Il recente annuncio delle nuove linee strategiche da parte della Commissione europea ha suscitato reazioni positive tra importanti associazioni e istituzioni del settore alimentare, in particolare quelle legate alla carne e ai salumi. ASSICA , ISIT e IVSI hanno espresso soddisfazione per un cambio di rotta che mira a migliorare la percezione e la regolamentazione dei prodotti di origine animale. Da anni, queste associazioni lamentano un pregiudizio diffuso e il costante discredito subito dal settore, auspicando una rivalutazione dei dati scientifici e delle prove concrete che sostenerebbero la sostenibilità e la qualità di questi alimenti.
Le nuove direttive: un cambio di narrativa
Le nuove politiche europee, che governano l’agricoltura e l’alimentazione per i prossimi cinque anni, sono percepite come un’opportunità di riabilitazione per il settore. “La comunicazione della Commissione europea rappresenta la strategia e la narrativa che ci auguravamo di leggere”, ha commentato Lorenzo Beretta, Presidente di ASSICA. Secondo lui, questo passaggio verso posizioni più inclusive e rispettose, soprattutto nei confronti del settore zootecnico, è un segnale di riconoscimento di un problema annoso.
Beretta ha sottolineato l’importanza di una visione equilibrata e di un approccio che non demonizzi i prodotti di origine animale, ma che si basi su solide evidenze scientifiche. Questo rappresenta una speranza per un futuro in cui le raccomandazioni alimentari siano oggettive, valorizzando la produzione agricola, il lavoro degli agricoltori e il benessere dei consumatori. Il presidente ha inoltre ribadito l’impegno del settore per il cambiamento, promuovendo l’adozione di metodi di produzione sempre più sostenibili e responsabili.
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La risposta scientifica e gli studi recenti
La crescente preoccupazione per il trattamento del settore zootecnico ha suscitato anche una reazione da parte del mondo della scienza. Cristiano Ludovici, Presidente di ISIT, ha evidenziato come nuove ricerche e orientamenti tecnico-scientifici abbiano dimostrato l’importanza della sostenibilità della produzione animale sia per la salute umana che per l’ambiente. Questo è in contrapposizione all’idea diffusa secondo cui i prodotti di origine animale siano nocivi e insostenibili.
Particolarmente significativa è stata la “Dichiarazione di Dublino”, firmata da oltre 1200 scienziati, che ha fornito evidenze della sostenibilità ambientale e dei benefici nutrizionali degli alimenti di origine animale. Beretta ha messo in evidenza come queste prove scientifiche possano orientare le politiche future, suggerendo soluzioni per migliorare il sistema alimentare e il benessere del settore. È evidente che sia il mondo accademico che gli operatori del settore siano concordi sulla necessità di un approccio riformista, con l’intento di superare le inefficienze del passato.
Sostenibilità e innovazione nel settore salumi
Un focus particolare è stato riservato anche alla formazione e all’innovazione all’interno delle aziende del settore. Marella Levoni, Presidente dell’IVSI, ha descritto gli sforzi compiuti per creare un modello di impresa sempre più sostenibile e innovativo. Sotto la sua guida, sono stati istituiti tavoli di lavoro per condividere le migliori pratiche e collaborazioni con esperti nel campo della sostenibilità e dell’Intelligenza Artificiale.
Questi lavori non solo prevedono l’implementazione di pratiche ecologiche, ma si propongono anche di garantire una filiera più responsabile. “Stiamo lavorando a un progetto pilota per una filiera sempre più sostenibile”, ha dichiarato Levoni, evidenziando l’apertura del settore a un futuro in linea con le attese europee. La volontà di abbracciare il cambiamento è chiara, insieme alla speranza che nessuna delle politiche commerciali travestite da nutrizionali offuschi la reputazione e il valore dei prodotti di origine animale.
L’approccio della Commissione europea, se attuato correttamente, potrebbe segnare un importante passo avanti verso una regolamentazione più giusta e una rivalutazione del settore agroalimentare, restituendo dignità e valore alle tradizioni culinarie italiane.