L’entrata in vigore di nuove misure sul check-in per le locazioni brevi in Italia sta facendo rumore. L’autorità nazionale ha deciso di vietare l’autenticazione degli ospiti da remoto, un cambiamento significativo che influisce su come le strutture ricettive gestiscono gli arrivi. Illustriamo le ragioni di questa decisione e le sue implicazioni su turisti e operatori.
Il Viminale interviene sui metodi di identificazione
Recentemente, il Viminale ha emesso una circolare chiara in merito all’identificazione degli ospiti in strutture ricettive a breve termine. Questo intervento è stato necessario poiché l’attuale pratica, che consente l’uso di keybox e l’invio di documenti identificativi online, è stata ritenuta non conforme ai requisiti di sicurezza previsti dalla legislazione italiana. La circolare evidenzia come il metodo di identificazione da remoto possa permettere a chi non è stato sottoposto a verifica di accedere alle proprietà , portando con sé potenziali rischi per la sicurezza pubblica.
Le keybox, già ampiamente utilizzate, verranno eliminate dai centri turistici, mettendo in discussione le operazioni di check-in che molti proprietari avevano adottato per facilitare gli arrivi dei turisti. Questo cambiamento rappresenta una risposta proattiva del governo per garantire una maggiore sicurezza in un settore che sta crescendo rapidamente.
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La reazione del settore turistico
La valutazione di queste nuove regole non è unilaterale. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha espresso soddisfazione per la circolare, ritenendola un passo importante per garantire la sicurezza degli ospiti e degli operatori. Santanchè, intervenendo in occasioni ufficiali come il G7 sul Turismo tenutosi a Firenze, ha sottolineato la necessità di un approccio collaborativo tra i ministeri, specialmente in vista di eventi importanti come il Giubileo del 2025.
Il commento della ministra chiarisce che la cooperazione è fondamentale per creare un ambiente turistico sicuro e accogliente. Gli operatori del settore ricettivo potrebbero dover adattare le loro procedure per rimanere conformi, ma la speranza è che questi sforzi migliorino l’esperienza complessiva dei visitatori in Italia.
Le ragioni alla base del decreto
Il chiarimento rilasciato dal Ministero dell’Interno sottolinea anche i motivi di fondo per cui l’identificazione tradizionale è considerata preferibile. L’applicazione di misure di sicurezza più rigorose è diventata essenziale, specialmente in considerazione della crescente varietà di minacce legate alla sicurezza pubblica, come quelle provenienti da attività criminali o terroristiche.
Il documento, firmato dal capo della Polizia Vittorio Pisani, esprime preoccupazione per il rischio di ospitare individui potenzialmente pericolosi e invita gli operatori a garantire che le procedure di check-in non solo facilitino gli arrivi, ma contribuiscano anche alla sicurezza collettiva. La mancanza di una verifica in loco degli ospiti significa che le strutture non possono garantire una chiara corrispondenza tra le identità e i documenti presentati.
In sintesi, l’implementazione di queste nuove misure segna un punto di svolta nel modo in cui l’industria del turismo gestisce la sicurezza. Con i cambiamenti in atto, il Viminale si pone come un guardiano della sicurezza, assicurando che l’Italia rimanga una destinazione sicura per tutti.