Nel Napoli della faida tra clan, arrestato un giovane dei Marigliano per attentato dinamitardo

Nel Napoli della faida tra clan, arrestato un giovane dei Marigliano per attentato dinamitardo

A Napoli, l’arresto di un membro chiave dei Marigliano per una bomba piazzata nel 2024 segna un importante successo nella lotta contro la faida con i Cedola e la criminalità organizzata.
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A Napoli, la polizia ha arrestato un membro chiave del clan Marigliano, responsabile di un attentato con bomba nel 2024, in un’operazione contro la violenta faida tra clan che minaccia la sicurezza cittadina. - Gaeta.it

Una escalation di violenze tra gruppi criminali rivali scuote Napoli, ma l’ultima operazione delle forze dell’ordine ha bloccato un membro chiave dei Marigliano, accusato di aver piazzato una bomba lo scorso giugno. L’arresto segna un passo deciso nella lotta alla criminalità armata, puntando a fermare una lunga serie di intimidazioni che rischiano di far saltare la convivenza nelle strade del capoluogo campano.

L’arresto del ventitreenne dei marigliano e l’ordinanza del gip

Nella mattina del 12 maggio 2025, la polizia ha arrestato un giovane di 23 anni, affiliato al clan Marigliano, noto per il controllo nel quartiere Case Nuove. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta dalla direzione distrettuale antimafia. Il provvedimento riguarda fronte di detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, oltre a pubblica intimidazione aggravata dall’uso del metodo mafioso. Le accuse puntano a un chiaro atto di violenza con armi carico di significati simbolici e intimidatori.

L’arrestato non è solo un semplice esecutore, ma un membro vicino ai vertici del gruppo criminale, inserito nelle dinamiche interne di un sodalizio che in questi anni ha stabilito una forte presenza in zona. L’operazione della polizia rappresenta una risposta capillare a quei tentativi di infiltrazione e di affermazione con la forza che hanno reso difficile la pacifica convivenza in quella parte di Napoli.

L’attentato dello scorso giugno e il suo impatto sul quartiere

L’evento incriminato risale al giugno del 2024, quando una bomba carta fu lasciata in strada nel centro storico di Napoli. L’esplosione provocò danni consistenti a negozi e auto parcheggiate, seminando il panico tra i residenti e facendo salire la tensione tra i clan rivali. Quel gesto non fu un episodio isolato ma inserito in una serie di provocazioni finalizzate a guadagnare potere e controllo sul territorio.

L’ordigno rudimentale, oltre all’effetto distruttivo, rappresentava un messaggio diretto a chi si opponeva al gruppo Marigliano. L’esplosione, vista anche per la scelta del luogo e del momento, aveva come scopo intimidire e dimostrare una forza capace di condizionare gli equilibri delinquenziali della città. I danni materiali agli esercizi commerciali testimoniano l’ampiezza delle conseguenze, mentre i cittadini hanno vissuto ore di paura e incertezza per la loro sicurezza.

Le indagini e la ricostruzione degli inquirenti

Le autorità hanno condotto un’indagine accurata coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Gli agenti della squadra mobile, con il supporto del commissariato Vicaria-Mercato, hanno passato al setaccio ogni dettaglio delle telecamere di videosorveglianza installate nel luogo dell’attentato e lungo le vie di fuga. Questo lavoro ha permesso di individuare il giovane sospettato e di tracciare con precisione i suoi spostamenti nei momenti immediatamente successivi all’esplosione.

Lo studio delle immagini ha confermato la dinamica criminale e il ruolo centrale del ventitreenne nell’atto. Le forze dell’ordine sono riuscite anche a comprendere il contesto: quell’esplosione era un segnale diretto nella guerra tra i Marigliano e la famiglia Cedola, che controlla il quartiere di Forcella. La violenza della criminalità organizzata si manifesta così anche con atti di intimidazione plateali, che mirano a rafforzare la posizione di un clan rispetto all’altro nella lotta per il dominio territoriale.

La faida tra i cedola e i marigliano e le conseguenze per la città

Il conflitto tra i Cedola di Forcella e i Marigliano delle Case Nuove rappresenta uno dei nodi più spinosi della criminalità napoletana. I due gruppi si contendono da anni la supremazia in aree strategiche per il controllo di affari illeciti e per l’influenza sulle comunità locali. L’esplosione di violenze porta con sé ripercussioni dirette sulla vita quotidiana degli abitanti, che vivono col timore di nuovi episodi.

Le tensioni si traducono spesso in azioni che infrangono ogni regola, mettendo a rischio l’incolumità di chi si trova casualmente coinvolto. L’attentato con la bomba carta è solo una tappa di questa escalation che la magistratura e le forze dell’ordine tentano di arginare. L’operazione di arresto segnalata chiama in causa la necessità di mantenere la pressione contro la criminalità anche attraverso indagini lunghe e dettagliate.

A Napoli resta vivo il problema della presenza dei clan e delle loro lotte intestine, capaci di far scattare episodi di violenza improvvisa. Le autorità continuano a monitorare la situazione per prevenire nuovi attacchi e mantenere il controllo del territorio. Il risultato ottenuto con quest’ultimo arresto evidenzia come, nonostante la durezza della situazione, il lavoro di contrasto al crimine organizzato prosegue e raggiunge risultati concreti.

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