Il primo ministro israeliano benyamin netanyahu ha affrontato la questione degli aiuti umanitari destinati a gaza durante una recente conferenza dedicata all’antisemitismo. Il dibattito ha toccato le difficoltà nella distribuzione degli aiuti e le responsabilità attribuite a hamas nella gestione di questi beni essenziali. netanyahu ha smentito l’esistenza di una politica israeliana volta a creare carenza alimentare a gaza, spiegando invece come diverse criticità si presentino nella zona controllata da hamas.
La posizione di benyamin netanyahu sugli aiuti a gaza
Nel corso della conferenza dei ministri degli esteri, tenutasi a gerusalemme a inizio 2025, benyamin netanyahu ha voluto chiarire alcuni punti che riguardano gli aiuti inviati nella striscia di gaza. Il premier ha respinto con fermezza l’accusa che israel imponga una politica di fame contro la popolazione gazaiana. Ha spiegato che i camion carichi di beni destinati ai civili vengono regolarmente inviati, ma poi diventa un problema locale, legato alla presenza dominante di hamas.
netanyahu ha affermato che, una volta che il carico umanitario arriva, hamas si appropria dei materiali, sottraendoli direttamente ai civili bisognosi. Questi beni, secondo lui, non vengono ridistribuiti equamente, ma in parte utilizzati per scopi interni di finanziamento. Più nello specifico, i residui di aiuto vengono venduti nel mercato locale a prezzi molto elevati, facendo lievitare il costo dei beni primari per la popolazione che invece dovrebbe riceverli gratuitamente o a costi calmierati.
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La vendita degli aiuti, secondo netanyahu, finisce per alimentare l’arruolamento di nuove reclute di hamas, una dinamica che complessivamente danneggia sia la popolazione civile sia gli sforzi volti a stabilizzare la regione.
Il caos a rafah e la gestione degli aiuti sul territorio
La situazione nel centro di distribuzione degli aiuti a rafah, località posta al confine tra la striscia di gaza e l’egitto, si è fatta complicata in un recente episodio. netanyahu ha raccontato che nella giornata segnata dal suo discorso la gestione degli aiuti ha subito una perdita temporanea del controllo. Secondo il premier, questo ha provocato momenti di confusione e disordini tra chi doveva ricevere i beni.
Ha sottolineato che non si trattava di un fallimento delle autorità israeliane, che invece proteggono le forniture da tentativi di furto o appropriazione indebita da parte di hamas. Le forze di sicurezza hanno rapidamente reagito per ristabilire ordine e garantire che gli aiuti raggiungessero effettivamente i civili.
La difficoltà nell’organizzare queste operazioni discende anche dall’instabilità politica ed economica interna a gaza, dove il controllo di hamas è spesso associato a comportamenti che ostacolano l’accesso diretto e regolare ai beni umanitari per la gente comune.
Le accuse di netanyahu contro hamas sulla gestione degli aiuti
Il discorso di netanyahu ha messo in evidenza un punto cruciale: la responsabilità di hamas nel sottrarre gli aiuti destinati ai civili di gaza. Il premier ha voluto stringere il cerchio attorno al gruppo armato, definendolo responsabile non solo del furto materiale ma anche delle conseguenze sociali.
Le vendite a prezzi esorbitanti dei beni sottratti aumentano la povertà e impediscono un’effettiva distribuzione equa, trasformando l’aiuto in uno strumento usato per consolidare il potere interno di hamas. Questo sistema, secondo netanyahu, favorisce un circuito di sostentamento militare: i fondi guadagnati dalla vendita degli aiuti servirebbero per reclutare combattenti e sostenere le attività armate.
Non a caso il premier israeliano ha insistito sulla necessità di prevenire questi fenomeni, sottolineando l’impegno israeliano nel proteggere la consegna degli aiuti e nel contrastare ogni tentativo di appropriazione indebita.
Le dichiarazioni si sono inserite in un contesto complesso, dove la situazione umanitaria a gaza resta critica, ma le cause e le responsabilità vengono presentate in modo chiaro dal governo israeliano, che punta il dito contro hamas come principale ostacolo alla regolarità della distribuzione.