Montedidio: al Teatro di Napoli la storia di un divenire tra gioventù e speranze

Montedidio: al Teatro di Napoli la storia di un divenire tra gioventù e speranze

La rappresentazione teatrale “Montedidio” a Napoli esplora il passaggio dall’infanzia alla giovinezza, intrecciando crescita personale e resilienza in una città che si ricostruisce dopo le difficoltà.
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Montedidio: al Teatro di Napoli la storia di un divenire tra gioventù e speranze - Gaeta.it

La rappresentazione teatrale “Montedidio”, adattata da Annamaria Russo e ispirata all’opera di Erri De Luca, si prepara a incantare il pubblico di Napoli. Gli attori Nico Ciliberti e Zac Alderman daranno vita a una storia che esplora il complesso passaggio dall’infanzia alla giovinezza, con appuntamenti fissati per sabato 16 e domenica 17 novembre presso Il Pozzo e il Pendolo. Il racconto non è solo una cronaca di crescita personale, ma un viaggio attraverso l’emozione e la memoria di una città che si ricostruisce.

L’età di mezzo: tra infanzia e giovinezza

“Montedidio” porta sul palcoscenico la vulnerabilità e la bellezza di un’età in cui si è in bilico, tra l’infanzia e il diventare grandi. Gli autori sottolineano come questo sia un tempo magico e complicato, un periodo in cui si scoprono nuovi orizzonti e ci si confronta con il mondo. Il protagonista, un ragazzo di tredici anni, si appresta a intraprendere un percorso di formazione lavorativa presso un falegname, Mast’Errico, e inizia così una nuova fase della sua vita.

Nella sua casa, segnata dall’assenza del padre e dalle difficoltà che la malattia della madre comporta, il giovane deve affrontare la solitudine e la ricerca di identità. La bobina di carta, ricevuta in dono dal tipografo, diventa il suo strumento di espressione e di riflessione, mentre il “bùmeran” portato sempre con sé rappresenta il legame con il passato, un legame che si fa simbolo di una ricerca costante di appartenenza e di leggerezza.

L’apprendimento del mestiere sotto la guida di Mast’Errico è accompagnato da uno scambio arricchente con Don Rafaniello, uno scarparo che abita nella bottega. Le ore trascorse insieme diventano un momento di insegnamento, non solo tecnico, ma anche esistenziale. Le storie dell’uomo, le sue osservazioni sui sentimenti e le relazioni umane, svelano nuove prospettive al ragazzo, stimolandone la curiosità e accendendo la sua voglia di capire.

La magia del divenire: amore, speranza e rinascita

Il racconto di “Montedidio” è permeato dalla magia del divenire, un tema centrale nell’opera. Crescendo, il protagonista non conosce solo il lavoro, ma anche l’amore, incarnato dalla figura di Maria, che lo insegna a vivere questo noto ma complicato sentimento. Le interazioni tra i personaggi sono ricche e stratificate, rivelando emozioni genuine e un forte desiderio di connessione che risuona profondamente in ciascuno di noi.

La storia si snoda tra il passato e il presente, esplorando non solo l’educazione di un giovane, ma anche le trasformazioni di una città che, sotto le macerie di un conflitto recente, cerca di risollevarsi. Napoli diventa quasi un personaggio a sé stante, un luogo in cui le speranze si intrecciano con la realtà e dove ogni angolo racconta una storia di resilienza. Le parole di De Luca raccontano una città che si rinnova, ricca di contrasto e di luci, ma non priva di ombre.

La crescita del protagonista non è solo personale, ma collettiva, racchiudendo esperienze che toccano le vite di tutti coloro che lo circondano. Di qui, emerge il tema universale del divenire uomo, dell’idea di trovare la propria identità e di sapere che il viaggio è, di per sé, una porta verso possibilità infinite. Montedidio diventa così un messaggio poetico che esplora la complessità dell’essere umano, l’attaccamento alle proprie radici, e il coraggio di ricominciare.

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