Nuova autorizzazione integrata ambientale per l'ex ilva di taranto limita la produzione a sei milioni di tonnellate l'anno per 12 anni

Nuova autorizzazione integrata ambientale per l’ex ilva di taranto limita la produzione a sei milioni di tonnellate l’anno per 12 anni

L’autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva di Taranto impone limiti produttivi a sei milioni di tonnellate annue, 470 prescrizioni tecniche e controlli continui per bilanciare industria, salute pubblica e ambiente.
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La nuova autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva di Taranto impone un limite di sei milioni di tonnellate annue e circa 470 prescrizioni tecniche per ridurre l’impatto ambientale, garantendo controlli continui e un riesame entro un anno, bilanciando produzione industriale e tutela della salute. - Gaeta.it

La recente decisione sull’autorizzazione integrata ambientale per l’ex Ilva di Taranto fissa limiti precisi alla produzione e introduce centinaia di prescrizioni tecniche. Questa misura segna una tappa importante nella gestione dell’impianto siderurgico dopo anni di dibattito sulle condizioni ambientali e sanitarie dell’area. Il documento appena rilasciato riflette un compromesso tra esigenze produttive e tutela della salute pubblica, con attenzione ai rilievi dell’Istituto superiore di sanità.

Limiti e durata della nuova autorizzazione per l’ex ilva

L’Aia appena rilasciata impone all’ex Ilva, oggi sotto gestione ArcelorMittal e della società siderurgica nazionale, un tetto massimo di sei milioni di tonnellate di prodotti l’anno. Questo limite sarà valido per un arco temporale di 12 anni — un periodo molto più lungo rispetto alle autorizzazioni passate. L’obiettivo è ridurre progressivamente l’impatto ambientale senza interrompere completamente l’attività dello stabilimento. Contemporaneamente, si pone un freno netto alla produzione rispetto a volumi più alti aggirati negli anni precedenti.

Questa decisione segue una serie di confronti tra enti locali, ministero della transizione ecologica e comitati di controllo, con un frequente richiamo alle autorizzazioni Aia precedenti, spesso oggetto di ricorsi e contestazioni. La limitazione funziona da parametro imprescindibile per la pianificazione industriale e ambientale degli anni a venire.

Prescrizioni ambientali da rispettare

Nell’autorizzazione si contano circa 470 prescrizioni da rispettare, una quantità molto elevata di vincoli tecnici e ambientali. Le misure riguardano monitoraggi costanti delle emissioni, sistemi aggiornati per il trattamento degli inquinanti e interventi per prevenire rischi per la comunità circostante.

Fonti vicine al dossier confermano che tutte le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità sono state recepite nel testo finale. L’ISS aveva infatti sottolineato la necessità di rafforzare la tutela della salute soprattutto nelle zone più impattate dalle attività industriali.

Verifica continua e coinvolgimento istituzionale

Le prescrizioni disegnano un quadro di osservazioni e controlli che dovranno adattarsi alle condizioni reali e ai dati raccolti sul campo. Non si tratta solo di norme rigide da applicare, ma di un meccanismo di verifica continua che coinvolgerà più enti e istituzioni per garantire una risposta tempestiva a eventuali criticità.

Natura temporanea e prospettive del riesame

Il documento approvato ha carattere temporaneo. Il testo specifica che l’Aia sarà soggetta a riesame a partire da agosto di quest’anno, in linea con un accordo di programma interistituzionale tra ministeri, regioni e amministrazioni comunali. Questo passaggio è fondamentale perché permetterà di valutare i risultati ottenuti e apportare modifiche alle prescrizioni o ai limiti produttivi in funzione dei dati ambientali.

In alcuni casi, per non bloccare del tutto attività produttive o gestionali, l’Aia prevede di mantenere in vigore i valori stabiliti dalla precedente autorizzazione per un periodo di circa sei mesi. Questo intervallo servirà a raccogliere nuove informazioni e verificare se le condizioni migliorano o peggiorano.

L’atteggiamento delle autorità conferma che il controllo sull’impianto di Taranto resta stretto e dinamico. La gestione ambientale dovrà farsi carico di continue revisioni, bilanciando le esigenze economiche con la tutela della popolazione locale.

Impatto ambientale ed economico per taranto

L’ex Ilva rappresenta ancora oggi uno dei punti cruciali per l’economia e l’occupazione tarantina, ma pesa molto sulla qualità dell’aria e sulla salute dei residenti. Il nuovo provvedimento autorizzativo mira a contenere le ricadute ambientali senza porre fine all’attività industriale. Per questo il limite di sei milioni di tonnellate annue non è casuale, ma scelto per consentire un funzionamento più sostenibile.

Rimane però la sfida di monitorare effettivamente il rispetto degli obblighi e di agire tempestivamente in caso di superamenti di soglia o problemi di sicurezza. L’adozione di 470 prescrizioni impegnative impone un’attività di controllo che impegna diversi enti locali e nazionali. I prossimi mesi saranno cruciali per verificare l’efficacia delle misure e capire se le emissioni e le condizioni ambientali miglioreranno.

Taranto resta dunque al centro di una complessa partita tra industria, salute pubblica e ambiente. I nodi decisivi si scioglieranno con i controlli previsti da agosto e con la capacità di tutti gli attori di rispettare gli standard imposti dall’autorizzazione integrata ambientale.

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