Migliaia di napoletani in piazza municipio per la palestina dopo tensioni alla taverna santa chiara

Migliaia di napoletani in piazza municipio per la palestina dopo tensioni alla taverna santa chiara

Napoli si mobilita in piazza Municipio per sostenere il popolo palestinese e la taverna Santa Chiara, tra solidarietà, critiche al sindaco Gaetano Manfredi e l’appello di Omar Suleiman sulla crisi a Gaza.
Migliaia Di Napoletani In Piaz Migliaia Di Napoletani In Piaz
A Napoli, una grande manifestazione in piazza Municipio ha espresso solidarietà al popolo palestinese e ai titolari della taverna Santa Chiara, recentemente accusati di sostegno al terrorismo, chiedendo inoltre le dimissioni del sindaco Manfredi per la sua mancata presa di posizione sul conflitto a Gaza. - Gaeta.it

La città di Napoli si è mobilitata ieri in piazza Municipio con una partecipazione di massa a sostegno del popolo palestinese. La manifestazione arriva dopo un episodio di forte tensione avvenuto alla taverna Santa Chiara, dove i titolari sono stati accusati da due clienti israeliani di sostenere il terrorismo a causa del loro supporto alla resistenza palestinese. Questo fatto ha acceso nuovamente l’attenzione su una questione che da anni divide l’opinione pubblica, portando migliaia di persone a scendere in piazza con un chiaro slogan: “Palestina libera”.

La manifestazione di solidarietà e i protagonisti in piazza municipio

Ieri pomeriggio, la piazza principale di Napoli si è rapidamente riempita di manifestanti che hanno voluto dimostrare la loro solidarietà ai palestinesi e ai gestori della taverna Santa Chiara. Non si è trattato solo di una protesta, ma di un momento collettivo in cui la voce della città si è unita in modo compatto. Tra i presenti, hanno spiccato la figura di padre Alex Zanotelli e del musicista napoletano Daniele Sepe, entrambi impegnati da decenni nella promozione di cause sociali e di pace.

Parole di padre zanotelli e daniele sepe

Padre Zanotelli ha espresso grande riconoscenza verso la risposta della città: “Quando sono arrivato ho visto questa piazza quasi piena. Per me è un miracolo”, ha detto sottolineando come fosse un risultato cercato da settimane, ma non scontato. Daniele Sepe ha ricordato i suoi primi impegni in difesa della causa palestinese al fianco di figure storiche come Gian Maria Volonté e Demetrio Stratos: “Ora sono passati troppi anni – ha detto – sarebbe il caso che si metta fine a questa storia perché non è possibile. è nu’ scuorno.”

Al coro di “Palestina libera” si è agitato nel cuore di Napoli un sentimento profondo di solidarietà, interrotto solo dal ricordo delle tensioni vissute di recente alla taverna Santa Chiara.

Le tensioni alla taverna santa chiara e le accuse ricevute

L’inizio della protesta trova le sue radici in un episodio recente e controverso. Alcuni giorni fa, due clienti israeliani hanno indirizzato accuse pesanti contro i titolari della taverna Santa Chiara, accusandoli pubblicamente di sostegno al terrorismo per via del loro impegno in favore del popolo palestinese. Il locale, che ha da sempre schierato un sostegno chiaro verso la lotta palestinese contro le violenze subite, si è così trovato al centro di un confronto acceso e divisivo.

La vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà dalla comunità napoletana e non solo. La manifestazione di ieri vuole essere un sostegno esplicito a chi subisce pressioni e intimidazioni per la posizione presa nel dibattito internazionale. La taverna Santa Chiara è diventata simbolo di una battaglia più ampia che tocca questioni di diritti umani, libertà di espressione e giustizia.

Dal punto di vista dei manifestanti, le accuse rivolte ai titolari sono ingiuste e volte a delegittimare il loro impegno civile. Il clima di tensione, ben lontano dall’essere risolto, si alimenta nei confronti di chi chiede solo di poter esprimere sostegno a una causa che ritiene giusta.

La critica al sindaco gaetano manfredi e le richieste della piazza

Un altro aspetto centrale della protesta riguarda le forti critiche rivolte all’amministrazione comunale di Napoli, accusata di non aver ancora preso una posizione netta sul massacro in atto nella striscia di Gaza. La piazza non si è limitata a esprimere solidarietà alla Palestina, ma ha voluto anche chiamare in causa direttamente il sindaco Gaetano Manfredi, chiedendo a gran voce le sue dimissioni. La ragione è la mancanza di una condanna esplicita e ufficiale nei confronti delle violenze e del genocidio.

Questo risentimento nasce dalla sensazione che, in un momento così grave, la città non possa rimanere in silenzio o in un’imbarazzante neutralità. I manifestanti ritengono che l’amministrazione abbia il dovere di rappresentare chiaramente la posizione della città, a tutela dei diritti e per far sentire una voce contro quelle che definiscono violazioni sistematiche.

Il sentimento emerso ieri è forte e condiviso da molte comunità, che fanno leva sull’urgenza di interventi politici e morali. La protesta ha così acquisito anche un volto politico e istituzionale, oltre che sociale.

Parole di omar suleiman e la situazione umanitaria a gaza

Omar Suleiman, rappresentante della comunità palestinese a Napoli, ha preso la parola per ringraziare la città e per sottolineare l’importanza di questa mobilitazione soprattutto ora. Suleiman ha ricordato che la presenza dei napoletani in piazza è una testimonianza chiara del legame e della vicinanza al popolo palestinese, evidenziando come momenti come questo dovrebbero moltiplicarsi e divenire più intensi.

Ha inoltre descritto la situazione a Gaza, ormai drammatica sotto molti aspetti: “La gente comincia a morire di fame e di sete dopo quasi diciotto mesi di chiusura. Manca tutto: ospedali, cibo, medicinali, carburante.” Questi dati mostrano una crisi umanitaria che si protrae senza sosta, aggravata da un assedio che impedisce soccorsi e operazioni sanitarie. Suleiman ha espresso un senso di urgenza, affermando che sarebbe stato necessario agire prima, per fermare ciò che definisce un genocidio e un massacro.

La sua presenza e le sue parole hanno fatto da eco al messaggio centrale della manifestazione: la richiesta di solidarietà non è un semplice gesto simbolico, ma un appello a fermare sofferenze che durano da troppo tempo.

Napoli resta così al centro di un dibattito reale e coinvolgente, con una piazza che ieri ha parlato a gran voce e che continua a vedere nella solidarietà alla Palestina uno spazio indispensabile di espressione e protesta.

Change privacy settings
×