Morto giorgio Panattoni, figura chiave di Olivetti e della politica a Ivrea

Morto giorgio Panattoni, figura chiave di Olivetti e della politica a Ivrea

Giorgio Panattoni, ingegnere e politico di Ivrea, ha segnato la storia dell’Olivetti e della sinistra italiana con il suo impegno industriale, parlamentare e culturale nel territorio eporediese.
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Giorgio Panattoni (1937-2024) è stato ingegnere, dirigente Olivetti e parlamentare italiano, protagonista della vita industriale e politica di Ivrea, noto per il suo impegno nella sinistra riformista e nel dialogo tra industria, lavoro e comunità. - Gaeta.it

Giorgio Panattoni è scomparso all’età di 87 anni lasciando un segno profondo nella città di Ivrea e nella sua industria storica, l’Olivetti. Nato a Milano nel 1937, Panattoni ha legato il suo percorso professionale e politico a questa realtà, diventandone protagonista e testimone in un lungo arco di tempo. La sua esperienza spazia dall’ingegneria industriale all’impegno parlamentare, passando per il ruolo di dirigente aziendale e critico della sinistra italiana.

Origini milanesi e percorso in olivetti

Panattoni è nato a Milano il 6 aprile 1937. Dopo gli studi al politecnico di Milano, dove si è laureato in ingegneria industriale, ha iniziato la sua carriera in Olivetti nel 1962. Quegli anni rappresentavano una fase cruciale per l’azienda, ancora saldamente radicata in un’idea di impresa con forti connotati culturali e sociali. Panattoni ha ricoperto diversi incarichi di rilievo, tra cui direttore della pianificazione operativa di gruppo e amministratore delegato di alcune divisioni.

Un dialogo tra industria e lavoro

Ha partecipato attivamente alle trattative sindacali rappresentando l’azienda in momenti di tensione e trasformazione. La sua conoscenza delle dinamiche interne e dei problemi industriali ha permesso un dialogo che ha segnato gli anni di ristrutturazione, tra sviluppo tecnologico e crisi di un modello produttivo in evoluzione. Non si è limitato a un ruolo tecnico, ma è sembrato spesso un interlocutore attento alle questioni sociali del lavoro.

Impegno politico e attività parlamentare

Dopo l’addio a Olivetti nel 1991, Panattoni ha lavorato nel campo della consulenza direzionale, ma si è presto rivolto alla politica attiva. Nel 1996 è stato eletto alla camera dei deputati con il partito democratico della sinistra, proprio nel collegio di Ivrea che conosceva bene. È rimasto parlamentare fino al 2006, con una conferma nel 2001, mantenendo un forte legame con la propria comunità.

Nel suo mandato ha seguito commissioni che riguardavano trasporti, poste, telecomunicazioni e la vigilanza sui servizi radiotelevisivi. Questi settori erano in piena trasformazione per l’avvento delle nuove tecnologie digitali e hanno rappresentato un campo in cui Panattoni ha potuto portare la propria esperienza di manager e tecnico. Nei suoi interventi ha sempre mantenuto una posizione rigorosa e critica, senza mai distanziarsi dalla linea della sinistra riformista.

Ruoli e responsabilità parlamentari

Ha svolto un ruolo attivo nelle commissioni parlamentari su trasporti, telecomunicazioni e media, affrontando temi chiave nel mutamento tecnologico degli anni ‘90 e 2000.

Posizioni politiche dopo il 2007 e attività culturali a ivrea

Con la nascita del partito democratico, Panattoni ha rifiutato la fusione con i Democratici di Sinistra, criticando la perdita di identità della sinistra italiana. Ha aderito a Sinistra Democratica, continuando a svolgere un ruolo attivo e a esprimere posizioni critiche nei confronti delle scelte politiche nazionali. La coerenza con la sua storia di socialista riformista gli ha permesso di mantenere un profilo riconoscibile.

Ha sostenuto iniziative culturali locali, tra cui il centro multimediale Effetto Serra di Ivrea, di cui è stato presidente dal 2008 al 2010. Qui ha dato spazio a dibattiti e attività legate alla cultura e alla società, spingendo per mantenere vivo il legame tra politica, industria e cittadini. Nel 2022, quasi ottantacinquenne, è tornato a commentare la situazione del Pd, definendo gravose le mancate alleanze che hanno segnato le elezioni e ribadendo il tema della crisi di identità di quel partito.

Ricordi e testimonianze dal territorio eporediese

La scomparsa di Panattoni ha suscitato emozione e ricordi tra chi l’ha conosciuto sul lavoro e in politica. Franco Giorgio, dirigente dei DS, ha ricordato i momenti di confronto e rispetto reciproco ai tavoli sindacali, sottolineando una relazione mai priva di dissensi ma sempre corretta. Andrea Benedino, consigliere comunale e esponente della sinistra eporediese, ha richiamato il ruolo di guida che Panattoni ha avuto in una fase delicata per Ivrea e l’Italia, legando indissolubilmente il suo nome all’arrivo della coalizione dell’Ulivo in città nel 1996.

Anche l’associazione turistica Pro Loco di Parella ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia, riconoscendo il valore personale e pubblico di Panattoni e il significato della sua presenza nel territorio. Questi messaggi testimoniano una figura radicata in un contesto locale che ha saputo rappresentare con serietà e sobrietà.

Esempi di memoria collettiva

Le testimonianze evidenziano la capacità di Panattoni di essere punto di riferimento per più generazioni e ambiti sociali diversi nel territorio eporediese.

Un esempio di interconnessione tra industria, politica e territorio

Giorgio Panattoni è stato un ingegnere che ha saputo attraversare ambiti diversi senza perdere quello che definiva un legame fondamentale con la cultura industriale e la responsabilità verso il pubblico. La sua esperienza ricorda un’epoca in cui impresa, società e politica dialogavano e spesso si influenzavano a vicenda.

Ivrea, con la Olivetti, è stata la città in cui si è potuto vedere questo fenomeno in modo chiaro. Panattoni ne è stato uno dei protagonisti più significativi, attraverso ruoli tecnici e istituzionali. Anche la sua sobrietà comunicativa ha lasciato un segno, mostrando un approccio pacato ma deciso agli eventi e alle sfide della sua epoca. La sua figura resta un riferimento per chi guarda a quel periodo come a un capitolo importante della storia locale e nazionale.

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