Napoli: attivisti in protesta contro il ddl 1660 e il ministro Piantedosi

Napoli: attivisti in protesta contro il ddl 1660 e il ministro Piantedosi

Tensione a Napoli per la visita del Ministro Piantedosi, contestato da attivisti che chiedono maggiori investimenti in welfare e diritti, criticando le politiche di sicurezza e il ddl 1660.
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Napoli: attivisti in protesta contro il ddl 1660 e il ministro Piantedosi - Gaeta.it

A Napoli, un clima di forte tensione si percepisce in vista della visita del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, cittadino per presentare il libro “Perché l’Italia è di destra” di Italo Bocchino. In mattinata, un gruppo di attivisti ha affisso uno striscione all’ingresso dell’hotel Vesuvio, dove si svolgerà l’evento, esprimendo chiaramente il proprio dissenso nei confronti dell’approccio del governo alle questioni di sicurezza e welfare. La frase “_Vogliamo welfare, diritti, riscatto. Non polizia e controlli, no al ddl 1660. Piantedosi Vattene_” ha reso evidente il malcontento dei cittadini.

Il messaggio degli attivisti: welfare e diritti

Il gruppo che ha organizzato la manifestazione è il Laboratorio Insurgencia, un collettivo che si distingue per il suo impegno nella difesa dei diritti civili e sociali. In un comunicato, hanno spiegato che la loro presenza fuori dall’hotel è un chiaro messaggio al ministro: “_La città di Napoli ha bisogno di più investimenti in cultura, lavoro e politiche sociali, piuttosto che di un incremento delle forze dell’ordine_”. Gli attivisti contestano l’approccio di Piantedosi, che considerano inefficace e manipolato da logiche di propaganda politica di destra.

Critiche al ddl 1660 e alle politiche di sicurezza

Il ddl 1660, di cui si parla con preoccupazione, sembra incarnare le politiche restrittive del governo attuale. Gli attivisti mettono in dubbio che questa norma possa realmente apportare miglioramenti alla sicurezza delle città italiane. Invece, la loro posizione è chiara: chiedono un approccio che punti sul welfare, la qualità della vita e il supporto alle comunità vulnerabili. Secondo loro, i recenti eventi tragici, incluse le morti di Emanuele Tufano, Santo Romano e Arcangelo Correra, non sono stati affrontati in modo adeguato, con soluzioni che sembrano concentrarsi più su misure repressive che su risposte strutturali.

Mobilitazione per un futuro migliore

Nonostante le controversie e le polemiche, il Laboratorio Insurgencia annuncia di continuare la propria battaglia per un cambiamento reale. Hanno programmato due importanti manifestazioni: una a Napoli il 27 novembre e l’altra a Roma il 14 dicembre. Durante questi eventi, gli attivisti intendono portare in piazza la loro richiesta di riscatto per i territori e per riscrivere il concetto di sicurezza in un’ottica inclusiva e rispettosa dei diritti. La determinazione del gruppo è chiara, rappresentando un catalizzatore per le istanze di un’intera comunità che chiede un’attenzione concreta e non superficiale ai temi del lavoro, della cultura e della sicurezza sociale.

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