Nella suggestiva cornice della Pinacoteca di Brera, a Milano, è stato presentato il libro “Il latino lingua immortale” scritto dal rinomato giornalista Vittorio Feltri, attuale direttore de “Il Giornale”. L’opera si propone di rivalutare una lingua, spesso vista come superata, ponendola invece come cardine della modernità linguistica. Durante l’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della cultura e del giornalismo, la discussione ha toccato temi di grande rilevanza sul nostro patrimonio linguistico e culturale.
Il valore duraturo del latino nella lingua italiana
“Il latino lingua immortale” non è solo un libro, ma un vero e proprio manifesto a favore della persistenza del latino nella lingua contemporanea. Feltri, attraverso le sue riflessioni, mette in luce come molte parole e espressioni che usiamo quotidianamente siano, in realtà, derivate da questa antica lingua. Nella presentazione, è emerso come, quando ci ritroviamo a interagire con termini e frasi che riteniamo siano innovazioni moderne, spesso dimentichiamo le radici latine che le sostengono. Concretamente, l’autore sottolinea l’importanza di riconoscere questa eredità linguistica piuttosto che attribuirla a nuove influenze, in particolare dall’inglese, che dominano il panorama attuale.
Dopo un attento ascolto delle parole di Feltri, è evidente come il suo intento sia quello di stimolare una riflessione critica e profonda sull’educazione linguistica in Italia, suggerendo che la modernità non debba necessariamente rinnegare il passato. La presentazione ha offerto l’occasione per una conversazione vivace, dove l’importanza di una maggiore consapevolezza storica è emersa come un elemento cruciale per il futuro della lingua italiana.
L’intervento di Daniele Capezzone e la critica alla didattica moderna
Un intervento particolarmente incisivo è stato quello di Daniele Capezzone, direttore editoriale del quotidiano “Libero”. Capezzone ha espresso il suo disappunto riguardo alla condizione attuale dell’insegnamento in Italia, sostenendo che gli studenti dovrebbero avere accesso diretto e incondizionato ai testi classici. Citando autori come Seneca, Catullo e Cicerone, ha esortato gli educatori a superare le mediocri edizioni antologiche, quelle che, secondo lui, non rendono giustizia alla magnificenza del pensiero latino.
La sua critica si è estesa anche a diversi aspetti della cultura educativa, evidenziando che l’influenza di ideologie moderne ha intaccato la qualità dell’istruzione italiana. Capezzone ha esortato pubblicamente a un ripristino di fondamenta solide attraverso la lettura di opere classiche, come le poesie dedicate a Lesbia e Giovenzio, per far comprendere ai più giovani che la grandezza della cultura è ben più ampia delle attuali narrazioni riduttive.
La condivisione di esperienze personali e l’amore per la lingua
Durante la serata, Vittorio Feltri ha condiviso anche esperienze personali, parlando dell’incontro con un sacerdote che ha avuto un ruolo significativo nella sua vita e che ha ispirato la scrittura del libro. La sua affermazione che “il latino è una lingua elegante” ha colpito il pubblico, creando un momento di riflessione sul valore della raffinatezza linguistica rispetto a quella che ha descritto come “volgarità” dell’italiano moderno. Feltri ha rivelato con un sorriso che l’idea di scrivere il libro è nata in un periodo di riflessione personale, evidenziando la spontaneità del suo approccio alla scrittura che si configura più come una conversazione che non come un’opera accademica.
Questa visione amichevole ma informativa del latino come chiave per apprezzare l’eredità culturale italiana ha suscitato grande interesse tra i presenti, invitando alla riscoperta di una lingua che, sebbene antica, continua a esercitare un’influenza considerevole nella nostra vita quotidiana.
L’evento ha quindi rappresentato non solo la presentazione di un’opera letteraria, ma anche una celebrazione della lingua come un legame tra passato e presente, suggerendo che l’amore per il latino può aprire le porte a una comprensione più profonda della nostra identità culturale.
Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Marco Mintillo