Ogni anno in Italia i furti di cani superano quota mille, una cifra che fa riflettere sulla sicurezza degli animali domestici e sulle strategie per contrastare questo fenomeno. Razze molto amate risultano particolarmente vulnerabili, mentre la tecnologia e la rete dimostrano di avere un ruolo utile nel recupero degli animali rubati. Il problema, però, non riguarda solo l’Italia: anche in altri paesi europei il traffico illecito di cani genera allarme e impegno delle forze dell’ordine.
Il fenomeno dei furti di cani in italia: numeri e razze più colpite
Secondo le stime dei carabinieri specializzati in antibracconaggio e reati contro gli animali, nel 2023 sono stati rubati circa tre cani al giorno in Italia, con quasi mille casi registrati nell’arco dell’anno. Questo dato conferma che il fenomeno è diffuso e riguarda un’ampia parte del territorio nazionale. Razze come bulldog francesi, bulldog inglesi, yorkshire terrier, chihuahua e labrador retriever risultano maggiormente esposte a questi furti, secondo le classifiche pubblicate dall’american kennel club. Il motivo è legato sia al valore commerciale di questi cani sia alla loro popolarità tra i proprietari.
La sottrazione di questi animali spesso non si limita al semplice furto, ma serve a scopi illeciti come la vendita sul mercato nero o addirittura ad alimentare vere e proprie reti di traffico illegale. Le vittime si trovano così a dover affrontare una perdita dolorosa, oltre a difficoltà burocratiche e legali per tentare di recuperare i loro amici a quattro zampe. Il fenomeno resta delicato e complesso, con le forze dell’ordine che cercano di fare fronte a una rete criminale sempre più articolata.
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Il mercato nero dei cani in europa: esempi da regno unito e germania
Il fenomeno dei furti di cani e del mercato illecito legato alla vendita di cuccioli rubati riguarda molti paesi europei. Nel regno unito un’indagine del quotidiano mirror risalente al 2017 quantificava in almeno 120mila sterline all’anno il giro d’affari di questo mercato nero. La circolazione illegale di animali, spesso giovani e di razze pregiate, genera un giro di denaro poco trasparente che coinvolge diversi attori.
In germania, la polizia ha affrontato il caso di un rapitore seriale di cagnolini. L’uomo sottraeva i cani per poi rivenderli online con annunci ingannevoli. Una delle vittime di questo caso tornò a casa solo dopo l’intervento di una donna che aveva acquistato il cucciolo credendolo abbandonato. Solo successivamente si accorse che l’animale era già dotato di microchip, segno che non si trattava di un abbandono ma di un furto.
Questi episodi confermano come la vendita in rete faciliti attività illegali e renda più difficile il controllo. Al tempo stesso, sottolineano l’importanza di una maggiore attenzione da parte di chi acquista animali, consigliando sempre di verificare la provenienza e le informazioni sul microchip.
Il ruolo del microchip e della comunità social nel recupero degli animali rubati
Il caso del cucciolo in germania evidenzia quanto il microchip rappresenti uno strumento fondamentale per identificare un cane e risalire al proprietario. Marella informazione corretta e aggiornata nel microchip può fare la differenza tra il recupero dell’animale e la sua permanenza nelle mani di chi lo ha rubato. Per questo motivo gli enti preposti consigliano di mantenere sempre aggiornati i dati anagrafici associati al codice elettronico.
Anche in Italia, interventi recenti mostrano quanto i social network possano diventare una risorsa preziosa. Nel caso di Milo, un cane smarrito a Pontremoli, la mobilitazione di una pagina facebook e di molti utenti ha permesso di diffondere l’appello rapidamente, coinvolgendo chi aveva visto o incontrato l’animale. Questo tipo di rete solidale aiuta le famiglie a tenere alta l’attenzione e a moltiplicare i tentativi di ritrovamento.
Le comunità online dedicate agli animali domestici sono ormai diffuse e funzionano come un supporto concreto, anche in situazioni di furto o smarrimento. Le condivisioni, i commenti e le segnalazioni permettono di intercettare offerte sospette e favorire il rientro degli animali nelle loro case.
La sinergia tra tecnologia, persone e forze dell’ordine sembra diventare così un punto di riferimento per contrastare i furti e approfondire la conoscenza di un fenomeno che impatta sulla vita di molti proprietari.