Napoli, in pericolo l'area marina protetta di Gaiola: le preoccupazioni per il progetto di riqualificazione

Napoli, in pericolo l’area marina protetta di Gaiola: le preoccupazioni per il progetto di riqualificazione

L’Area Marina Protetta di Gaiola è minacciata da un controverso progetto di riqualificazione che prevede scarichi fognari, suscitando proteste da parte di organizzazioni ambientaliste e rischi per l’ecosistema.
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Napoli, in pericolo l'area marina protetta di Gaiola: le preoccupazioni per il progetto di riqualificazione - Gaeta.it

L’Area Marina Protetta di Gaiola, un simbolo della bellezza naturale e culturale di Napoli, si trova in una situazione di grande vulnerabilità a causa di un controverso progetto di riqualificazione ambientale. Questo piano, che prevede l’introduzione di scarichi fognari all’interno di zone delicate, ha sollevato forti timori tra le organizzazioni ambientaliste, come Marevivo e Greenpeace, le quali hanno deciso di ricorrere al TAR della Campania per contestare l’autorizzazione ministeriale.

Un piano controverso destinato a generare danni

Il “Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbanistica” , approvato dai Ministeri dell’Ambiente e della Cultura, è oggetto di dure critiche. Le proteste riguardano in particolare l’ampliamento del collettore fognario e i nuovi scarichi che dovrebbero affluire nel cuore dell’Area Marina Protetta. Si stima che in caso di piogge intense, potrebbero scaricarsi fino a 206 metri cubi al secondo di liquami e acque inquinate, creando un disastro ambientale dalle conseguenze potenzialmente devastanti per la fauna e la flora marine, oltre a mettere a rischio la salute pubblica.

Questo piano non solo compromette l’integrità ecologica dell’area, ma ha sollevato interrogativi sul valore giuridico delle protezioni esistenti, dal momento che l’Area Marina Protetta di Gaiola è tutelata da normative italiane ed europee. Le organizzazioni ambientaliste sostengono che in mancanza di interventi correttivi, il rischio di danni irreversibili all’ecosistema marino è molto alto.

Un ecosistema da tutelare a ogni costo

L’Area Marina Protetta di Gaiola, che si estende tra Gaiola e Nisida, è riconosciuta per la sua eccezionale biodiversità. Composta da scogliere, grotte, praterie di Posidonia oceanica, rappresenta un habitat privilegiato per numerose specie marine. Questi ecosistemi, fondamentali per il mantenimento della vita marina, sono già sotto pressione a causa delle attività antropiche e del cambiamento climatico.

Maurizio Simeone, direttore dell’AMP Parco Sommerso di Gaiola, ha da tempo allertato riguardo ai possibili devastanti effetti che le nuove scariche potrebbero avere. Ha descritto gli sviluppi recenti come “una decisione tragica per il mare di Napoli”, diminuendo ulteriormente le possibilità di recupero di un ambiente già compromesso. Queste dichiarazioni evidenziano non solo l’urgenza della situazione, ma anche la necessità di proteggere l’area a beneficio delle generazioni future.

L’alleanza tra Marevivo e Greenpeace

Già da trent’anni, Marevivo e Greenpeace si batttono per tutelare il territorio di Gaiola. Rosalba Giugni, presidente di Fondazione Marevivo, ha sottolineato la rilevanza di questa battaglia ambientale, lanciando un appello al pubblico per supportare il ricorso al TAR. La mobilitazione della società civile è vista come un passo cruciale per garantire che la giustizia possa intervenire in una situazione che altrimenti riterrebbero dannosa e ingiustificata.

Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia, ha criticato l’atteggiamento delle autorità locali, ritenendo che l’interesse economico rischi di prevalere sulla necessaria attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. La sinergia tra queste due organizzazioni e il loro approccio strategico mirato servono a impressionare l’opinione pubblica sulla necessità di agire per la protezione dell’ecosistema marino.

Le ripercussioni economiche del progetto

I potenziali danni del piano PRARU non si limitano solo all’ambiente, ma si estendono anche all’economia della zona. L’area di Posillipo, rinomata per le attività turistico-ricreative e per i suoi stabilimenti balneari, è considerata una risorsa fondamentale per il sostenimento dell’industria turistica napoletana.

La preoccupazione per gli effetti negativi si fa sentire anche tra i mitilicoltori locali. Fabio Postiglione ha evidenziato il rischio di un significativo calo nella produzione, che potrebbe portare a conseguenze nefaste per l’economia locale. Mario Morra, responsabile del Sindacato Italiano Balneari, ha avvertito che il progetto potrebbe influire sulla qualità delle acque, impattando gravemente sull’attrattiva turistica e sulle attività economiche che vi ruotano attorno.

Azioni legali per tutelare il futuro

Il ricorso presentato al TAR è supportato da una rete di associazioni e organizzazioni, tra cui Federazione UniVerde e Confcommercio. Queste realtà si stanno mobilitando per chiedere un intervento che blocchi quanto prima l’approvazione di questo progetto controverso. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente di Fondazione UniVerde, ha espresso l’auspicio che l’azione legale possa fermare questa “scelta inaccettabile”.

Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, ha richiamato l’attenzione sull’importanza della salvaguardia dell’ecosistema marino, non solo per il benessere presente, ma anche per le generazioni future. La battaglia per la protezione dell’Area Marina Protetta di Gaiola non è solo una questione ambientale, ma riguarda in ultima analisi la salute dei cittadini e la qualità della vita a Napoli.

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