Nuove villette e infrastrutture vicino alle riserve naturali di ortona preoccupano associazioni ambientali

Nuove villette e infrastrutture vicino alle riserve naturali di ortona preoccupano associazioni ambientali

a ortona, i piani urbanistici per villette e infrastrutture vicino ai ripari di giobbe e acquabella suscitano preoccupazioni per la perdita di uliveti, macchia mediterranea e rischi ambientali sulla costa dei trabocchi
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A Ortona, nuovi piani urbanistici minacciano le riserve naturali dei Ripari di Giobbe e dell’Acquabella, suscitando preoccupazioni per l’impatto ambientale, la fragilità del territorio e le infrastrutture insufficienti, con associazioni locali che chiedono tutela e sviluppo sostenibile. - Gaeta.it

A Ortona sono stati pubblicati due piani urbanistici per costruire villette, strade e parcheggi vicino alle riserve naturali dei Ripari di Giobbe e dell’Acquabella. Queste aree sono riconosciute per il pregio ambientale, archeologico e paesaggistico, ma ora rischiano una trasformazione che allarma diversi gruppi locali. Sei associazioni, tra cui Forum H2O e Italia Nostra, hanno espresso forte preoccupazione per la possibile perdita di questi spazi verdi, sottolineando i rischi per il territorio e le infrastrutture.

Le aree naturali a rischio: tra uliveti, macchia mediterranea e fragilità ambientale

Le zone interessate dai piani urbanistici sono attualmente occupate da uliveti e macchia mediterranea, ecosistemi tipici della costa adriatica. Questi spazi, inseriti in un contesto di valore paesaggistico e archeologico, rappresentano habitat importanti che rischiano di essere compromessi dalla realizzazione di nuove abitazioni e infrastrutture. Le associazioni coinvolte hanno ricordato che la costruzione di decine di villette, di nuove strade e parcheggi potrebbe sostituire il verde esistente, causando un impatto significativo sugli equilibri naturali. Si tratta di territori delicati, dove ogni intervento va valutato con attenzione per evitare danni irreversibili.

Ruolo degli uliveti e della macchia mediterranea

Gli uliveti e la macchia mediterranea svolgono un ruolo fondamentale nella stabilità del suolo e nella conservazione della biodiversità locale. La sostituzione di questi spazi con cemento e asfalto rischia di esporre la zona a fenomeni come frane e allagamenti, già osservati in passato. L’importanza di mantenere intatte queste aree è ribadita proprio per la loro funzione anche dal punto di vista idrogeologico e paesaggistico, elementi non trascurabili quando si parla di sviluppo urbanistico vicino a riserve naturali.

La controversia legale e i dubbi sulle infrastrutture pubbliche di ortona

Nonostante un ricorso sia in corso presso il Tar contro il Piano Regolatore Generale attualmente in vigore, il Comune di Ortona sembra procedere con i progetti di costruzione. Le associazioni ambientaliste contestano questa scelta, definendola una spinta alla cementificazione che va oltre i limiti del territorio. La preoccupazione principale riguarda il consumo di suolo in aree già fragili e la pressione che ne deriverebbe sui servizi pubblici.

Infrastrutture idriche e depurazione

In particolare, le reti idriche e gli impianti di depurazione locali sono considerati insufficienti per sostenere l’incremento demografico e urbanistico previsto. Le associazioni sottolineano che nessun investimento significativo è stato pensato per ristrutturare o potenziare queste infrastrutture. La mancanza di adeguate misure rischia di generare problemi associati a carenze idriche o a scarichi non adeguatamente trattati, influendo negativamente sulla qualità della vita e sulla salute ambientale.

Questa situazione peggiora se si tiene conto degli eventi metereologici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Nelle zone in questione si sono già registrati fenomeni di allagamento e smottamenti che mettono a rischio non solo il paesaggio naturale ma anche le proprietà private e la viabilità locale.

Le preoccupazioni delle associazioni e il futuro della costa dei trabocchi

Le associazioni coinvolte nel comunicato si riferiscono al progetto come a una “nuova colata di cemento” che metterebbe a rischio la Costa dei Trabocchi, uno dei tratti costieri più riconosciuti nel territorio abruzzese. I gruppi temono che, senza una reale attenzione alla salvaguardia del paesaggio e senza la cura delle infrastrutture, quest’area possa perdere il valore ambientale e turistico che la contraddistingue.

Secondo loro, continuare a costruire senza una programmazione che rispetti le caratteristiche del territorio porterà a un sovraccarico di risorse naturali e pubbliche. Il rischio è che la promozione del luogo come destinazione naturalistica si riduca a un’idea vuota, priva di basi concrete. La difesa degli spazi verdi resta una priorità per evitare che in nome dello sviluppo si compromettano irreversibilmente ecosistemi e servizi essenziali per la comunità.

Un bivio per ortona

Il dibattito rimane aperto, ma l’attenzione pubblica si concentra sempre più su modelli di crescita che rispettino l’ambiente e tutelino gli abitanti nel lungo termine. Ortona si trova così a un bivio importante, tra esigenze urbanistiche e la necessità di proteggere un paesaggio che da sempre caratterizza la costa adriatica abruzzese.

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