Le recenti indagini archeologiche condotte a Ninfa, un sito emblematico in provincia di Latina, hanno portato alla luce resti di mura e possibili tracce di una chiesa antica. Questi elementi suggeriscono l’esistenza di una città preesistente a quella di Ninfa, nota per le sue meravigliose bellezze naturali. Le scoperte sono al centro di un’incontro svoltosi al Complesso Monumentale di Tor Tre Ponti, dove esperti hanno discusso del Progetto PNRR volto a dare nuova vita a questo insediamento storico, unendo la memoria del passato con idee di resilienza e sostenibilità.
Il progetto PNRR e la valorizzazione di Ninfa
Il Progetto PNRR “Il Giardino di Ninfa: dalla memoria del passato alla nuova resilienza e sostenibilità” rappresenta un passaggio significativo nella valorizzazione del giardino e dell’area archeologica circostante. Finanziato dal Ministero della Cultura tramite le risorse del PNRR, il progetto ha come obiettivo non solo il restauro conservativo, ma anche la riqualificazione delle aree mai esplorate fino ad ora dal pubblico. Massimo Amodio, presidente della Fondazione Roffredo Caetani, ha comunicato con entusiasmo l’attuale stato dei lavori, sottolineando l’importanza delle nuove scoperte emerse dagli scavi per riscrivere la storia della città. L’eredità di Gelasio Caetani, figura centrale nella creazione di questo giardino, continua a vivere attraverso queste ricerche, che promettono di svelare ulteriori segreti storici e architettonici.
Incontri e approfondimenti sulle scoperte
Il dibattito ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Luigi Scaroina, dirigente del Ministero della Cultura. Scaroina ha messo in evidenza come non sia la sola bellezza del Giardino a rendere importante il progetto, ma piuttosto la qualità e l’innovazione delle attività in corso. Il PNRR ha messo a disposizione le risorse necessarie per realizzare indagini archeologiche che non erano mai state condotte prima, permettendo di esplorare sentieri storici e archeologici finora sconosciuti. Le evidenze raccolte non solo promuovono il Giardino di Ninfa come un polo di attrazione turistica, ma contribuiscono anche alla valorizzazione del patrimonio culturale del Lazio e dell’Italia intera.
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Risultati e scoperte nell’Hortus Conclusus
Risultati significativi sono emersi dall’attività di scavo, in particolare nell’area dell’Hortus Conclusus e lungo l’antica direttrice stradale di Ninfa. Alessandro Betori, dirigente della Soprintendenza Archeologica, ha spiegato che le indagini stanno finalmente rivelando i primordi del Giardino di Ninfa, ora più chiari grazie ai materiali archeologici rinvenuti. Significativa è la presenza di reperti ceramici e metallici, che offrono nuovi spunti di ricerca sulla frequentazione antica del sito. La dottoressa Daniela Quadrino, funzionario archeologo della Soprintendenza, ha rimarcato l’importanza di queste indagini, evidenziando il grande interesse che si sta generando attorno ai risultati ottenuti. Si spera che le indagini in corso non solo confermino ma anche amplifichino le conoscenze storiche sulla città di Ninfa e sull’intera area circostante.
Ninfa si prepara, dunque, a rivelare ulteriori aspetti del suo passato, attraverso un’accurata ricerca archeologica che promette di arricchire il sapere storico e culturale del nostro Paese. Queste scoperte pongono una nuova luce su un patrimonio che merita di essere conosciuto e valorizzato, rivelando il legame tra storia e bellezza che contraddistingue il Giardino di Ninfa.