Un curioso e grave episodio di truffa ha coinvolto un cuoco di Nettuno, che è stato raggirato da un ex militare con false promesse di assunzione a Palazzo Chigi. L’uomo, che ha cercato di ingannare il ristoratore, ha affermato di conoscere Giorgia Meloni e di poterlo inserire nel suo staff. Nonostante la proposta fosse allettante, il cuoco ha intuito la truffa e ha prontamente denunciato l’accaduto ai carabinieri. L’episodio ha sollevato interrogativi sulla vulnerabilità degli imprenditori nel contesto attuale.
La proposta di lavoro apparentemente vantaggiosa
L’inizio di questa vicenda risale allo scorso agosto, quando il cuoco, che gestisce un rinomato ristorante a Nettuno, ha ricevuto una visita da un ex militare in compagnia di un amico comune. Durante la cena, il truffatore, riconoscendo la qualità dei piatti serviti, ha avviato una conversazione promettente, affermando di essere in buoni rapporti con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La conversazione si è rapidamente trasformata in un’offerta di lavoro irresistibile: “Ti piacerebbe lavorare come chef a Palazzo Chigi?”, gli avrebbe detto.
Il cuoco, colpito dall’idea di lavorare in un ambiente così prestigioso, ha cominciato a considerare seriamente la proposta. Tuttavia, la situazione ha cominciato a prendere una piega sospetta quando il truffatore ha menzionato la necessità di pagare una somma di denaro per accedere alla candidatura. Il coinvolgimento del nome di Meloni ha reso la questione ancor più ingannevole, facendo sembrare il tutto autentico e vantaggioso.
La truffa: dettagli e modalità
Dopo aver manifestato il suo interesse, il cuoco ha ricevuto una serie di email ufficiali, complete del logo di Palazzo Chigi, che giustificavano l’offerta lavorativa. A questo punto, la proposta sembrava legittima, tuttavia, è stato proprio il truffatore a sollevare i primi dubbi. “Prima di entrare nello staff di Giorgia Meloni, devi partecipare a un bando e per questo hai bisogno di darmi 15 mila euro,” ha dichiarato. L’ex militare ha in seguito qualificato il denaro richiesto come una “quota di partecipazione,” iniziando a fare pressioni per ottenere il pagamento.
Il cuoco ha ritenuto eccessiva la somma richiesta, ma, manipolato dalla situazione, è arrivato a consegnare la metà dell’importo. Questo passaggio cruciale nella vicenda ha fatto riflettere il ristoratore sulla gravità della situazione e sulla possibilità che altri potessero essere vittime di simili imbroglioni, specialmente imprenditori più vulnerabili e in difficoltà economica.
La denuncia e l’arresto del truffatore
Dopo aver compreso che la questione era una truffa, il cuoco ha deciso di agire. “Appena ho realizzato cosa stesse succedendo, ho capito che dovevo denunciarlo,” ha raccontato. Non è stata una scelta semplice, considerando la paura e la vergogna che provava, ma il timore che altre persone potessero subire la stessa sorte gli ha dato la forza necessaria. Una volta presentata la denuncia presso la stazione dei carabinieri, le autorità hanno avviato un’operazione sotto copertura.
I carabinieri si sono recati a Velletri, dove il cuoco aveva fissato un incontro per consegnare la restante somma di denaro. Al termine di questo incontro, sono intervenuti e hanno arrestato il presunto truffatore, identificandolo come Leonardo Leoni, un uomo di 46 anni, con un passato da militare e già gravato da accuse di diserzione e sostituzione di persona.
Leoni è stato sottoposto a processo per direttissima e, attraverso un accordo di patteggiamento, ha ricevuto una condanna a un anno di carcere, con l’obbligo di firma. L’episodio ha messo in luce la vulnerabilità non solo dei singoli ma anche di interi settori, mostrando quanto sia importante rimanere vigili e informati di fronte a simili raggiri.