ma anche i colleghi meno appariscenti che hanno formato l’anima della pittura bolognese. L’intervento porta così un nuovo slancio nella fruizione culturale cittadina e italiana, attraverso una linea coerente di conservazione e apertura al pubblico.

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