A Milano, si è svolta nel tardo pomeriggio una manifestazione contro il ddl Sicurezza, organizzata da CUB, SialCobas e dal centro sociale Vittoria. Il presidio, che ha avuto luogo in piazza San Babila, ha visto la partecipazione di numerosi manifestanti che hanno esposto striscioni e bandiere, esprimendo il loro dissenso nei confronti di una legge considerata dall’opposizione e dai sindacati un attacco ai diritti di sciopero e manifestazione. Walter Montagnoli, segretario nazionale della Confederazione unitaria di base, ha presieduto l’evento, in cui alcuni esponenti hanno alternato interventi al microfono.
Le motivazioni del dissenso
Durante la manifestazione, Walter Montagnoli ha espresso preoccupazioni circa il ddl 1660, ritenuto un passo verso la criminalizzazione del dissenso. Secondo il sindacalista, questa legge si inserirebbe nel solco di altre misure legislative predisposte negli anni passati, quali la legge Turco-Napolitano, i decreti sicurezza di Minniti e le norme di Renzi contro le occupazioni per necessità . Montagnoli ha sottolineato come, attraverso queste politiche, si pongano limiti al diritto di manifestare, ponendo in evidenza la precarietà economica attuale e l’esigenza di garantire spazi di espressione e protesta.
Montagnoli ha inoltre evidenziato che, in un contesto caratterizzato da bassi redditi, occupazione instabile e crisi abitativa, il ddl non fa altro che intimidire le realtà di lotta sociale, cercando di neutralizzare i conflitti che inevitabilmente si manifestano in tempi di difficoltà . La preoccupazione è che il governo, in fase di elaborazione della Legge di Bilancio, non solo ignori queste problematiche ma intensifichi le politiche di austerità imposte dal Patto di Stabilità dell’Unione Europea.
Un panorama sociale in crisi
La protesta, che ha attratto manifestanti di diversa estrazione sociale, intende portare alla luce le problematiche di chi vive ai margini e le crescenti disuguaglianze che caratterizzano la società italiana. Montagnoli ha evidenziato, durante il suo intervento, come l’attuale governo si trovi nel mirino di un’inevitabile consapevolezza da parte delle classi popolari, che stentano a vedere in futuro un miglioramento della propria condizione. “Si continua a combattere una guerra interna contro i ceti popolari” ha dichiarato, riferendosi alla crescente tensione sociale che culmina in manifestazioni come quella di Milano.
Nonostante la repressione delle voci dissidenti, i sindacati e gli attivisti non intendono fermarsi, esprimendo la volontà di continuare a lottare per un cambio di direzione politico e sociale. Gli interventi al presidio sono stati caratterizzati da un forte richiamo alla unità e alla necessità di mobilitarsi in difesa dei diritti, al fine di garantire un futuro più equo per tutti.
Immagini di un dissenso organizzato
La manifestazione di Milano non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione sociale e politica in diverse città italiane, dove gruppi sindacali e associazioni civili stanno opponendosi a misure giudicate dannose per i diritti dei lavoratori. Con la continua crescita delle disuguaglianze e delle tensioni interne, questi eventi possono essere visti come il segnale di una volontà collettiva di opporsi a politiche ritenute oppressive.