Milano, indagine sull’urbanistica: arresti per corruzione nel sistema tra pubblico e privato

Milano, indagine sull’urbanistica: arresti per corruzione nel sistema tra pubblico e privato

La procura di Milano indaga su un sistema di corruzione nella gestione dei terreni edificabili, coinvolgendo la commissione paesaggio e imprenditori privati, con arresti tra cui Marinoni e Oggioni.
Milano2C Indagine Sulle28099Urbanist Milano2C Indagine Sulle28099Urbanist
La procura di Milano ha avviato un’inchiesta su un sistema di corruzione nella gestione dei terreni edificabili, coinvolgendo funzionari pubblici e imprenditori, con favoritismi e trattamenti preferenziali che hanno compromesso la trasparenza urbanistica cittadina. - Gaeta.it

Nelle ultime settimane, la procura di milano ha avviato un’inchiesta riguardante presunti casi di corruzione connessi all’urbanistica cittadina. Secondo gli atti giudiziari, un gruppo di funzionari pubblici e imprenditori privati avrebbe instaurato un sistema per gestire in modo illecito l’assegnazione di terreni edificabili in città. La vicenda coinvolge figure di spicco della commissione paesaggio e rappresenta una delle operazioni più importanti a contrasto delle infiltrazioni nel settore urbanistico milanese.

Il sistema di spartizione del territorio edificabile

L’inchiesta porta alla luce un meccanismo strutturato che si sarebbe consolidato nel tempo per la spartizione di aree edificabili a milano. Le indagini, coordinate dal gip mattia fiorentini, descrivono come esponenti pubblici abbiano favorito la creazione di vantaggi per operatori privati. Questo sistema avrebbe inciso delicatamente sulle decisioni relative ai permessi di costruzione e all’indirizzo urbanistico.

Ruolo centrale della commissione paesaggio

In particolare, è emerso che le persone coinvolte hanno creato una rete di influenze reciproche, con il presidente della commissione paesaggio, marinoni, al centro della dinamica. Attraverso forme di corruzione, alcuni costruttori hanno ricevuto anticipazioni e informazioni riservate prima della conclusione delle pratiche ufficiali, facilitando così i loro interessi immobiliari. La spartizione del territorio non è stata quindi frutto di normali procedure amministrative, ma di un gioco di potere che ha intaccato la trasparenza delle decisioni pubbliche.

Coinvolgimento di amministratori e pressioni interne

Tra gli arrestati figurano, oltre al presidente marinoni, il vicepresidente oggioni, e componenti della commissione come scandurra. Questi soggetti sono stati descritti come parti di un meccanismo corrotto e sotto pressione, soprattutto da parte di tancredi, un imprenditore con interessi privati forti nel settore edilizio.

Dinamiche interne alla commissione paesaggio

La complessità delle relazioni interpersonali all’interno della commissione paesaggio è stata rivelata dalle indagini. Alcuni membri sono risultati condizionati sia dalle richieste degli attori privati sia dalle dinamiche interne al gruppo, andando a formare un circuito dove le decisioni venivano pesate e concordate oltre gli strumenti legali. La presenza di un’autorità pubblica come il presidente della commissione, che avallava o addirittura guidava queste pratiche, ha reso possibile mantenere il sistema in funzione per lungo tempo.

Vantaggi accordati ai costruttori privati

Il punto centrale del caso riguarda gli “occhi di riguardo” riservati a importanti costruttori privati. Grazie alle informazioni anticipate e ai contatti diretti con i vertici della commissione urbanistica, questi operatori immobiliari avrebbero avuto la possibilità di adattare i propri progetti e le strategie di investimento, ottenendo così un vantaggio competitivo rilevante.

Trattamento preferenziale e impatto sulla concorrenza

Le fonti dell’ordinanza del giudice indicano che i costruttori accedevano non solo a informazioni riservate, ma ottenivano anche un trattamento preferenziale nelle decisioni sugli iter amministrativi. Tale comportamento mina le basi della concorrenza e compromette la qualità delle scelte urbanistiche, incidendo sulla gestione del territorio in modo negativo e potenzialmente dannoso per la città e i suoi abitanti.

L’operazione della procura di milano ha permesso di arrestare i soggetti coinvolti e di approfondire le dinamiche di un sistema illegale che ha condizionato la gestione dei permessi a costruire. La vicenda resta sotto stretta osservazione e rappresenta un monito sulla necessità di garantire trasparenza e integrità negli enti pubblici locali.

Change privacy settings
×