Nuova inchiesta a Torino coinvolge clinica fornaca e medici della città della salute

Nuova inchiesta a Torino coinvolge clinica fornaca e medici della città della salute

La procura di Torino indaga su presunte irregolarità nella gestione economica tra Città della Salute e clinica Fornaca, coinvolgendo medici intramoenia e sollevando dubbi sulla trasparenza della sanità piemontese.
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La procura di Torino indaga su presunte irregolarità nella gestione economica e nell’attività intramuraria tra la Città della Salute e la clinica Fornaca, evidenziando criticità nella trasparenza e nella governance della sanità piemontese. - Gaeta.it

La procura di Torino ha avviato un nuovo filone investigativo legato alla Città della Salute, il principale polo ospedaliero del Piemonte. Questa indagine si concentra sulle attività svolte in convenzione con la clinica Fornaca, struttura privata del gruppo Humanitas, e coinvolge medici pubblici impegnati in attività intramuraria allargata. Nuovi elementi emergono sulle modalità di fatturazione degli interventi e sui possibili trasferimenti illegittimi di denaro fuori dai registri ufficiali dell’ospedale. In questo contesto, il ruolo della guardia di finanza e le recenti decisioni dei vertici della Città della Salute delineano un quadro sempre più complesso.

Indagini sulla gestione sanitaria tra città della salute e clinica fornaca

La procura torinese ha deciso di aprire un fascicolo specifico per approfondire rapporti e operazioni economiche tra la Città della Salute e la clinica Fornaca. L’attenzione si concentra sul regime di intramoenia allargata praticato da diversi medici dipendenti dagli ospedali pubblici come le Molinette e il CTO. Gli accertamenti riguardano interventi con tariffe fatturate al massimo consentito nei rimborsi assicurativi, ma che in parte ricadrebbero come costo a carico dell’ospedale pubblico. Inoltre, le parcelle sarebbero state talvolta versate direttamente ai professionisti con l’esclusione dei canali contabili ufficiali, configurando ipotesi di peculato e false attestazioni.

I pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Rizzo, già coinvolti nell’inchiesta principale, coordinano le indagini. Si ipotizza l’esistenza di una rete consolidata tra medici e strutture, capace di movimentare somme significative senza un controllo trasparente. La Guardia di Finanza ha eseguito acquisizioni e perquisizioni negli uffici della clinica Fornaca per recuperare documenti utili. Al momento nessuno risulta formalmente indagato ma le verifiche proseguiranno nelle prossime settimane per capire l’entità delle anomalie.

Implicazioni giudiziarie e amministrative per la sanità pubblica piemontese

Questa nuova inchiesta si inserisce in un contesto più ampio, con diversi fascicoli aperti sempre legati alla gestione finanziaria della sanità in Piemonte. Alcuni provvedimenti nascono dalle dichiarazioni di ex dirigenti della Città della Salute, che hanno messo sotto la lente numerose pratiche economiche. I procedimenti coinvolgono varie figure e potrebbero portare a rinvii a giudizio nei mesi a venire. La gravità delle accuse lascia spazio a pesanti conseguenze anche sul piano politico e amministrativo.

Da parte sua, il commissario straordinario Thomas Schael mantiene aperta la trattativa con il gruppo Humanitas per rinnovare la convenzione con la clinica Fornaca. Il contratto attuale sarebbe scaduto a fine luglio ma è stata concessa una proroga tecnica fino al 15 settembre, per evitare interruzioni nell’assistenza ai pazienti. La direzione della Città della Salute ha ribadito che le attività e le prenotazioni in intramoenia proseguiranno regolarmente durante questo periodo.

Parallelamente, il commissario Schael ha sospeso l’approvazione del bilancio 2024 dopo aver rilevato discrepanze nella prima revisione contabile. È stato affidato a consulenti esterni il compito di esaminare attentamente i documenti. Nei prossimi mesi si deciderà se procedere con l’approvazione definitiva. Questa situazione evidenzia ulteriormente criticità nel funzionamento e nella trasparenza dell’ente sanitario.

L’intramoenia e il dibattito sulla doppia attività medica tra pubblico e privato

L’inchiesta ha riacceso il dibattito sul sistema intramoenia, ovvero la possibilità per i medici pubblici di svolgere attività privata all’interno o all’esterno delle strutture pubbliche. Tale pratica, creata originariamente per trattenere personale qualificato nella sanità pubblica, appare oggi controversa. Molti medici passano parte del tempo nelle cliniche private o negli studi personali, per visite e prestazioni a pagamento, riducendo la presenza negli ospedali pubblici.

Questa situazione si traduce in reparti con organici ridotti, ambulatori meno frequentati e liste d’attesa sempre più lunghe. I pazienti si trovano a dover pagare due volte: tramite le tasse che finanziano il sistema pubblico, e poi con visite private per saltare le code. I giovani medici hanno difficoltà a inserirsi nel pubblico, spesso bloccati da figure consolidate, che detengono posizioni di comando anche da oltre dieci anni. Questo crea un effetto di chiusura che frena il ricambio e la presenza effettiva negli ospedali.

Molti esperti sottolineano la necessità di una legge nazionale che imponga una scelta netta ai medici: dedicarsi esclusivamente al pubblico o al privato. Un passaggio che eviterebbe conflitti di interesse e favorirebbe una migliore organizzazione del lavoro ospedaliero. Per ora, l’intramoenia permette posizioni doppie che difficilmente sono conciliabili con una reale disponibilità al servizio pubblico.

Prospettive sul futuro della sanità piemontese tra inchieste e gestione

La situazione in Piemonte rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema sanitario nazionale. La presenza di inchieste che coinvolgono grandi istituti e la compresenza di meccanismi opachi tra strutture pubbliche e private mostrano un sistema con margini di trasparenza ancora molto limitati. Le prossime verifiche giudiziarie potrebbero accertare l’effettiva portata delle irregolarità e coinvolgere nuovi soggetti.

Dal punto di vista organizzativo, la proroga delle convenzioni garantisce continuità ai pazienti ma non risolve i nodi di fondo legati alla governance e alla gestione delle risorse. La sospensione del bilancio evidenzia come serve ripensare l’intera struttura amministrativa per evitare ulteriori sprechi o gestioni improprie. Lo scenario che emerge lascia molte incognite riguardo alla tenuta del sistema, all’effettiva assistenza erogata e al ruolo degli attori coinvolti.

La questione dell’intramoenia incarna un problema più ampio, che riguarda l’equilibrio tra pubblico e privato nella sanità. Sgomberare il campo da ambiguità rappresenta una necessità per assicurare un servizio più equo e accessibile. Se i prossimi mesi confermeranno le indagini, l’intero settore piemontese dovrà confrontarsi con misure profonde per garantire trasparenza e funzione sanitaria.

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