A Ancona è tornata al centro del dibattito pubblico la questione della gestione del molo clementino, oggetto di un progetto di piano regolatore del porto fortemente sostenuto dalla multinazionale Msc Crociere. Diverse associazioni ambientaliste locali hanno espresso un deciso no alla proposta di affidare per decenni la struttura portuale a interessi privati, sottolineando rischi per il patrimonio storico e per la qualità dell’aria in città. Lo scontro coinvolge anche il sindaco daniele silvetti, che ha espresso dubbi sul progetto e raccolto il sostegno di numerosi gruppi che rappresentano la comunità anconetana.
Opposizione delle associazioni ambientaliste alla privatizzazione del molo clementino
Il nodo della disputa è la possibile privatizzazione del molo clementino per un periodo di tempo molto lungo, una scelta contestata da più parti. Le associazioni culturali e ambientaliste di Ancona come Ankon Nostra, No fumi ODV, e WWF hanno firmato una nota per denunciare che la multinazionale msc condurrebbe l’operazione basandosi solo sui propri interessi economici, senza alcun confronto con i cittadini. Questi gruppi sottolineano l’importanza del molo e dei suoi dintorni come un’area di grande valore storico, archeologico e turistico, citando monumenti come l’arco clementino, l’arco di traiano e le mura vanvitelliane.
Tutela del patrimonio e identità cittadina
Secondo le associazioni, delegare la gestione di questi beni a una società privata rappresenta una minaccia per l’identità della città. Più in generale, il progetto incontrerebbe l’opposizione di chi teme che l’impatto industriale e commerciale possa danneggiare il paesaggio del guasco e compromettere la fruizione di questi spazi pubblici. Il riferimento va anche agli interessi di alcune realtà portuali che appoggiano la multinazionale, viste come potenziali beneficiari economici, ma poco attente alle ripercussioni ambientali e sociali.
Leggi anche:
Impatto sanitario e ambientale delle crociere msc osservato dalle associazioni
Al centro delle critiche, soprattutto, ci sono le navi da crociera e il loro contributo all’inquinamento atmosferico di Ancona. Le associazioni richiamano i dati contenuti nel piano inquinamento della città, curato dal professore bonifazi e finanziato dall’autorità portuale, che mette in relazione le emissioni di queste navi con un aumento annuo di 110 decessi nel centro urbano. “Questo dato rappresenta un allarme concreto, perché sottolinea come il traffico crocieristico non incida solo sul paesaggio o sul patrimonio ma anche sulla salute pubblica.”
Le associazioni si dicono preoccupate per l’ulteriore espansione previsto del numero di crociere attraccate nel porto, che porterebbe a un incremento dei casi di malattie e morti prematuri. Non a caso ribadiscono la necessità di ripensare il modello attuale, favorendo soluzioni alternative per ridurre l’impatto dell’attività portuale sul centro di Ancona. Viene quindi posta l’attenzione su come le politiche urbanistiche e portuali debbano tenere conto di questi elementi, garantendo parametri ambientali più stringenti.
Rischi per la salute pubblica e l’ambiente urbano
Le emissioni nocive prodotte dalle navi da crociera vengono considerate una seria minaccia per la salute dei cittadini, con effetti che si ripercuotono anche sul sistema sanitario locale. Le associazioni insistono sulle misure da adottare per mitigare questi rischi e migliorare la qualità dell’aria.
Richieste di modifica del progetto e alternative suggerite dalle associazioni
Oltre all’opposizione al progetto di privatizzazione, le associazioni rilanciano diverse proposte concrete per il porto. Tra queste, chiedono lo spostamento immediato dei traghetti verso il molo sud, spostamento giudicato essenziale per separare traffici e limitare l’afflusso di grandi navi da crociera verso il molo clementino. Suggeriscono di riattivare la stazione ferroviaria marittima per creare un collegamento con la metropolitana di superficie, una soluzione che faciliterebbe gli spostamenti e ridurrebbe il traffico su strada.
Sviluppo sostenibile e infrastrutture portuali
Viene chiesta anche la realizzazione di una penisola nel porto, opera su cui l’autorità portuale dovrebbe impegnarsi, e il completamento della banchina marche, un’infrastruttura che attende da anni e potrebbe migliorare la capacità e la sicurezza del porto. Queste indicazioni mostrano un approccio critico ma propositivo, volto a sviluppare il porto in modo controllato e sostenibile. Le associazioni riconoscono al sindaco silvetti la coerenza con quanto promesso durante la campagna elettorale, visto che l’amministrazione comunale ha manifestato delle osservazioni formali contro il progetto attuale.
L’attenzione verso i valori culturali, la salute pubblica e la necessità di controllare l’espansione industriale nel porto riporta al centro il confronto tra sviluppo economico e tutela del territorio a Ancona, una questione che attraversa diversi ambiti e investe la comunità tutta.