Microsoft pronta a tagliare altri 9.000 posti di lavoro nel settore tech tra ristrutturazioni e intelligenza artificiale

Microsoft pronta a tagliare altri 9.000 posti di lavoro nel settore tech tra ristrutturazioni e intelligenza artificiale

Microsoft annuncia un secondo taglio di 9.000 dipendenti nel 2025, riflettendo la trasformazione del settore tech guidata dall’intelligenza artificiale e dalla necessità di ridurre i costi operativi globali.
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Microsoft annuncia un secondo taglio di 9.000 dipendenti nel 2025, motivato dalla trasformazione tecnologica e dall'impatto dell'intelligenza artificiale, in un contesto di ristrutturazioni diffuse nel settore tech. - Gaeta.it

Microsoft ha annunciato un nuovo piano per ridurre il numero dei propri dipendenti di 9.000 unità, poco meno del 4% della forza lavoro globale. Questo nuovo intervento fa seguito a un primo giro di licenziamenti registrato all’inizio del 2025. Le grandi aziende del settore tecnologico stanno affrontando un periodo di trasformazioni profonde, legate soprattutto alla diffusione dell’intelligenza artificiale e alla necessità di rimodulare i costi operativi. Le ripercussioni occupazionali riguardano numerose multinazionali, e i numeri dei licenziamenti confermano una crisi ben lontana dal termine.

Microsoft e il secondo taglio di personale: le motivazioni ufficiali e il contesto

Il portavoce di Microsoft, interpellato da Bloomberg, ha spiegato che questi aggiustamenti sono indispensabili per “posizionare al meglio l’azienda e i team per il successo in un mercato dinamico”. Tradotto, il gruppo intende adattarsi a un contesto in rapida evoluzione, dove professionalità richieste e mansioni si trasformano velocemente. La diffusione di nuove tecnologie, in particolare l’intelligenza artificiale, rende alcuni profili meno strategici o meno redditizi. Le società cercano così una nuova organizzazione interna che possa mantenere o migliorare la competitività, anche ricorrendo a tagli del personale.

Nel 2025 Microsoft ha già effettuato tagli rilevanti e questa seconda ondata conferma lo scenario di una revisione strutturale e finanziaria. L’azienda punta a ridurre i costi, elemento centrale in un quadro in cui molte grandi realtà devono affrontare la riduzione degli investimenti esterni e l’aumento delle spese per innovazione tecnologica. Più in dettaglio, il cambio nelle competenze richieste coinvolge ruoli tradizionali a vantaggio di figure con competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale e dell’automazione.

Impatto dell’intelligenza artificiale sulle risorse umane

L’impatto dell’intelligenza artificiale sulle risorse umane di Microsoft e altre big tech riguarda la trasformazione delle attività lavorative. Molti processi diventano automatizzati, e alcune mansioni diventano obsolete o meno necessarie. La domanda di nuove specializzazioni cresce. Le aziende devono calibrare con attenzione il bilancio tra riduzione di personale e assunzione di profili specializzati. I cambiamenti non sono solo numerici, ma riguardano anche le competenze richieste.

Le intelligenze artificiali hanno fatto emergere ruoli come sviluppatori di modelli AI, tecnici nell’elaborazione dati, specialisti in sicurezza informatica, mentre al contempo alcuni profili legati a funzioni più ripetitive o meno tecnologiche sono stati penalizzati. La sfida tuttavia è nel bilancio complessivo: i posti di lavoro persi superano spesso quelli creati. Per Microsoft questo significa riorganizzare anche le aree non direttamente collegate all’AI, per non gravare troppo sui costi totali.

Il mercato del lavoro nelle grandi tech: una ristrutturazione globale e i numeri dei tagli

L’ambito tecnologico americano sta vivendo un periodo delicato, dove licenziamenti e riflessioni strategiche si susseguono senza sosta. I dati raccolti dal sito Layoffs mostrano come dall’inizio del 2025 siano già oltre 63.800 i lavoratori licenziati nel settore. Oltre a Microsoft, Intel ha tagliato il 20% della sua forza lavoro, pari a 22.000 persone, mentre Dell ha ridotto circa 12.000 posti. Meta si è allineata ai tagli con una riduzione pari al 5% del proprio personale, quasi 3.600 dipendenti, e altre aziende come Amazon e Salesforce hanno seguito la stessa strada.

Questi numeri riflettono un andamento che non è limitato a un’unica azienda, ma interessa un’intera categoria, segnata da crisi, aggiustamenti e nuove strategie di mercato. Qualche decennio fa in questo settore si registrava solo crescita e assunzioni. Ora la pressione su margini e risorse finanziarie costringe molte aziende a tagliare per resistere in un ambiente competitivo che richiede rapidità e innovazione continua.

Fattori esterni che influenzano la strategia delle big tech

La ristrutturazione continua delle aziende tecnologiche non dipende solo da fattori interni come i cambiamenti tecnologici. A influire ci sono anche decisioni politiche e commerciali internazionali. I dazi introdotti negli ultimi anni, in particolare sotto la presidenza di Donald Trump, hanno creato tensioni e incertezze nel commercio globale di prodotti tecnologici e componenti.

Azioni protezionistiche rallentano alcune filiere di produzione e obbligano a modificare piani d’investimento e strategie. Microsoft e altre multinazionali hanno dovuto riconsiderare rapporti con fornitori e partner esteri, esercitando un ulteriore peso sui bilanci. Inoltre le aspettative di mercato sono cambiate: gli investitori sono diventati più cauti dopo anni di crescita veloce e le grandi aziende devono rispondere con decisioni severe anche sul piano occupazionale.

Alla luce di questi fatti, la seconda riduzione del personale annunciata da Microsoft si inserisce in un quadro di grandi trasformazioni, dove il futuro del lavoro nel settore tech è ancora in divenire, tra opportunità legate all’automazione e sfide legate alla sostenibilità economica.

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